Amira Hass :L’esercito israeliano manterrà la Valle del Giordano libera da Palestinesi .


 Amira Hass – 18 aprile 2012
L’unico eccesso di stupidità di cui può essere accusato il vicecomandante di brigata, tenente colonnello Shalom Eisner, è di aver colpito un giovane biondo davanti a una telecamera. Altri comandanti e i loro subordinati impareranno la lezione. Controlleranno che non ci siano telecamere sovversive prima di continuare a fare quello che in questo Far West non è eccezionale. Principalmente prenderanno a botte i palestinesi, nonché gli attivisti contro l’occupazione, con il calcio del fucile, con gli scarponi o semplicemente con i pugni.  I soldati che picchiano i palestinesi non sono generalmente filmati e i (pochi) rapporti scritti che esistono sono facilmente scartati come bugie e propaganda, sono dimenticati immediatamente o semplicemente non vengono letti.
Com’è ben oliato il meccanismo della negazione, che reprime la violenza israeliana. Le percosse sono state, e sono, parte integrante della nostra dominazione ostile sui palestinesi. Vero, non tutti i soldati picchiano, ma quelli che non percuotono, raramente intervengono quando i loro commilitoni lo fanno, e restano zitti.  Nell’era della separazione, quando ci sono meno frizioni che in passato tra i soldati israeliani e i palestinesi, e persino i posti di controllo e le celle al loro interno sono gestiti con telecomandi, sono diminuiti le possibilità di tirare un ceffone qua o dare un calcio là.  I manifestanti disarmati in questi giorni sono più a rischio di essere feriti o addirittura uccisi da candelotti lacrimogeni o da pallottole dalla punta di gomma che da un calcio di fucile in faccia.
Ma è sufficiente ascoltare il bambini e gli adolescenti palestinese raccontare i loro arresti con la copertura del buio per rendersi conto della misura in cui i soldati aggiungono il loro tocco personale a un compito che è violento per definizione.  Non si limitano a usare le manette e le bende con su questi ragazzi, ma li gettano anche sul pavimento delle jeep e li prendono a calci e colpi nel corso del tragitto.  E non abbiamo nemmeno citato testimonianze da Hebron e le violenze non fisiche commesse dagli ingegneri, dai dirigenti governativi e dai soldati, come quando proibiscono ai palestinesi di attingere alle condutture della società israeliana dell’acqua Mekrot che passano sulle loro terre, a spese delle sorgenti naturali usate dai loro genitori.  Di fatto non c’è alcun momento nel nostro regime militare che non sia violento,  non c’è nemmeno un minuscolo fazzoletto di terra che non sia contrassegnato dalla violenza. Tutto è stato, e continuerà ad essere, documentato e la maggioranza degli israeliani continuerà a non voler sapere.
La destra ha ragione. Eisner è diventato un capro espiatorio, il soldato di basso rango che viene sempre incolpato, ma questa volta con due  foglie di quercia sulle spalline.  Forse la sua corporazione professionale si è affrettata a condannarlo in uno sforzo di conservare la propria immagine rispettabile, non di parte nell’interesse della propria carriera politica ed economica. D’altro canto accade spesso che avere un atto di violenza annotato nel proprio ruolino militare non è un ostacolo alla promozione.  E allora perché tanto chiasso? La risposta è semplice. Parte del ruolo della corporazione consiste nel celare la violenza fondamentale, pianificata, integrale che è parte integrante del suo dispiegamento sul territorio occupato.  Tale occultamento rende la violenza una norma indiscussa.
La corporazione ha ragione. Gli attivisti stranieri hanno messo in atto una provocazione. Diversamente dagli israeliani, che vivono ad anni luce di distanza dalla Valle del Giordano, questi stranieri sanno che questa enorme porzione della West Bank (costituendone il 28% del territorio) è interdetta alla maggior parte dei palestinesi, come risultato di una politica israeliana violenta e per nulla impulsiva.   La maggior parte della valle è vietata ai palestinesi a fini residenziali, agricoli, di allevamento e industriali. Si immagini cosa succederebbe se i palestinesi insistessero a voler entrare nella regione per escursioni e picnic! A causa del divieto di fatto diventerebbe immediatamente una sede di proteste (in altre parole, una provocazione e un pericolo per gli innocenti soldati) come Bil’in,  Kafr Qaddum e al-Nabi Saleh.
Ma non preoccupatevi. La corporazione avrà ragione di Eisner e continuerà ad adempiere alla missione affidatagli: mantenere la Valle del Giordano libera da palestinesi.L’esercito israeliano manterrà la Valle del Giordano libera da Palestinesi

Roads linking Al Aqaba village to its neighbors in Jordan Valley are again destroyed

A Palestinian mayor issues desperate appeal to the world to restore his village’s lifeline

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