CISGIORDANIA, JENIN: ASSASSINATO JULIANO MER KHAMIS


   Jenin, 04 Aprile 2011 – Nena News – L’attore e attivista israeliano Juliano Mer Khamis, direttore della scuola di teatro Freedom Theatre a Jenin, è stato ucciso oggi da 5 uomini armati che l’hanno atteso all’ingresso del campo profughi e lo hanno freddato con diversi colpi di arma da fuoco. Juliano era figlio di Arna, ebrea israeliana, iniziatrice e fondatrice di una scuola di teatro nel campo profughi palestinese di Jenin e di un palestinese di Haifa Saliba Hamis.Nel 2003 aveva prodotto e diretto il suo primo documentario, “I bambini di Arna”, sul lavoro di sua madre volto a creare laboratori di teatro per bambini palestinesi nel campo profughi, durante gli anni ’80. Nel 2006, Juliano, aveva aperto una scuola di tetaro per ragazzi e adulti, nel campo profughi di Jenin, chiamato il “Freedom Theatre”.Quando I 5 uomini armati l’hanno atteso oggi alle porte del campo profughi, era in auto con la tat ache si prende cura del figlio, che è rimasta ferita. Il governatore di Jenin ha immediatamente condannato l’accaduto e provveduto a far arrivare il corpo di Juliano alle autorità israeliane, presso il checkpoint più vicino. Nena News
Commento: massima solidarieta alla famiglia, condanna senza se e senza ma per un delitto efferato e indegno. Un uomo di coraggio ,una scintilla di luce . Mi dispiace...Baruch dayan ha'emet.


2  Paola Caridi da Invisiblearabs Una notizia brutale, per il gesto, per il contenuto, per tutto. Una notizia arrivata in un pomeriggio freddo di uno strano aprile, freddo come non mai. Addirittura piovoso. “Un attore è stato ucciso all’entrata del campo profughi di Jenin.” Un attore, a Jenin, la sede del Freedom Theatre. Il teatro dei ragazzi di Arna. Un gioiello, un unicum in tutti i Territori Palestinesi. Poi il nome: Juliano Mer KhamisL’anima del teatro di Jenin.


Israeli actor and political activist Juliano Mer-Khamis, 53, was shot dead on Monday outside a theater which he founded in a refugee camp in the West Bank city of Jenin.
Jenin police chief Mohammed Tayyim said Mer-Khamis was shot five times by masked Palestinian militants, but that Israeli security forces were still investigating the circumstances of his murder. A Palestinian ambulance took his body to a nearby checkpoint to be transferred into Israel.
Una notizia terribile, per il destino di un uomo che a quel campo profughi e a quel teatro aveva dato tanto. Il figlio di Arna, figlio dell’amore tra una donna israeliabna ebrea e un palestinese. Su, a Nazareth.  Notizia terribile anche per tutto ciò che rappresenta. Che essere coraggiosi e liberi non vuol dire avere su di sé una sorta di corazza, di immunità dalla violenza assurda. Che far nascere qualcosa di bello significa anche dare molto fastidio, come mi ha confermato oggi pomeriggio un collega che ne sa molto più di me: Juliano Mer Khamis   era stato minacciato di morte più volte, scrivono anche i giornali israeliani online. Il suo lavoro dava fastidio a molti, come spesso fa la cultura. L’anno scorso aveva rappresentato in teatro La fattoria degli animali, di George Orwell. Un testo politico come quello non poteva non fare male, non dare fastidio.
Non lo avevo mai incontrato, in questi sette anni. Ma del suo lavoro ho saputo ciò che bisognava sapere. Che era un buon lavoro. E il suo viso è quello che ho visto in Arna’s Children, il film dedicato a sua madre, che tentò di salvare una generazione di ragazzi e di bambini insegnando loro il teatro. A Jenin. Quella stessa Jenin, quello stesso campo profughi in cui è ambientato il romanzo di un’altra donna che ha lavorato per i bambini, Susan Abulhawa. Strana, la vita. Dentro quel campo profughi sono stati immersa da ieri, perché immersa nella lettura del romanzo della Abulhawa, Mornings in Jenin. E da Jenin, oggi, arriva una notizia che è come uno squarcio.
Questo posto indurisce come la pietra di Al Khalil. E diventa duro anche chiedersi perché
RIP Juliano Mer-Khamis : invisiblearabs


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Paola Caridi (invisiblearabs) : Juliano Mer Khamis.. rabbia ,dolore e...


 Non so quanti si sarebbero attesi così tanto sommesso clamore, canalizzato attraverso il web, per l’uccisione di Juliano Mer Khamis. Un clamore silenzioso, una rabbia diffusa e allo stesso tempo contenuta, l’amaro in bocca per quel gesto insano e per quello che la morte di un uomo a suo modo esemplare significa per coloro che restano. Come scrive oggi Amira Hass, su Haaretz, tocca solo a chi l’ha conosciuto – Juliano Mer Khamis – il compito di parlarne. Agli altri tocca il compito di parlare del suo esempio.
E allora, suggerisco solo quache link, il giorno dopo la tumulazione del direttore del Teatro della Libertà di Jenin, del figlio di Arna Mer, dell’attore arrabbiato, dell’uomo al 100% ebreo e al 100% palestinese. E comincio con l’articolo appassionato di Amira Hass, un viaggio che credo in parte autobiografico attraverso una rabbia che è difficile narrare e catalogare. Un articolo da leggere, forse più di altri. La cronaca di Selim Saheb Ettabasu Maannews. racconta il giorno dopo l’uccisione di Julian Mer Khamis a Jenin, lo sconforto, le indagini…
Facebook ha poi cominciato a mettere assieme coloro che vogliono ricordare il direttore del Freedom Theatre. Da una di queste pagine è tratta la foto che ho scelto, scattata durante la marcia che a Ramallah si è svolta ieri. A Haifa, invece, i funerali e la tumulazione a Ramot MenasheIn molte parti del mondo si pensa a come ricordare Juliano Mer Khamis, e il modo più semplice – e anche più drammatico, se si vuole – è la proiezione del documentario che dedicò a sua madre Arna, e a quei ragazzi, a quella generazione perduta che Arna Mer cercò di aiutare. Un modo – la proiezione diArna’s Children - che considero anch’io il migliore, per narrare molto. Di Julian Mer Khamis, di Jenin, e anche di una parte di Israele ora negletta che lo stesso Juliano Mer Khamis rappresentava a suo modo, quella che la stessa Amira Hass racconta oggi. In onore al loro coraggio, e al loro amore per la verità.





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