Israele: no alla deportazione dei figli degli immigrati. Testimonianze

 1  Yossi Sarid  : sciocca e crudele la deportazione dei figli degli immigrati
 Sintesi personale "Si tratta di una decisione ragionevole ed equilibrata", il primo ministro ha dichiarato dopo la decisione di deportare 400 bambini dei lavoratori immigrati. Ma avrebbe fatto meglio a chiamare la decisione stupida e crudele.Egli ha anche aggiunto : "La decisione è stata influenzata da due considerazioni primarie - umanità e sionismo ". Nella nostra ingenuità, abbiamo pensato che fossero la stessa cosa, ma in realtà si tratta di due distinte, se non contraddittorie , considerazioni.E in verità, il sionismo dei membri del governo, come Benjamin Netanyahu, Eli Yishai, Avigdor Lieberman e Yaakov Neeman non è caratterizzato da umanitarismo in quanto tale e noi continueremo a portare avanti il nostro sionismo. I pazzi al governo hanno deciso di lasciare 800 bambini dei lavoratori migranti nel paese e di espellerne 400,ma si possono deportare bambini che sono nati qui , cresciuti qui, che non hanno altro paese, che non hanno altra lingua, che non hanno altri amici.Arriveranno domani, i nuovi lavoratori migranti, e anche loro verranno sfruttati prima di essere cacciati - fino a quando le agenzie di reclutamento faranno guadagnare i ministri e i loro amici.Ma 'atto più spregevole è stato compiuto da due membri del Lavoro: Avishay Braverman, che ha votato a favore della deportazione, e Isaac Herzog, che si è astenuto , nonostante avesse giurato l'anno scorso di opporsi. Se avessero votato in modo diverso la proposta sarebbe stata bloccata Nascondete questi bambini in soffitta, in cantina, negli armadi, sotto i letti. Forse non riusciremo a scongiurare il decreto malvagio , ma gli esseri umani sono tenuti ad agire.Don't make the lives of the decision makers easier. If any of you know children who are candidates for deportation, take them into your homes, hide them. Let the representatives of the law look for them in the attic, in the basement, in the closets, under the beds; let the authorities tear them from your arms. Maybe you won't succeed in averting the evil decree, but this is how human beings are supposed to act. A few years down the road, they become Righteous Gentiles

2 Elie Wiesel: La deportazione dei bambini riflette lo spirito ebraico? Elie Wiesel: Does deporting children reflect the Jewish spirit? "Trovo difficile credere che una cosa del genere stia accadendo in Israele", ha detto Wiesel, aggiungendo: "Dove è lo spirito ebraico, dove sono il cuore ebraico e la compassione ebraica?" Come si possono deportare 400 bambini che sono nati in Israele e vanno nelle scuole ebraiche Sono certo che iMenachem Begin non lo avrebbe mai fatto . Begin fu il primo ad aprire i cancelli di Israele ai profughi vietnamiti Sono turbato e sorpreso".
3 Sachs : deportare i bambini stranieri preserva l'identità ebraica di Israele: anno 2009 Sintesi personale articoli  Il partito Sachs non si oppone alla decisione di rinviare la deportazione dei bambini stranieri e dei loro loro genitori alla fine dell'anno scolastico, in quanto ciò costituisce un atto umanitario Ma ha sottolineato che si opporrà a concedere loro la residenza o la cittadinanza in quanto "costituiscono una minaccia demografica che può danneggiare l'identità ebraica e accrescere il pericolo di assimilazione"Shas: Deporting foreign children preserves Israel's Jewish identity

4 Editoriale di Haaretz .Il comitato ministeriale sulla deportazione dei lavoratori stranieri, presieduto dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu, ha deciso di rinviare ancora una volta la deportazione di circa 1.200 bambini di lavoratori stranieri e consentire loro di finire l'anno scolastico in corso. Ma quando l'anno scolastico sarà terminato , Israele intende deportarli versoi loro paesi di origine con i genitori . Questa è una decisione crudele. Ciò significa che viene sospesa una spada sopra la testa di bambini nati in Israele, e per i quali l'ebraico è spesso la sola lingua che conoscono . Vergogna . Il Ministro degli Interni Eli Yishai, è emerso come il rappresentante di un nazionalismo estremo e xenofobo E 'impossibile accettare iil servilismo del governo di fronte alle pressioni di Shas.Ed è certamente impossibile accettare che il destino di questi bambini debba essere determinata con un partito che auspica una chiusura-nazionalista di Israele, l'esperienza insegna che il primo ministro rischia di cedere ancora una volta agli ultraortodossiIsraele potrebbe facilmente assorbire i 1.200 bambini israeliani di origine straniera. Sarà molto più difficile assorbire la disumana e iniqua decisione di espellerli . I Ministri del Governo devono consentire a questi bambini di rimanere in modo permanente in Israele, sia come cittadini o come residenti,Saranno loro a creare ,nel futuro, un affascinante mosaico culturaleChildren as hostages

