Lega Araba, Arabia Saudita e il riconoscimento entro i confini del 1967


1 in un documento firmato dai ministri degli Esteri dei paesi della Lega Araba riuniti nella capitale egiziana Il Cairo, si legge che "la ripresa dei negoziati di pace israelo-palestinesi è condizionata a un'offerta seria che garantisca la fine del conflitto".
Amr Moussam segretario della Lega Araba ha fatto sapere che fino a oggi "la direzione che avevano preso i colloqui era diventata inefficace. Per questo motivo i ministri hanno preso una decisione contraria alla ripresa dei negoziati".
I negoziati di pace si sono interrotti nel mese di settembre dopo che Israele aveva deciso di non rinnovare la moratoria sulle nuove costruzioni degli insediamenti in Cisgiordania.
Israele-Palestina, Lega Araba: 'No a negoziati senza proposta seria'


2  Arabia Saudita, riconoscimento Israele solo nei confini del 1967
L'Arabia Saudita non ha intenzione di ''impegnarsi direttamente o indirettamente conIsraele'' finché non si sarà ritirato da tutti i territori occupati con la guerra del 1967. Lo ha affermato il principe Turki al-Faisal, membro della famiglia reale saudita ed ex ambasciatore negli Stati Uniti''Per noi, compiere passi verso una normalizzazione con Israele prima che la terra occupata sia restituita ai suoi legittimi proprietari sarebbe una minaccia per il diritto internazionale e vorrebbe dire chiudere gli occhi di fronte a tanta immoralità'', ha detto al-Faisal in un discorso alla Carnegie Endowment for International Peace, a Washington. Il principe, che al momento non ricopre cariche di governo ma è considerato un possibile successore del fratello Saud al-Faisal come ministro degli Esteri, ha ricordato che dal 2002 l'Arabia Saudita guida l'iniziativa araba per un riconoscimento di Israele in cambio della restituzione dei territori occupati, inclusaGerusalemme est, e di ''una soluzione equa'' alla questione dei rifugiati palestinesi. Al-Faisal, che in passato ha anche guidato l'intelligence saudita, ha infine auspicato che gli Stati Uniti non conducano un attacco militare contro l'Iran a causa del suo programma nucleare, con l'obiettivo di dare una contropartita a Israele e spingerlo a siglare un accordo di pace. Questa ipotesi, a suo giudizio, è ''una minaccia di iniziare un nuovo conflitto come pretesto per concluderne un altro''.Arabia Saudita, riconoscimento Israele solo nei confini del 1967

3 LEGA ARABA, PACE CON PALESTINESI DIPENDE DA TEL AVIV   La creazione  di una commissione che monitorerà la “giudaizzazione” di Gerusalemme Est, gli sgomberi e gli attacchi israeliani contro siti sacri nei Territori palestinesi occupati con l’obiettivo di raccogliere prove ed elementi utili per l’apertura di inchieste nazionali e internazionali contro le politiche di Tel Aviv: è stata questa una delle iniziative stabilite ieri a Sirte, in Libia, dove si è concluso il XXII vertice della Lega Araba. I capi di stato e di governo dell’organismo che conta 22 paesi membri e quattro osservatori hanno ribadito pieno sostegno alla causa palestinese, annunciato una sessione straordinaria da tenere il prossimo Settembre e una conferenza internazionale su Gerusalemme aperta alla partecipazione di organizzazioni, sindacati e istituzioni della società civile da organizzare entro l’anno. “Gerusalemme Est è parte integrale dei Territori palestinesi occupati nel 1967” si legge nella nota finale. “Tutte le politiche condotte dalle Autorità di occupazione israeliane sono illegali e non modificano lo status della città che resta occupata né ha un impatto sul suo status politico di capitale della Palestina”. Sull’iniziativa americana – Washington sta cercando di avviare negoziati indiretti tra palestinesi e israeliani esercitando forti e inedite pressioni su Tel Aviv – la Lega Araba ha preso tempo, sottolineando che il processo di pace è nelle mani di Israele. “Decideremo il da farsi nelle prossime settimane” ha detto il segretario della Lega Araba, Amr Moussa, lasciando aperta la doppia ipotesi di imboccare la strada dei negoziati indiretti o di cambiare completamente corso. “Nel caso in cui Israele non dovesse lasciare alcuna possibilità all’ipotesi di due stati - ha aggiunto Moussa - studieremo la possibilità di una soluzione con un solo stato”. Intanto, il lavorio diplomatico americano sta alimentando accesi dibattiti sia sul versante arabo che su quello israeliano. Parte della stampa araba suggerisce che, come successo con una significativa e “storica” riforma sanitaria portata a termine nel suo paese, il presidente americano Barack Obama abbia lavorato parecchio sotto traccia per portare avanti una sua agenda di pace che ora vuole imporre in particolare a Israele, chiudendo le porte ai tentativi di quest’ultima di ritardare la marcia verso una soluzione sostenibile. Per parte della stampa israeliana, il governo di Tel Aviv non avrebbe trovato quella sponda di favore di cui in passato ha goduto a Washington, con dirette conseguenze sullo sviluppo delle colonie e sul futuro di Gerusalemme Est. “Il tempo – scrive su Sharq al-Awsat Abdul Rahman al-Rashed – diventa ora la chiave di volta per raggiungere una desiderata storica soluzione”.[GB]http://www.misna.org/news.asp?a=1&IDLingua=2&id=269229   LUNEDÌ 29 MARZO 2010     

