Abraham Yehoshua "Il vero castigo di Günter Grass"


  Lo scrittore israeliano risponde al Nobel tedesco dopo la poesia-denuncia sulla potenza nucleare di Gerusalemme come minaccia per la pace mondialeMARIO BAUDINO
“Perché dico solo adesso, / da vecchio e con l’ultimo inchiostro: / La potenza nucleare di Israele minaccia / la così fragile pace mondiale? / Perché deve essere detto / quello che già domani potrebbe essere troppo tardi». Günter Grass, con questi versi che fanno parte di una lunga poesia pubblicata nei giorni scorsi, si è guadagnato la qualifica di «persona non grata» in Israele, i calorosi complimenti del regime iraniano, un nugolo di polemiche, accuse vibranti di antisemitismo. Nello stesso testo si dichiara peraltro «amico» dello Stato di Israele. Per lo scrittore tedesco, il suo è un invito alla pace. Per uno scrittore israeliano come Abraham Yehoshua queste parole suonano come poco più di una pericolosa sciocchezza. Dal suo ufficio di Haifa, ci spiega d’aver letto la versione ebraica «pubblicata sui nostri quotidiani». Ne è stato piuttosto colpito.
Che cosa ha pensato?«Che quando un autore di prosa comincia a scrivere poesie diventa pericoloso. Ma al di là delle battute, proprio non capisco perché uno come Günter Grass, a 85 anni, con un Nobel alle spalle, un nuovo libro, una fama consolidata, una stima diffusa nel mondo intellettuale, possa affrontare i problemi del Medio Oriente accontentandosi di valutazioni così approssimative».
Che cosa gli rimprovera?«Di non aver capito il pericolo rappresentato dall’Iran nel processo di pace. Che è peraltro ben chiaro agli stessi palestinesi. L’Iran è un paese con cui abbiamo avuto nel tempo molti legami, c’è persino una comunità ebraica. Ora però un regime fanatico non ha altra scelta, per perpetuarsi, di riunire gli islamici sotto la bandiera della sharia contro Israele. Rappresenta un pericolo gravissimo, cui non possiamo cedere».
Dunque Grass si è accontenato di luoghi comuni, non ha approfondito l’argomento. È solo questo il problema?«Ma sì, non ha capito niente. Pensare che non era così complicato informarsi. I palestinesi, per esempio, sono ben consci che le minacce iraniane a Israele rappresentano un pericolo anche per loro. Il nostro premier Netanyahu, in maniera speculare, tende a spostare la questione palestinese sulla questione iraniana. Ma sono proprio i palestinesi a chiedere agli iraniani: che ci fate qui. A tenerli il più possibile lontani».
La poesia e ciò che ne è seguito sono solo un gigantesco equivoco, una gaffe?«Se Grass si fosse informato, avrebbe evitato di scrivere cose non vere. Si deve parlare di palestinesi e di processo di pace, questo sì. Non capisco perché non l’abbia fatto».
È stato accusato di antisemitismo.«Nella storia il rapporto con gli ebrei di tanto in tanto diventa folle, impazzisce, questo è certo. Non credo però che Grass sia antisemita. Anzi lo escludo. Non tutti ricordano che partecipò alla visita di Willy Brandt nel 1973, la prima visita ufficiale di un cancelliere tedesco in Israele. Diciamo piuttosto che le sue posizioni e analisi politiche non sono sempre state particolarmente felici».
Sta pensando all’89?«Quando si dichiarò contrario all’unificazione tedesca, annunciando che non avrebbe funzionato. Guardi il risultato: la Germania è ora uno degli Stati più prosperi e potenti del mondo».
Sta dicendo che non va preso troppo sul serio?«Io sotto questo aspetto non lo prendo sul serio. E aggiungo: prima di scrivere poesie, ci pensi un po’».
Il vostro governo lo ha dichiarato persona non grata. Come forma di critica letteraria non è un po’ eccessiva?«Il bando non va bene, assolutamente no. Ognuno deve essere libero di visitare Israele. Anzi, la risposta migliore a Grass sarebbe di lasciarlo venire, in modo che magari riesca a capire meglio la situazione».
Lei stesso però ha detto di considerarlo pericoloso. In che senso?«Perché invece di criticare la politica israeliana sui vari problemi all’ordine del giorno, che ci sono, e gravi, sposta l’attenzione su temi propagandistici. Infatti il regime iraniano si è subito complimentato con lui. E non solo».
Sta pensando ai neonazisti tedeschi?«Che sono sempre più attivi, e rappresentano un altro pericolo vero».
Il vostro ministro degli Esteri, Liebermann, ha parlato esplicitamente di razzismo. Il ministro dell’Interno, Yishai, ha ricordato la militanza giovanile di Grass nelle SS, che lui stesso aveva confessato nell’autobiografia.«Ripeto, non è un problema di antisemitismo. Anzi, il plauso che gli è venuto anche dai neonazisti mi pare sia già, di per sé, il vero castigo di Grass».



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