Artists meet with foreign workers' children

6  Sopravissuti della Shoah: la deportazione dei bambini è disumana.Nella lettera, firmata da Noah Flug e Alex Orly, i sopravissuti dell’olocausto hanno scritto che loro, come la parte restante del paese, erano rimasti scioccati ed afflitti dalla decisione del consiglio dei ministri di deportare i bambini. “Non possono lasciarci indifferenti lo sguardo nei tristi occhi dei bambini e le loro lacrime, noi sopravissuti e figli dell’olocausto,” hanno scritto al primo ministro. Hanno definito la decisione disumana: “Lo stato di Israele è uno stato ebraico fondato su un animo e una coscienza ebraica. Siamo una nazione con una storia e la Torah che ci istruiscono in modo preciso su come comportarci con gli stranieri. E’ inaccettabile che un governo ebraico possa comportarsi in un modo così disumano e senza scrupoli.” I sopravissuti hanno ricordato come bambini, durante l’olocausto, vennero strappati ai loro genitori.“Noi che abbiamo vissuto l’esperienza dell’olocausto, che siamo stati testimoni della selezione dei campi di sterminio e della separazione dei bambini dai loro genitori, “ hanno scritto a Netanyahu. “Noi in particolar modo non possiamo sopportare la vista di bambini infelici che non sono responsabili della loro situazione, e rimanere indifferenti. Siamo sopraffatti da un senso di soffocamento e di vergogna.”‘Loro non devono pagare il prezzo’ Nella lettera, i sopravissuti hanno fornito altri motivi sul perché i bambini non dovrebbero essere deportati da Israele. “Questi bambini sono nati qua e hanno studiato in scuole pubbliche. Non devono pagare il prezzo in quanto parte di un tentativo di risolvere il problema della mancanza di impiego.” In aggiunta, i sopravissuti hanno affermato che la questione dei lavoratori stranieri richiederebbe di essere risolta, l’obiettivo dovrebbe puntare sui lavoratori adulti che vivono illegalmente nel paese. “Riteniamo che i visti d’ingresso dovrebbero essere concessi con maggiore rigore e che il paese dovrebbe cominciare ad allontanare i lavoratori che stanno vivendo illegalmente nel paese. Tuttavia, dobbiamo mostrare compassione, cuore, anima e senso di umanità nei confronti dei bambini che non sono responsabili del destino che li ha condotti in Israele,” viene riportato nella lettera. “Lo stato ebraico con un passato quale il nostro non deve deludere nel campo dell’umanità e della moralità. Ciò ci danneggerebbe in quanto società misericordiosa con uno spirito ebraico. Questi bambini conoscono solo Israele; parlano la nostra lingua; sognano in ebraico, ed aspirano a prender parte alla costruzione di Israele. Non possiamo permettere che un bambino cresciuto qua sia sradicato soltanto per la sua origine. Questa lezione è scolpita nella carne del popolo ebraico. “Crediamo che ora più che mai è appropriato che, sulla questione, ci si dovrebbe attenere alla voce dei sopravissuti dell’olocausto,” hanno scritto al primo ministro. Dobbiamo preservare l’onore dello stato di Israele e cancellare questo imbarazzante capitolo dalla nostra agenda come se tutto ciò non fosse mai accaduto.” (tradotto da mariano mingarelli)