 

GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE 2009   Lega Araba pronta a normalizzare i rapporti con Israele   WASHINGTON - Un funzionario statunitense in una riunione con i leader ebraici, ha affermato che il fallimento di Israele a conseguire la normalizzazione con i paesi arabi è stato in gran parte dovuto alla sua approvazione di 450 unità abitative nella West Bank. Gli Stati Uniti potrebbero esercitare una certa pressione per evitare che , in seguito alla relazione Goldstone , Israele sia deferita alla corte dell'Aia.. Il rapporto potrebbe essere analizzato dal Consiglio dei Diritti umani di Ginevra

5   Lega Araba scrive ad Obama: pronti a normalizzare rapporti con Israele  La lettera conferma le direttive esposte nel Piano saudita per risolvere il conflitto tra Israele e i palestinesi e ribadisce la volontà araba di normalizzare i rapporti con lo Stato ebraicohttp://www.presstv.ir/detail.aspx?id=78327&sectionid=351020206

6   nazioni Musulmane: pace con Israele se avvierà giusti negoziati I ministri degli Esteri di57-nazione musulmane ,riunite a Damasco, hanno dichiarato che Israele deve puntare a un accordo globale e giusto per pace in MO al fine di normalizzare i rapporti tra loro e lo Stato Israeliano"Non dobbiamo ricompensare Israele per i suoi crimini", è stato affermato in una dichiarazione rilasciata al termine della riunione di tre giorni dai ministri degli Affari esteri della Conferenza islamica (OCI)." "Si deve puntualizzare che ogni progresso verso la normalizzazione deve essere collegato a un impegno a favore di una pace giusta e globale, che garantisca il ripristino dei diritti nei territori occupati"Il Ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha partecipato alla riunione e ha incontrato il leader di Hamas in esilio Muslims 'open to better tie

7  Touki: tocca ad Israele decidere se stabilire relazioni con l'Arabia Saudita Tourki , vice ministro per gli affari politici dell'Arabia Saudita , ha ribadito,a Berlino, che tocca ad Israele decidere se stabilire relazioni diplomatiche tra i due paesi. . Ha ricordato che il re saudita Abdullah aveva proposta già nel 2002 un'iniziativa di pace araba , ma Gerusalemme non è riuscita a dare una risposta positiva. Ha denunciato sia l'espansione delle colonie nella West Bank, sia l'effetto negativo del muro sul tessuto sociale ed economico palestineseCommentando il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, il principe ha esortato entrambe le parti a rispettare i termini, piuttosto che cercare pretesti per una ripresa delle ostilità. 

8 SABATO 13 SETTEMBRE 2008  Secondo una relazione del Qatar Al-Sharq, il nuovo accordo tra israeliani e palestinesi,prevede:

Secondo una relazione del Qatar Al-Sharq, il nuovo accordo  tra israeliani  e palestinesi,prevede:
a) l'accettazione  di 20000 profughi
b) un certo numero di quartieri di Gerusalemme est
c)  15000-20000 profughi in 10 anni ,ossia i palestinesi  che fuggirono nel 1948,ma  questo diritto non comprende i figli, nè  il  ricongiungimento familiare . Gli anziani potranno tornare  a vivere  nelle loro città natali
d) Per quanto riguarda le questioni di confine Al-Sharq ha riferito che Israele è interessato a mantenere il 5% della Cisgiordania, oltre a Gerusalemme, in cambio di terre  che costituiscono  un "passaggio sicuro" tra Gaza e la Cisgiordania.Ma il Presidente palestinese Mahmoud Abbas  è disposto a i rinunciare solamente al 1,8%, Inoltre  Israele vorrebbe mantenere  alcuni insediamenti in  Cisgiordania in cambio di territorio che potrebbero essere unito  a Gaza.  La Rice ha sollecitato di risolvere il problema di Gerusalemme prima del 2008      Report: Israel-Palestinian deal includes refugees, east Jerusalem

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