Gaza, Israele restituisce ai pescatori navi senza motore e attrezzature

La Marina israeliana ha dissequestrato alcune barche confiscate ai pescatori di Gaza, ma prive dell’equipaggiamento e del motore. I pescatori hanno rifiutato di prenderle indietro.


e due organizzazioni palestinesi per i diritti umani, Adalah e Al Mezan, continuano a lavorare per garantire il ritorno delle barche e degli equipaggiamenti appartenenti ai pescatori della Striscia di Gaza dopo il loro illegale sequestro da parte della Marina israeliana. Le due organizzazioni stanno seguendo i casi di otto pescatori le cui navi sono state confiscate negli ultimi diciotto mesi.

Il primo agosto 2011, dopo un’intensa corrispondenza, Adalah ha ricevuto una risposta scritta dal procuratore militare della Marina: dozzine di pescatori di Gaza avrebbero ottenuto il permesso di recarsi al valico di Karem Abu Salem (Kerem Shalom) per riprendersi le piccole barche da pesca, hasakat, confiscate loro dalla Marina israeliana nell’ultimo anno e mezzo. Tuttavia, il procuratore militare ha aggiunto che tutti i motori fuoribordo sopra i venticinque cavalli di potenza erano stati smantellati e non sarebbero stati restituiti ai proprietari, perché sarebbe illegale importare a Gaza simili equipaggiamenti.

Il 2 agosto, quando i pescatori sono giunti al valico per riprendere le loro navi, sono rimasti scioccati nello scoprire che tutto quello che gli veniva dato indietro erano i gusci vuoti delle barche da pesca: non solo mancavano i motori, ma erano stati rimossi anche tutti gli equipaggiamenti e gli strumenti per la pesca, del valore di decine di migliaia di shekel.

Un esempio: il 26 aprile 2010, la Marina israeliana ha fatto irruzione nella nave da pesca di Fayyad  Murtaji lungo la costa di Gaza, ha arrestato lui e altri uomini dell’equipaggio  e ha confiscato la barca. L’uomo è stato rilasciato subito, ma non il battello e l’equipaggiamento, incluse reti da pesca per un valore superiore a 13mila shekel (circa 3000 euro), un motore fuori bordo da 21.500 shekel (circa 4.500 euro), scafandri, attrezzatura da pesca e torce, per un valore totale di migliaia di shekelInoltre, ai pescatori è stato chiesto di pagare la tassa di trasporto per spostare le navi da Israele al valico di Karem Abu Salem, tassa tra i 3.500 e i 5mila shekel per ogni battello, e di pagare per trasportarle fino ai porti di Gaza: tutti i pescatori hanno rifiutato di riprendersi le proprie navi da pesca.

La risposta del procuratore militare segue l’intensa corrispondenza legale tra Adalah e Al Mezan e l’Ufficio del Procuratore della Marina, portata avanti negli ultimi dieci mesi. Il legale di Adalah, Fatmeh El-‘Ajou, ha respinto l’accusa della Marina per cui la confisca delle navi sarebbe giunta in risposta alle violazioni delle norme di sicurezza e alla pesca in zona militare chiusa, affermando che le navi sono state messe sotto sequestro all’interno delle aree marittime della Striscia, dove la pesca è permessaCome Adalah ha sottolineato in una lettera datata 20 giugno 2011, il divieto di importare motori fuoribordo da 25 cavalli a Gaza sulla base della legge sul controllo dell’export del 2007, che vieta l’esportazione di equipaggiamento da Israele a Gaza, non può essere applicata a questi casi, che riguardano il sequestro illegale di beni all’interno della Striscia. Adalah ha inoltre argomentato, in una lettera dell’8 settembre 2010, che la confisca delle barche e le condizioni imposte da Israele costituiscono una grave violazione dei diritti di proprietà dei residenti di Gaza, violazione sia della legge interna israeliana che di quella internazionale.

Il legale di Al Mezan, Mervat An Nahhal, ha affermato che il sequestro delle navi da pesca a Gaza rientra nel più ampio contesto del blocco marittimo della Striscia, imposto dall’esercito israeliano. I pescatori sono soggetti a gravi violazioni dei propri diritti, che calpestano la loro dignità e minano le loro possibilità di lavoro, anche se pescano in aree permesse. Dozzine di pescatori sono stati uccisi, feriti e arrestati, le loro proprietà sono state illegalmente sequestrate e molti di loro sono costretti a vivere disoccupati e in povertà. L’avvocato An Nahhal ha sottolineato come queste pratiche costituiscono serie violazioni del diritto internazionale e sono parte della punizione collettiva imposta alla Striscia. Israele viola il divieto a colpire civili in un contesto di occupazione e conflitto armato.

Adalah e Al Mezan continueranno a lavorare insieme per ottenere giustizia per i pescatori gazani.See more details


Gaza fishermen refuse return of confiscated ships stripped of motors, equipment

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