Gideon Levy: la campagna "lost ebreo" è razzista, ignobile e disgustosa


PS la campagna pubblicitaria in seguito alle proteste è stato ritirato

video Israel trolls for Jews
Joel Fein è perduto. Lo stesso è per Josh Feldman. Le loro immagini su poster in stile poliziesco, che ricordano quelle di criminali o di persone scomparse, sono state messe in risalto in una nuova campagna pubblicitaria. L’Ufficio del Primo Ministro e l’Agenzia Ebraica presentano: la campagna dei “perduti”. L’Agenzia pubblicitaria responsabile della campagna allarmistica per la tutela dell’acqua dal nome “Israele si sta prosciugando”, colpisce ancora. Questa volta ci stanno spaventando con l’assimilazione. “Chiama MASA”, suggerisce la riga informativa e rappresenta un ebreo che ha sposato ( possa l’Onnipotente proteggerci) un gentile (che il Signore abbia misericordia)- e loro sapranno come gestire la situazione. È una campagna razzista, ignobile e disgustosa. Non è solo il fatto di denunciare qualcuno che è ripugnante in sé. È in primo luogo il contenuto di questa campagna nazionalista allarmistica che è stata nel frattempo attenuata in vista della reazione che avrebbe potuto provocare. Un ebreo che sposa una gentile non è “perduto”. Forse vivrà felicemente persino dopo. L’idea che una propaganda di bassa qualità lo dissuaderà dal suo amore o dalla sua fede, o la mancanza di fede, è il pensiero che vi sta dietro. Nessun altra persona porterebbe avanti una campagna di questo tipo. Il popolo ebraico non ne ha più bisogno e lo stato di Israele non ha alcun diritto di promuoverne una. Ci sono circa 13 milioni di ebrei nel mondo, il 40% dei quali vivono in Israele e il 40% negli Stati Uniti. Gli Israeliani attraversano un processo di consolidamento della nuova identità, che non è influenzato dall’assimilazione. Come per il resto di ebrei nel mondo, di deve presumere che se essi lo vogliono, saranno assimilati. Se essi non lo vogliono, non saranno assimilati. Israele deve continuare a servire come un rifugio o un’alternativa per la loro immigrazione, ma non più di questo. La vita per gli ebrei è, in ogni caso, più pericolosa in Israele che in ogni altro posto e la vita per la minoranza non ebraica in Israele è incommensurabilmente peggiore di quella vissuta, come minoranza, dalla maggioranza delle comunità ebraiche sparse nel mondo. Il concetto di “un anno in Israele, un amore per tutta la vita”, come dice lo slogan di MASA, è fuorviante. C’è forse un solo turista, sia esso ebreo o non ebreo, che dopo essere stato in visita qui giurerebbe di mettere mai più piede nuovamente in questi luoghi? La violenza, la crudeltà, il materialismo, il nazionalismo, il militarismo, l’aggressività e l’occupazione sono cose che non vanno bene per tutti. La campagna pubblicitaria a buon mercato dell’Agenzia Ebraica, Diritto di nascita(Taglit in ebraico), di Prova Israele e di MASA, cerca ad ogni costo di presentare la bella Israele, giusta e forte – ma persino l’opportunità di fare una foto con l’uniforme dell’esercito israeliano, visitare Sderot o avere la buona avventura di fare incontri, non garantiscono nulla. Se, invece, Israele fosse bella e giusta, non ci sarebbe bisogno di tutta questa propaganda. Fintanto che non lo diventerà, tutti i tipi di propagandisti non saranno di alcun aiuto. Preferiremmo gli assimilazionisti, genuini amici di Israele, agli ebrei amici dell’occupazione. È tempo di superare questo nonsenso. Circa metà della popolazione ebraica è assimilata, ed essendo questo un loro diritto e una loro scelta, non dovremmo lamentarci di questo. Essi non sono “perduti”, certamente non più di coloro che hanno sposato ebrei, così come noi li vogliamo e per i quali facciamo propaganda. Se una parte della Diaspora è assimilata, non accadrà alcuna catastrofe. In una società aperta e liberale non c’è posto per tattiche che creano panico per questo pericolo fittizio. Ma per noi, come sempre, conta la misura. Non solo vogliamo una terra di Israele di grande dimensione, ma anche un grande popolo ebraico e al diavolo tutto il resto. Una grande Israele non la fa diventare migliore o più giusta. E un popolo ebraico più grande non vale nulla. È arrivato ormai il momento di smantellare l’anacronistica macchina propagandistica dell’Agenzia Ebraica e dei suoi associati. Tanti soldi sono stati riversati in questo per niente. Cos’era giusto per un popolo senza uno stato non è più importante. Il legame con il mondo ebraico dovrebbe basarsi sullo Stato di Israele come fonte di orgoglio - e non è così. Al contrario, con la sua azione ha più di una volta messo in pericolo e disonorato la Diaspora. Chiedi agli ebrei di tutto il mondo che cosa dicono i loro vicini dopo l’Operazione Piombo Fuso a Gaza. In quanto è quello il momento in cui da ultimo hanno perso l’orgoglio per le azioni di Israele. Se gli ebrei del mondo ci sono realmente cari, sarebbe meglio se si diventasse meno emarginati come paese. Ciò ci procurerebbe molto più rispetto, onore e relazioni ebraiche molto più forti di quelle dovute a MASA o a un qualsiasi altro programma dello stesso tipo. È vero, alcuni di essi lavorano con i giovani, specialmente con quelli le cui vite sono vuote, ma la delusione non è molto lontana. Alla fine di ogni viaggio in Israele in base al Diritto di Nascita (Taglit), che in ebraico significa “scoperta”, un’altra scoperta tende a comparire all’improvviso, una scoperta più genuina circa la natura della società e dello stato che è stato fondato qui. Josh e Joel non sono perduti. Quelli che li chiamano così sembrano esserlo molto di più. Notizie da Israele - La campagna "degli ebrei perduti" è razzista

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