Anna Momigliano : sull'Egitto Israele rischia un autogol


      Se c’è una cosa di cui lo Stato di Israele va fiero è di “essere l’unica democrazia in Medio Oriente.” Dimentichiamo per un secondo Cipro (che dopotutto fa parte dell’Eurozona) e la Turchia (che un tempo in Europa ci voleva entrare), e concentriamoci su una domanda: se davvero la democrazia è tanto un valore per il Medio Oriente, allora perché il governo israeliano è così comprensivo nei confronti del regime di Hosni Mubarak?La risposta la sappiamo: autocrazia o meno, l’Egitto è il principale alleato di Israele nella regione mediorientale, specie da quando gli ex amici turchi hanno voltato le spalle a Gerusalemme. Beninteso, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto il possibile, e a fatica, per non sbilanciarsi troppo. Ma secondo indiscrezioni diplomatiche riportate dal Daily Telegraph, il governo di Netanyahu starebbe tentando di convincere gli americani che la cosa migliore per tutti sarebbe una transizione interna al regime. Insomma un passaggio di poteri a favore dell’attuale presidente Omar Suleiman.Ora, non mi sembra il momento di mettersi a fare i moralisti. Israele evidentemente ha delle buone ragioni per tenere ai suoi interessi (un Egitto stabile e amico) più di quanto non tenga ai suoi principi (un Medio Oriente democratico). Ognuno è libero di giudicare come meglio crede.Netanyahu è comprensibilmente preoccupato dalla prospettiva di un Egitto governato dai Fratelli Musulmani, i cugini di Hamas che rappresentano una delle forze di opposizione principali, se non la forza di opposizione principale, del Paese. E anche qui non sta a me giudicare.Il problema è un altro: probabilmente contro le sue stesse intenzioni, Netanyahu è finito per sbilanciarsi, per apparire “uno degli amici di Mubarak” proprio mentre Mubarak sta affondando. Pessima mossa. Perché, che gli piaccia o meno, presto il primo ministro israeliano potrebbe trovarsi costretto a trattare con un Egitto diverso, libero dal regime di Mubarak. Certo, nel caso i Fratelli Musulmani prendessero il potere il margine di manovra sarebbe comunque minimo. Ma supponiamo che al Cairo si insedi un governo di ampia coalizione, in cui i Fratelli Musulmani rappresentino solo una delle forze: allora Netanyahu potrebbe tentare un dialogo, ma certo la fama di “amico di Mubarak” non aiuterebbe.In conclusione, la situazione per Israele è estremamente delicata. Ma se non altro vedo che molti israeliani, forti del proverbiale yiddish humour, la prendono con ironia. Su Twitter circola una frase molto divertente: “Caro Egitto, per favore non distruggere le Piramidi, perché noi non le ricostruiremo. Cordiali saluti, il popolo ebraico“Per leggere qualche altra frase, più o meno divertente, ma comunque esplicativa della situazione egiziana, cliccate qui.

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag

Gaza : non siamo numeri