7  UNICEF: NO A DEPORTAZIONE FIGLI IMMIGRATI   Quattrocento cacciati subito, altri 800 saranno espulsi al compimento del 21esimo anno di età.Gerusalemme, 02 agosto 2010, Nena News – L’Unicef ha duramente condannato la decisione presa domenica dal governo del premier Benyamin Netanyahu di procedere entro un mese alla deportazione di 400 figli di lavoratori stranieri irregolari, insieme ai genitori. «Si tratta di una gravissima violazione dell’Accordo sui Diritti dei Bambini che pure Israele ha ratificato», è scritto in un comunicato dell’agenzia dell’Onu incaricata di tutelare l’infanzia nel mondo. A nulla sono valse le proteste e le iniziative dei centri per i diritti civili e delle associazioni per la difesa dei migranti. Il governo Netanyahu alla fine ha adottato le raccomandazioni di una commissione apposita che aveva stabilito una serie di criteri per la concessione della residenza a 1.200 famiglie di lavoratori stranieri irregolari ma che vivono da anni in Israele assieme ai figli. Il provvedimento approvato prevede la deportazione entro un mese di 400 bambini e ragazzi assieme ai loro genitori e la concessione temporanea della residenza ad altri 800 fino al compimento del ventunesimo anno. Questa «concessione» prevede in ogni caso condizioni molto rigide. Riguarderà solo bambini che nel precedente anno scolastico erano iscritti a una scuola statale o che hanno vissuto per cinque anni di seguito nel paese o, se non sono nati nel paese, che sono giunti in Israele prima del 13esimo anno di età. Devono inoltre parlare l’ebraico e i loro genitori devono essere entrati nel paese legalmente. Nonostante queste pesanti restrizioni Netanyahu ha spiegato la decisione del governo con l’adozione di «principi umanitari», uniti alla «necessità di non incentivare per l’ afflusso di stranieri in Israele» (secondo l’Istituto centrale di statistica, il 46% dei 220mila lavoratori migranti nel paese, sarebbe entrato o rimasto illegalmente nel paese). Netanyahu nei mesi scorsi aveva spiegato l’adozione di provvedimenti duri contro l’immigrazione con la necessità di «preservare una maggioranza ebraica, tale da assicurare allo Stato di Israele il suo carattere ebraico». Su questo punto batte da lungo tempo il ministro dell’interno Eli Yishai, che negli ultimi anni ha scatenato una campagna massiccia contro lavoratori stranieri e migranti. Già la scorsa estate 3 mila minorenni avevano rischiato d’essere allontanati dal paese ma il provvedimento caldeggiato da Yishai venne fermato all’ultimo istante per le pressioni di alcune associazioni per i diritti civili e per l’intervento di diversi parlamentari. Il premier e i suoi ministri contano entro il 2013 di far completare i lavori di costruzione di una barriera elettronica lungo la frontiera con l’Egitto. Il nuovo muro sorgerà su 110 dei 240 chilometri di confine e nella parte rimanente verranno installati sensori e strumenti ottici e rafforzati i pattugliamenti di polizia ed esercito. L’obiettivo è quello di impedire l’ingresso di profughi di guerra e di emigranti africani provenienti dal Sinai.Secondo fonti governative ogni mese entrerebbero illegalmente in Israele circa 1.200 migranti africani, quasi sempre con l’aiuto prima di beduini egiziani e poi di quelli israeliani. Gli africani che riescono a penetrare peraltro sono quelli che sopravvivono al fuoco della guardia di frontiera egiziana. Solo nel 2007-08 sul lato egiziano del confine sono stati uccisi una quarantina di africani. Lo scorso anno una trentina. «Il numero delle vittime è molto più alto – dice Sigal Rosen, portavoce della Ong israeliana “Hotline for Migrant Workers” – sono convinta che tanti altri migranti siano stati colpiti a morte ma non riusciamo a saperlo perchè le autorità egiziane non lo dicono. E non dimentichiamo quelli che vengono feriti o arrestati».I migranti catturati poi in Israele – tranne un numero limitato di quelli provenienti dal Darfur – vengono rispediti in Egitto dove, dopo un processo sommario e una detenzione durissima sono obbligati a tornare nei loro paesi d’origine, nella migliore delle ipotesi. «La carneficina si è aggravata nel 2007 – spiega Sigal Rosen – quando Israele ha fatto la voce grossa con il Cairo affinché venissero fermati gli ingressi clandestini di sudanesi e altri africani. L’Egitto da allora applica misure durissime con il plauso dei governanti israeliani». Secondo l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, da 2 a 3 milioni di cittadini sudanesi, in buona parte migranti, si trovano in Egitto e una parte di essi provano ad entrare in Israele.L’aumento dei morti alla frontiera tra Israele e l’Egitto indica peraltro un mutamento delle rotte della migrazione africana, dopo che la strada verso l’Europa si è fatta più difficile, anche a causa degli accordi tra Italia e Libia. Gli eritrei lo scorso anno rappresentavano il gruppo nazionale più numeroso tra i migranti che cercano di arrivare in Israele.(red) Nena New1 Destroying generations of future righteous gentiles3Report: Kibbutz Movement offers to absorb children of foreign workers set for deportatio4Israele : il problema dei rifugiati e degli immigrati

