Coloni banditi dalla West Bank per violenza nei confronti dei palestinesi

di  Emma Mancini

 Vietato l’ingresso in Cisgiordania. Dodici coloni sono stati raggiunti da ordini amministrativi restrittivi da parte dei servizi di sicurezza di Shin Bet e dal Distretto di Polizia della Giudea e la Samaria: non potranno mettere piede nei propri insediamenti per periodi che variano da tre mesi ad un anno.La decisione è arrivata dopo indagini della polizia israeliana che ha ritenuto i dodici coloni, conosciuti come attivisti dell’estrema destra, colpevoli di aver organizzato e portato avanti atti vandalici, violenze e attacchi contro residenti palestinesi, case, moschee e automobili in diverse aree della Cisgiordania, negli ultimi due anni. I danni provocati, i rischi per la salute e la vita degli aggrediti e la messa in pericolo della sicurezza della zona hanno spinto la polizia a bandire gli aggressori dagli insediamenti in cui risiedono. 
“Le interdizioni sono il risultato di indagini condotte dalla polizia di Shin Bet su un gruppo di attivisti estremisti residenti nell’area di Yitzhar e coinvolti nella progettazione e l’attuazione di azioni violente, segrete e di vaste proporzioni contro la popolazione palestinese in Cisgiordania”, ha spiegato la polizia in una dichiarazione ufficiale. 
A firmare gli ordini amministrativi il maggiore Avi Mizrahi che ha condannato le violenze dei coloni contro i palestinesi definendoli atti terroristici. “Quello che sta avvenendo è terrorismo – ha detto Mizrahi alla trasmissione Meet the Press di Channel 2 – Gli incendi alle moschee, la distruzione di alberi di ulivo e il ferimento di persone possono costituire l’innesco per una rinnovata violenza in Cisgiordania”.  Una presa di posizione forte e rara: è la terza vola che simili ordini restrittivi vengono imposti a cittadini israeliani residenti nelle colonie dei Territori Occupati, e negli ultimi due anni non era stato adottato nessuno. Tre dei coloni sono stati banditi dall’intera Cisgiordania, tre dall’insediamento di Yitzhar e sei da altre colonie nel distretto di Nablus.an, definendo gli ordini una misura discriminatoria e chiedendo spiegazioni all’espulsione dei dodici coloni.Voci discordi si sono subito levate in Israele. Orit Strook, capo dell’organizzazione per i diritti umani Yesha, ha inviato una lettera al vice procuratore di Stato, Shai NitzN  definendo gli ordini una misura discriminatoria e chiedendo spiegazioni all’espulsione dei dodici coloniOltre mezzo milione di coloni israeliani in Palestina

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