La guerra segreta di Israele contro i beduini

1  14 gennaio 2008

Mentre l’attenzione internazionale è concentrata sui nuovi appuntamenti negoziali fra Olmert e Abbas, sul viaggio di Bush in Medio Oriente, e sulle altre scadenze della diplomazia internazionale, all’interno dello Stato di Israele si consuma la tragedia dei beduini del Negev, scacciati dalla loro stessa terra, e costretti a vivere in ghetti caratterizzati da uno stato di avvilente miseria e povertà, come denuncia un articolo apparso sul quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth

Mentre Ehud Olmert e Mahmoud Abbas si destreggiavano nel fare accordi ad Annapolis, diversi ministeri e servizi di sicurezza del governo israeliano stavano dispiegando le loro comuni risorse in una imponente operazione destinata al deserto del Negev, nel sud di Israele. Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla Cisgiordania e su Gaza, Israele si trova nel mezzo di una campagna volta a completare il trasferimento forzato di arabi palestinesi che sono anche cittadini israeliani.
I beduini del luogo sono l’obiettivo, e le loro terre sono reclamate dallo stato al fine di portare a termine l’implementazione di un progetto pilota per il Negev. Il progetto relega i beduini in alcune enclave-ghetto, mentre assegna ampie fasce di territorio allo sviluppo suburbano ebraico ed alle comunità agricole. Il Negev è l’ultima frontiera all’interno di Israele, l’ultima distesa di terra ampiamente sottosviluppata all’interno dello stato. Israele ha virtualmente completato lo smembramento delle terre palestinesi nel centro e nel nord del paese, ed ora sta completando la "redenzione ebraica" del deserto meridionale.
Queste terre beduine sono ardentemente desiderate dal Jewish National Fund (JNF), il quale ha reso pubblici i piani per il trasferimento di un gran numero di ebrei nel Negev. Per fare posto alle nuove comunità del JNF, i villaggi "non riconosciuti" di A-Tir, Um al-Hiran, e Twail Abu Jarwal furono distrutti nel 2007 con operazioni in stile militare che coinvolsero un gran numero di forze di polizia e di soldati, trasferendo forzatamente centinaia di famiglie. Il ministero dell’interno ha anche inviato irroratori aviotrasportati per avvelenare i campi dei beduini con diserbanti ad ampio spettro. La temuta "Green Patrol", una unità paramilitare del ministero dell’agricoltura, dirige queste operazioni.
Ci sono più di 150.000 beduini nel deserto del Negev, con consolidati diritti territoriali che risalgono all’era ottomana. Tuttavia, subito dopo la fondazione dello stato nel 1948, il governo cominciò a confiscare la terra trasferendo i beduini in aree sempre più ridotte, e destinando le risorse dello stato allo sviluppo di insediamenti agricoli e di nuove città per soli ebrei. Sebbene ai beduini venne infine concessa la cittadinanza israeliana, essi rimasero soggetti all’autorità militare fino al 1966.
Il prezzo da pagare potrebbe essere alto
Attraverso la legislazione e diversi meccanismi legali, lo stato ha decretato che i beduini sono occupanti abusivi sulla loro stessa terra, e così i tribunali appoggiano la demolizione delle loro case e l’espulsione degli abitanti. Il JNF, attraverso il suo progetto "Blueprint Negev", intende creare 25 nuove città nel Negev nell’arco dei prossimi anni, attirando 250.000 nuovi residenti ebrei nella regione, secondo quanto afferma il suo sito web. Il JNF sta anche piantando foreste sulle terre beduine, come la "Ambassador Forest" sulle terre della tribù Elokbi, a nord di Be’er Sheva.
Misure di questo genere non verrebbero mai prese contro cittadini ebrei di Israele, che hanno il diritto di vivere praticamente ovunque nel paese in maniera sufficientemente confortevole, mentre i beduini sono relegati in un miserevole avanzo della loro passata eredità. Questo razzismo istituzionale è supportato da donazioni (deducibili dalle tasse) provenienti dagli Stati Uniti.
I beduini hanno una lunga ed orgogliosa tradizione come popolo. Durante i primi decenni di vita dello stato, essi fecero atto di obbedienza ad Israele, ed inviarono i loro figli nell’esercito, attendendosi il rispetto che meritavano. Non ne ricevettero alcuno. Invece, lo stato ha proseguito la sua missione di servire esclusivamente gli interessi dei cittadini ebrei, e come risultato solo pochi beduini servono nelle Forze di Difesa Israeliane (IDF) al giorno d’oggi. Il prezzo da pagare potrebbe essere alto. I leader beduini hanno ammonito che la collera che ribolle sotto la superficie potrebbe esplodere, ed Israele potrebbe trovarsi di fronte ad una rivolta beduina, un’Intifada all’interno dello stato. Forse è tempo che lo stato di Israele diventi una democrazia a beneficio di tutti i suoi cittadini, prima che sia troppo tardi.
Fred Schlomka è un uomo d’affari israeliano, membro della direzione dell’ Israeli Committee Against House Demolitions (ICAHD), un gruppo originariamente fondato in opposizione alle demolizioni israeliane delle case palestinesi nei territori occupati
Titolo originale:
Fred Schlomka, Ynetnews - traduzione di Unimed


2  Giornalista israeliano:distrutti da israele due villaggi beduini Centinaia di beduini, uomini, donne e bambini sono stati lasciati senza un tetto sulla testa nella gelida notte di lunedì 25 giugno del deserto del Negev, dopo che l'Amministrazione Territoriale Israeliana ha demolito le loro case per creare una nuova comunità ebraica. I beduini sfollati vivevano in due villaggi non riconosciuti dalle autorità israeliane, Yatir e Um El Hiran, dove ora sorgeranno due nuovi villaggi legali ebraici: Yatir e Hiran. CONTINUA QUI


3  Corte di giustizia israeliana condanna uso prodotti chimici contro beduin l'Alta Corte di giustizia in Israele ha condannato l'uso dei prodotti chimici nei confronti dei beduini. per "convincerli "ad andarsene via dal deserto del Negev .Uno dei metodi più controversi è quello realizzato ad opera dell’Amministrazione delle Terre. A partire dal 2002, essa invia degli aeroplani per irrorare di prodotti chimici tossici i campi di cereali e di foraggi dei beduini.E’ stato così che nel marzo 2003 due aeroplani hanno asperso 500 ettari coltivati dagli abitanti di Abda, un villaggio “non riconosciuto”, e le case del villaggio stesso. Anche degli anziani e dei bambini sono stati irrorati, ed hanno riportato problemi respiratori e svenimenti. I residenti di Abda sono in seguito statiespulsi a 4 chilometri dal loro villaggio. Un simile incidente, tra i sette registrati, ha avuto luogo nel villaggio di Al Gharir, mentre i contadini erano nei loro campi. articolo

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