8   Esther ,star del documentario :"'No More Strangers' " e l'attrice Gia Almagor contro la deportazione dei bambini stranieri   Circa 500 persone si sono riunite a Tel Aviv per protestare contro la deportazione dei bambini dei lavoratori  stranieri , tra questi   era presente Esther Ikafa della  Bialik-Rogozin School, resa famosa dal documentario: 'No More Strangers'"  (vincitore dell'Oscar)
E 'stata una settimana molto felice per me", ha detto alla folla da un palco improvvisato. "Il film ,al quale ho partecipato, ha vinto un Oscar  e ha portato onore ad Israele  . Ma il Ministero dell'Interno ha altri piani per me. Parlo ebraico, sogno in ebraico, e leggo in ebraico, ma nonostante ciò  non sono conforme alle esigenze del ministero e il mio status è incerto. Questa è la nostra Terra, non abbiamo altro paese"Tra i manifestanti  c'erano attivisti dell'Associazione per i Diritti Civili , Medici per i Diritti Umani  e  Children Organization.
L'attrice  Gila Almagor, presente alla protesta, ha dichiarato  :  "Dobbiamo dare loro status di residenti  dello Stato di Israele. Non ho dubbi che  acquisteremo 400 cittadini meravigliosi. Se il ministro dell'Interno non  evoca  la sua decisione farò di tutto per nascondere i bambini e tutti voi siete i miei testimoni". La protesta è stata interrotta da 30 attivisti del sud di Tel Aviv ,favorevoli alla  deportazione, che scandivano slogan di questo tipo: "  il  "Southern di Tel Aviv è Jewsih"Ci sono stati scontri tra le due fazioni ed è intervenuta la polizia
Oscar stars fight deportation      Video: Israelis who would deport refugee children

9  Noa Galili: Israele, unico paese al mondo, vieta agli immigrati relazioni sentimentali   La commissione delle Nazioni Unite per l'abolizione delle discriminazioni contro le donne ,ha recentemente pubblicato le proprie conclusioni. Particolare rilievo è stato dato al   controverso regolamento del Ministero dell'interno  che vieta  relazioni sentimentali tra immigrati . Infatti se un lavoratore straniero  ha una relazione sentimentale , gli sarà negato il visto per lavorare.Lo Stato di Israele si aspetta che alla fine di una lunga giornata  i lavoratori stranieri , pagati con un salario miserabile e privi dei  diritti civili più elementari , debbano  tornare in una casa vuota.   Amore? Non qui. Non in  Israele.[Image]Lo Stato di Israele ha tutto il diritto di decidere   di non volere  immigrati, ma allora deve cessare immediatamente di utilizzarli. Noi non possiamo contemporaneamente usufruire  di manodopera a basso costo  e considerare    gli esseri umani  strumenti a nostra disposizione, negando  loro il diritto di amare , di sposarsi, di avere  bambini . E 'il momento per Israele di iniziare a trattare i lavoratori migranti come persone  e fermare la moderna schiavitù che è stata creata  qui.Questi lavoratori non sono macchine o robot, hanno diritto, proprio come noi, di innamorarsi e di  festeggiare San ValentinoThe right to love/ Noa Galili

