Ovviamente, il ministero dell’istruzione deve periodicamente sfoltire e rinnovare il suo programma, e ci sono altri modi per imparare la storia oltre che leggere Primo Levi. Ma in un’intervista con il quotidiano Haaretz due settimane fa, la professoressa Hanna Yablonka dell’Università Ben-Gurion del Negev, che ha presieduto il comitato consultivo del ministero sull’educazione storica lo scorso anno, ha parafrasato Hannah Arendt descrivendo il modo in cui l’Olocausto è insegnato nei licei israeliani come “la pornografia del male”.Secondo la Yabloka, “lo studio ‘tecnico’ dell’Olocausto (come furono uccisi gli ebrei, le fasi della soluzione finale, ecc.), è l’aspetto meno importante, da un punto di vista educativo”.Questi dettagli, sostiene, “non hanno valore educativo, è troppo tardi per insegnare a studenti del primo anno di liceo che non bisogna uccidere gli esseri umani”.In qualità di importante storica del sionismo e dei primi anni dello stato ebraico, che studia il modo in cui l’Olocausto ha influito su Israele e sugli israeliani, la principale lamentela della Yablonka è che la concentrazione sui dettagli tecnici del genocidio lo isola dal suo contesto storico e non lascia il tempo per nessuna discussione seria sulla fondazione dello stato e sulle radici della società israeliana La prossima settimana ricorre il Giorno di Commemorazione dell’Olocausto e il modo in cui è sottolineato ogni anno, con discorsi altisonanti e di cattivo gusto, dimostra senza dubbio che la “pornografia del male” non è limitata al sistema scolastico.È certo che la minaccia nucleare iraniana e le recenti decisioni del governo di occuparsi finalmente dell’assistenza sanitaria dei sopravvissuti figureranno ai primi posti nei discorsi dei politici.Ma queste sono le uniche lezioni che dobbiamo imparare oggi dall’Olocausto? Gli israeliani e gli ebrei accusano ripetutamente gli altri di banalizzare la Shoah; il collegamento che il presidente Barack Obama fece nel suo discorso del Cairo tra lo sterminio degli ebrei in Europa e la successiva sofferenza dei palestinesi ha comprensibilmente irritato molte persone.Ma gli ebrei possono onestamente pretendere di riservarsi il diritto esclusivo all’uso dell’Olocausto per scopi politici? Non dovrebbe essere una cosa vietata a chiunque? io sono d’accordo con la Yablonka. L’insegnamento dell’Olocausto nelle scuole dovrebbe certamente essere collocato nel contesto più ampio della storia israeliana ed ebraica e dovrebbe condurre ad una migliore comprensione della nostra situazione attuale. Tuttavia una corretta presentazione dell’argomento non dovrebbe limitarsi alle lezioni di storia. Una più ampia comprensione dell’Olocausto necessita non solo di una prospettiva storica o politica, ma anche dell’ammissione per troppo tempo rimandata che non si trattò solo di un evento ebraico o tedesco.L’Olocausto potrebbe essere stato l’esempio più estremo di antisemitismo in una lunga e ingloriosa storia di odio verso gli ebrei, ma esso ha anche un immenso significato universale. Auschwitz ci ha insegnato gli abissi che gli uomini possono toccare quando disumanizzano i loro simili.
Ecco cosa ha cercato di sottolineare Primo Levi nella sua opera. Ecco cosa il sistema educativo israeliano sembra aver perso.Vi è una ragione legittima per una lettura sionista dell’Olocausto, ma essa non può essere l’unica lettura che viene offerta ai giovani israeliani..
Anshel Pfeffer è corrispondente del quotidiano Haaretz
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