Libano contro Israele: la guerra delle telecomunicazioni


Israele contro il Libano: una guerra sotto altro nome
La linea Beirut-Tel Aviv torna ad essere calda, anzi rovente. Storie di spionaggio telefonico, con compagnie libanesi da 14 anni al servizio del Mossad – il servizio segreto israeliano - e perfino membri di rilievo dei mukhabarat libanesi implicati in una torbida compravendita di dati sensibili. E il Libano si (ri)scopre estremamente vulnerabile dimostrandosi, ancora una volta, una nazione debole ed insicura. In un'interrogazione tenutasi la scorsa settimana, il deputato sciita Hassan Fadlallah ha dettagliatamente esposto ai parlamentari presenti l'intera questione. Secondo le parole del rappresentante di Hezbollah, da oltre 14 anni l'ingegnere Tareq Rabaa, 40 arabo di origini libanesi, sarebbe al soldo dei servizi segreti israeliani. Impiegato presso la compagnia telefonica libanese Alfa, Rabaa avrebbe venduto negli anni numerosi dati sensibili permettendo così al Mossad di controllare tabulati telefonici ed intere conversazioniCon queste accuse le forze di sicurezza libanesi lo hanno recentemente condotto dietro le sbarre in attesa di processo. Un arresto che arriva tre settimane dopo la carcerazione di un altro impiegato dell'Alfa, un tecnico di origini libanesi rispondente al nome di Charbel Qazzi, il quale era risultato parimenti accusato di aver collaborato come spia con i servizi segreti israeliani. Un arresto seguito dopo pochi giorni da un altro fermo, quello di un terzo tecnico sempre impiegato nel settore delle telecomunicazioni.
Secondo Hareetz invece un altro uomo, di cui non sono state rese note le generalità, sarebbe riuscito a scappare attraverso l'area di confine di Bint Jbeil riparando in Israele.
Attualmente le indagini sarebbero inoltre indirizzate scoprire se altri gestori di telefonia mobile e fissa risultino implicati nella spy story. Alcune fonti giornalistiche riportano il coinvolgimento della libanese Mtc Touch, ma nessuna conferma sembra ancora essere giunta in tale direzione. Ciò che però più inquieta la magistratura libanese è l'apparente coinvolgimento di pezzi grossi dell'intelligence libanese i quali avrebbero favorito la vendita di dati sensibili o, peggio, avrebbero passato informazioni riservate agli 007 israeliani in prima persona. Il fatto che Israele non abbia ancora commentato l'accaduto a quasi un mese di distanza, condisce la questione di ulteriore mistero, avallando indirettamente le accuse portate contro i tre uomini.
La vicenda ha occupato per settimane le pagine dei quotidiani nazionali. Questo anche e soprattutto perché, almeno formalmente, Libano ed Israele risultano essere ancora in guerra e le tematiche relative allo spionaggio vengono prese molto sul serio tanto da Beirut quanto da Tel Aviv. Non a caso dall'aprile 2009 ad oggi in Libano sono stati arrestati circa 70 uomini accusati di aver lavorato al soldo del Mossad o comunque di aver effettuato azioni di spionaggio a favore di Israele. Azioni per le quali è inevitabilmente prevista la pena di morte.
Il caso di Ali Hassan Mentesh ne è l'evidente dimostrazione. Arrestato nel 2009, fu accusato di aver favorito l'esercito israeliano durante lo svolgimento della guerra dell'estate 2006 contro Hezbollah. Dopo un solo anno di processo, il 13 luglio 2010 un tribunale militare ne ha sentenziato l'irrevocabile condanna a morte.
Contro Israele e “le sue interferenze nella vita politica libanese” si è infine scagliato il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Il leader del partito di Dio libanese ha dichiarato che “Israele controlla ormai, direttamente o meno, tutte le compagnie telefoniche libanesi”. Con un colpo di scena degno della sua accattivante eloquenza retorica, Nasrallah ha inoltre sottolineato come dalle recenti indagini stiano emergendo infiltrazioni israeliane all'interno delle intercettazioni relative all'assassinio del premier Hariri. Secondo Nasrallah, i servizi israeliani avrebbero manipolato dati e comunicazioni telefoniche creando conseguentemente false testimonianze. Un'accusa grave che getta pesanti ombre su una della pagine più oscure della recente storia politica libanese. Da Israele ancora nessuna risposta. Evidentemente qualcuno ha staccato il telefonoLibano contro Israele: la guerra delle telecomunicazioni

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