Nablus: coloni danno fuoco ad una moschea e ad Al-Walaje Israele continua a sradicare ulivi

1Nuovo episodio di violenza contro i palestinesi da parte dei coloni israeliani. Questa mattina all'alba alcuni coloni hanno incendiato una moschea nel villaggio di Qufra, a sud di Nablus.Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa palestinese Ma'an, essi sono penetrati all'interno della moschea, hanno fatto delle scritte contro gli arabi, hanno rotto le vetrate e dato fuoco ad alcuni copertoni. La maggior parte del contenuto della moschea è stato danneggiato.

Alcuni testimoni hanno raccontato che alcune decine di coloni hanno poi tirato sassi contro veicoli palestinesi vicino al villaggio di al-Hawara: molti finestrini sono stati rotti e molte vetture danneggiate, tra cui un bus della compagnia Beta.

“Non è la prima volta che avviene un episodio del genere”, ha dichiarato Ghassan Douglas, responsabile del monitoraggio delle attività coloniali nella Cisgiordania settentrionale.

Secondo il quotidiano israeliano The Jerusalem Post quest'aggressione è avvenuta come risposta alla demolizione da parte delle autorità israeliane di tre case nell'avamposto israeliano di Migron, illegale non solo dal punto di vista del diritto internazionale ma anche per la legge israeliana.

Solo due giorni fa un altro episodio di violenza: secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Infopal, il 2 settembre, alcuni coloni armati hanno fatto un'incursione nel villaggio di Jaloud e hanno preso a sassate le case di alcuni abitanti. L'intera aggressione è stata portata a termine con l'appoggio dell'esercito israeliano che ha anche lanciato lacrimogeni contro i palestinesi.

Secondo Ghassan, questi episodi possono “essere la premessa per una nuova escalation di violenza dei coloni israeliani” in previsione dell'iniziativa palestinese di settembre, quando l'Autorità Palestinese chiederà all'ONU il riconoscimento dello stato di Palestina


2  Allarme Al-Walaje: Israele continua a sradicare ulivi  Alle 8 di questa mattina, lunedì 5 settembre, alcuni bulldozer sono arrivati nei campi di ulivi del villaggio di al-Walaje, nell'area di Betlemme. Erano guidati da privati e sorvegliati e protetti dai soldati israeliani. I bulldozer hanno bloccato la strada a tutti gli abitanti, tranne ai membri delle tre famiglie che possiedono la terra. Le famiglie hanno potuto rimanere lì per testimoniare, lamentarsi, piangere, ma nient'altro. Già nella giornata di ieri decine di ulivi erano stati sradicati, solo un mese prima dell'inizio della stagione di raccolta delle olive e una settimana dopo che l'Alta Corte israeliana aveva stabilito che per la sicurezza di Israele era necessario circondare al-Walaje con il Muro di separazione trasformando così il villaggio in una prigione a cielo aperto.

"Alla luce di questa situazione, riteniamo che i danni, causati dal percorso del muro, a coloro che hanno presentato la causa siano proporzionati alla grande sicurezza che deriva dalla recinzione lungo questo percorso", hanno concluso i giudici israeliani. Ora per costruire il Muro, le forze israeliane devono sradicare centinaia di alberi di olivo, distruggendo parte del passato, del presente e del futuro dei 2.400 abitanti del villaggio.

"Stanno facendo enormi danni ambientali qui", ha denunciato il professore ed attivista palestinese Mazen Qumsiyeh. Egli è arrivato dopo i soldati e ha visto come la pila di ulivi sradicati cresceva di ora in ora. Dopo mezzogiorno, le ruspe hanno continuato a lavorare e, secondo Qumsiyeh, continueranno a farlo domani, martedì. Qumsiyeh ha lanciato un appello agli attivisti internazionali e ai palestinesi per unirsi agli abitanti del villaggio e per fare pressione sui soldati affinchè fermino queste azioni criminali.

L'ultima serie di sradicamenti è iniziata nel mese di giugno, due mesi prima della sentenza dell'Alta Corte Israeliana. All'inizio di giugno, secondo quanto riferito da Jamal Barghouti, i soldati israeliani hanno invaso la sua terra e sradicato più di 80 alberi di ulivo e alcuni cipressi che da oltre 70 anni facevano ombra sui campi intorno ad al-Walaje.

Ogni volta che arrivano, i soldati israeliani affermano di star costruendo cancelli speciali in modo che gli agricoltori palestinesi possano continuare a lavorare i loro campi. Eppure, i palestinesi conoscono bene la situazione. Rapporti ed esperienze personali dimostrano che questi cancelli forniscono un accesso limitato e che col tempo i contadini e i proprietari che continuano a coltivare le loro terre dall'altra parte del muro di separazione sono una minoranza destinata a diminuire e ad estinguersi.


http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/settlers-violence/3124-nablus-coloni-danno-fuoco-ad-una-moschea

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