10     Mya Guarnieri  :  Detenzione e Deportazione in Israele. Una nuova Nakba?

11     Giorgio Bernardelli : " Hai avuto un figlio? Via da Israele»Sono entrate in Israele legalmente e finora hanno lavorato in regola come badanti nelle case di alcuni anziani israeliani. Ma hanno violato la legge perché hanno avuto un figlio. E quindi adesso devono essere espulse. Per questo motivo sono state portate al centro di identificazione ed espulsione appena allestito presso l'aeroporto Ben Gurion. A dare la notizia è il sito del quotidiano Haaretz (clicca qui per leggerla in inglese) a partire da una denuncia presentata da Physicians for Human Rights, una delle più importanti ong israeliane per la difesa dei diritti umani.Una notizia di una violazione molto grave di un diritto umano fondamentale. Che però - purtroppo - non sorprende: Israele sta solo cominciando ad applicare alla lettera ciò che sta scritto nella sua legge sull'immigrazione, che postula la preseza di lavoratori stranieri solo come forza lavoro temporanea. E vieta espressamente alle donne di avere un figlio, pena la revoca del permesso di soggiorno. La legge esiste da molto tempo, ma fino ad ora si era chiuso più di un occhio. Adesso che però i figli degli immigrati crescono cominciano ad essere visti come una minaccia «all'identità ebraica dello Stato». E così il ministro degli Interni Eli Yishai, un esponente del partito religioso Shas, ha fatto delle espulsioni dei minori stranieri il suo cavallo di battaglia. E sta passando dalle parole ai fatti.È un problema che tocca molto da vicino anche la comunità cristiana di Israele: non a caso, infatti, le due donne sono filippine. Sono infatti circa 50 mila i lavoratori stranieri provenienti dal Paese asiatico che lavorano tra Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme. In gran parte giovani, con permessi di soggiorno temporaneo, devono fare i conti con la negazione di un diritto umano fondamentale come quello a crearsi una famiglia.Il fatto paradossale è che Israele poche settimane fa ha festeggiato per il premio Oscar assegnato a un documentario americano, intitolatoStrangers no more, che racconta la storia di una scuola di Tel Aviv che si batte proprio per i diritti di questi minori stranieri. Clicca qui per leggere un articolo su questa vicenda.Al ministro religioso Eli Yishai consiglierei di andarsi a rileggere il primo capitolo di Shemòt, il libro dell'Esodo nella Bibbia ebraica. Racconta di un nuovo faraone spaventato dal fatto che il numero degli ebrei cresceva in Egitto. E di come vietò agli ebrei, trattati da schiavi, di avere bambini. Certo, oggi lui non ordina di uccidere quelli che nascono. Ma tutto il resto lascia pensare che per lui i lavoratori stranieri non siano altro che dei moderni schiavi.Migrazioni «Hai avuto un figlio? Via da Israele» - MissiOnLine.org
Two foreign workers and their children nabbed for deportation

