ISRAELE: APPELLO LEADER CRISTIANI PER FINE OCCUPAZIONE PALESTINA



Porre fine all’occupazione e al boicottaggio che strangola l’economia palestinese riducendo in miseria la popolazione; eliminare il muro di separazione; rinegoziare con serietà e chiarezza per costruire la pace nella regione: sono i punti principali del ‘Kairos Palestine document’ un appello firmato dai massimi esponenti delle diverse confessioni cristiane in Terra Santa. Grazie alla buona volontà della comunità internazionale, e delle chiese nel mondo, “la pace è possibile” - avvertono i firmatari tra cui il Patriarca emerito di Gerusalemme, Monsignor Michel Sabbah, e l’Arcivescovo del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, Monsignor Theodosios Atallah Hanna - ed è la sola speranza per il futuro della Terrasanta. Ma essa impone uno sforzo concreto da parte di tutti, e non solo “parole vuote” risuonate per troppo tempo. “Israele si fa beffa del diritto internazionale e delle risoluzioni, adottate nell’impotenza del mondo arabo, mentre continuano le violazioni dei diritti umani” affermano i religiosi, precisando che “nonostante le numerose segnalazioni di enti locali e organizzazioni internazionali “continua l’oppressione”. Riguardo all’attuale situazione, i religiosi sottolineano “le sofferenze di un popolo, quello palestinese, costretto da 60 anni all’oppressione, alla fuga e alle discriminazione” e aggiungono che “l’occupazione è un peccato contro Dio e l’umanità”. Il documento critica inoltre “il muro di separazione israeliano eretto in territorio palestinese, il blocco di Gaza, le colonie israeliane che sorgono su terreni palestinesi, le umiliazioni subite ai posti di blocco militari, le restrizioni religiose e gli accessi controllati ai luoghi santi, la piaga dei rifugiati che attendono il loro diritto al ritorno, i prigionieri detenuti in Israele e la paralisi della comunità internazionale di fronte a questa tragedia”.

http://www.misna.org/news.asp?a=1&IDLingua=2&id=263728

2 VESCOVI EUROPEI E AMERICANI IN TERRA SANTA, DOCUMENTO FINALE

È stata dedicata al terremoto di Haiti e alle sue vittime la messa celebrata nella chiesa del Santo Sepolcro dai partecipanti al X incontro del Coordinamento per la Terra Santa che oggi hanno concluso, a Gerusalemme, i lavori. I vescovi europei e statunitensi hanno pregato per tutte le persone colpite dal terremoto e ricordato monsignor Joseph Serge Miot, arcivescovo metropolita di Port-au-Prince, deceduto, insieme ad altre decine di migliaia di suoi connazionali, nel sisma. Al termine dell’incontro i presuli hanno anche pregato per la pace in Terra Santa, dove, come ha detto monsignor Gerald Kicanas, vescovo di Tucson (Arizona) e presidente dei vescovi statunitensi, “la violenza continua così come la sofferenza del popolo”. Nella dichiarazione conclusiva della X visita dei presuli in Terra Santa si sottolinea che la soluzione dei due Stati, auspicata da Benedetto XVI in occasione del suo viaggio nella regione, “non sembra vicina” anche se “ben nota ai leader politici che hanno bisogno di coraggio e di buona volontà per raggiungerla”. I vescovi esprimono rammarico per la “mancanza di contatto umano tra israeliani e palestinesi che mette a repentaglio la fiducia e il dialogo” e per “una situazione deteriorata che non è buona sia per gli israeliani che per i palestinesi così come per la regione e il mondo”. La dichiarazione finale ribadisce il diritto di Israele a esistere, godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti così come quello dei palestinesi a una patria indipendente, sovrana, a vivere con dignità senza violenze, demolizione delle proprie abitazioni, espropriazioni e a viaggiare liberamente, senza problemi legati ai visti. Durante una conferenza stampa successiva alla presentazione della dichiarazione, critiche alla politica di espansione edilizia condotta da Israele a Gerusalemme est e di svuotamento dagli arabi residenti sono state espresse dai presuli, in particolare dal patriarca Fouad Twal, che ha parlato di “un approccio discriminatorio e umiliante”. Hanno sottolineato che il conflitto in atto “riguarda tutta la comunità internazionale, che deve adoperarsi fino allo spasimo per favorire la pace”, indirizzando un messaggio speciale al presidente americano Barack Obama, considerato “colui che può fare più degli altri” e che “deve cercare di incoraggiare, tra le altre cose, il dialogo fra i giovani” ha detto monsignor Kincanas. Infine i vescovi hanno sollecitato una maggiore informazione “dei fedeli di tutte le nazioni” sulla situazione attuale in Terra Santa affinché “continuino a pregare, a venirci in pellegrinaggio” e alle autorità di rispettare gli accordi firmati circa il rilascio dei necessari visti agli operatori pastorali intenti a svolgere la propria missione. [VV]

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