12   Israele, discriminazione dei cattolici filippini: il caso Ofek di GIORGIO BERNARDELLI
  Alla base di questa storia c'è uno dei volti più nascosti del conflitto israelo-palestinese: una legislazione sul lavoro straniero che salvaguardia l'ebraicità dello Stato di Israele rispetto al diritto fondamentale alla famiglia
Questa volta non è arrivato il papà con un provvedimento dell'ultima ora strappato a un giudice per portarla fuori dall'aereo. Ofek Castillo, 4 anni - di origine filippina ma nata e vissuta finora solo in Israele - è stata espulsa insieme alla madre Nancy su un volo partito dall'aeroporto Ben Gurioncon destinazione finale Manila. Giovedì 25, infatti, anche l'estremo tentativo condotto la settimana prima attraverso l'Acri - l'Associazione per i diritti civili in Israele - si è rivelato inutile. E così, per la prima volta nei confronti dei figli dei lavoratori stranieri immigrati, è stata applicata davvero quella linea dura di cui si parla da tempo in Israele. Ed è una prima volta che turba in maniera particolare i 50 mila cattolici filippini che lavorano nel Paese e che ora temono la stessa cosa possa capitare anche a decine di altri loro bambini. Alla base di questa storia c'è uno dei volti più nascosti del conflitto israelo-palestinese: una legislazione sul lavoro stranieroscritta pensando più alla salvaguardia dell'ebraicità dello Stato di Israele che al rispetto di un diritto umano fondamentale come quello alla famiglia. Tutto comincia negli anni Novanta, quando la politica dei controlli negli ingressi dai Territori palestinesi rese più difficile da Betlemme, Ramallah o Beit Jalla recarsi ogni giorno a lavorare in Israele. Così l'economia israeliana iniziò ad avere sempre più bisogno di sostituire la manodopera palestinese e trovò la soluzione nelle nuove dinamiche globali del mercato del lavoro: attraverso le agenzie internazionali di manpowering cominciarono ad arrivare a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme thailandesi, indiani e - soprattutto - filippini. Anche qui diventarono i badanti degli anziani pionieri giunti in Israele prima o subito dopo il 1948. Ma anche a lavare i piatti negli alberghi, oppure a lavorare come giardinieri o autisti.   Si tratta, però, di un'immigrazione diversa rispetto all'aliyah, il “ritorno” garantito da Israele a tutti gli ebrei con diritto di cittadinanza automatica. Per questo motivo la preoccupazione principale dei politici israeliani è stata quella che - alla lunga - questo fenomeno nuovo non andasse a intaccare ulteriormente gli equilibri demografici del Paese. Perché già oggi in Israele un quinto della popolazione è formata da arabi ed è una percentuale in continua crescita; per di più anche tra i russi arrivati negli anni Novanta ce ne sono altre decine di migliaia che ebrei non lo sono affatto, ma hanno approfittato di una lontana parentela. Se nel Paese i lavoratori stranieri adesso dovessero mettere radici - è stato il ragionamento - l'ebraicità dello Stato potrebbe essere ulteriormente a rischio. Quindi è stata varata  una legge che postula una presenza solo temporanea di questa forza lavoro: oltre i cinque anni e mezzo dal primo ingresso il permesso di soggiorno non è rinnovabile se non con un'autorizzazione speciale firmata dal ministro degli Interni in persona. E - soprattutto - proprio per evitare che i lavoratori stranieri mettano su famiglia, un articolo di legge stabilisce che se una  donna immigrata ha un figlio mentre si trova in Israele il neonato deve rientrare nel Paese d'orgine entro il terzo mese, pena la revoca del permesso di soggiorno alla madre.  Una disposizione talmente inumana da non essere stata finora mai applicata sul serio. Il problema - però - è che con gli anni questi bambini che in teoria non dovrebbero esserci sono diventati centinaia: crescendo in Israele parlano l'ebraico, frequentano le scuole israeliane, dunque ormai si vedono e il nodo è venuto al pettine. Anche perché l'attuale ministro degli Interni israeliano - Eli Yishai, un esponento dello Shas, il partito religioso dei sefarditi - ha fatto della linea dura contro i “minori clandestini” una sua bandiera politica. Pressato dallo scontro tra Yishai e quanti anche nel suo governo rabbrividiscono di fronte all'idea che Israele carichi su un aereo bambini che come Ofek hanno persino un nome ebraico, il premier Netanyahu l'anno scorso ha istituito una commissione che ha esaminato la posizione dei circa 1200 bambini stranieri in qualche modo censiti, perché comunque entrati in contatto con l'amministrazione dello Stato. Alla fine la soluzione scelta da questo organismo è stata un compromesso: potranno rimanere solo quelli i cui genitori sono entrati legalmente nel Paese e hanno già frequentato almeno un anno della scuola primaria. Tradotto in cifre significa circa 800 su 1200. Ma non è questo il caso di Ofek - che ha alle spalle solo il primo anno di asilo - e di altri 400.  Così l'altra settimana - quando insieme alla madre è stata fermata per un controllo di routine ed è stato scoperto che il suo profilo non corrisponde ai requisiti - la piccola è stata immediatamente portata con la signora Nancy all'aeroporto Ben Gurion, dove è stato approntato un centro di espulsione ad hoc. Tutto questo nonostante il padre sia un immigrato regolare con un lavoro in Israele. Proprio in forza della sua protesta per il fatto di non aver avuto nemmeno la possibilità di salutare la figlia, la magistratura l'altra settimana aveva temporaneamente bloccato l'espulsione. Ma quando il caso è arrivato in tribunale a Petah Tikva il giudice ha confermato quanto previsto dalla legge, disponendo che la piccola Ofek lasci il Paese I   

14  Israele, l'espulsione degli innocenti

15  ISRAELE: ASILI SEPARATI PER FIGLI IMMIGRATI SCANDALO PRIMO GIORNO DI SCUOLA- Articolo di Giorgio Bernardelli

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