Israele: reazione estremista al boicottaggio sudafricano


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AIC - Alternative Information Center
23.05.2012
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Israele: reazione estremista al boicottaggio sudafricano

di Connie Hackbarth
Razzisti! Complici della morte degli ebrei! Non si sono fatte attendere critiche all’ambasciatore del Sud Africa e reazioni da parte del governo israeliano e della destra alla decisione sudafricana di bandire dal Paese i beni prodotti nelle colonie israeliane in Cisgiordania.
                     
Il governo israeliano, l’intera coalizione di maggioranza e la destra stanno lottando per chi reagisce nel modo più estremo alla decisione del Sud Africa di bandire dai proprio mercati i prodotti delle colonie israeliane in Cisgiordania, etichettati come “Made in Israel”.

Il ministro degli Esteri israeliano ha annunciato che l’ambasciatore del Sud Africa a Tel Aviv sarà chiamato oggi (lunedì 21 maggio, ndr) per critiche ufficiali, aggiungendo che “questa non è una opposizione politica agli insediamenti, ma significa imprimere negativamente un timbro contro uno Stato secondo criteri politici e nazionali. Si tratta di una misura razzista”. 
Il parlamentare della Knesset, Arieh Eldad (membro del partito di estrema destra Yechud Leumi) è andato oltre, chiedendo al governo di marcare tutti i prodotti importati dal Sud Africa con l’etichetta: “Attenzione! Prodotto sudafricano. La storia stabilisce: l’antisemitismo è responsabile della morte degli ebrei”. 
La direttiva del governo riguardante l’etichettatura dei prodotti delle colonie, emessa dal Ministero sudafricano per il Commercio e l’Industria, sottolinea che “i consumatori in Sud Africa non dovrebbero essere indotti all’errore, credendo che i beni prodotti nei Territori Occupati Palestinesi sono prodotti in Israele”. “Il governo del Sud Africa – continua la nota – riconosce lo Stato di Israele soltanto all’interno dei confini stabiliti dalle Nazioni Unite nel 1948”, non includendo i Territori Palestinesi Occupati. 
Il quotidiano israeliano Ha’aretz ha riportato la dichiarazione di un ufficiale del Ministero degli Esteri israeliano, secondo il quale “gruppi pro-israeliani si stanno organizzando in Sud Africa per presentare le loro obiezioni per provare a eliminare o modificare la direttiva”, obiezione che va presentata entro 60 giorni. 
Diversi quotidiani israeliani stanno pubblicando articoli affermando che una tale decisione avrà il principale effetto di danneggiare i 15mila palestinesi che lavorano nelle zone industriali delle colonie in Cisgiordania. Un proprietario di una fabbrica, rimasto anonimo, è stato citato dal sito di informazione vicino al movimento dei coloni, Arutz 7: “Se come risultato di una tale misura saremo costretti a spostare la fabbrica fuori dalla Giudea e la Samaria (la Cisgiordania, ndr) e a trasferirla all’interno della Linea Verde, continueremo ad assumere lavoratori israeliani, ma non quelli palestinesi”. 
Il Palestinian Popular Struggle Coordination Committee appoggia il Sud Africa per l’iniziativa. Il coordinatore Mohammed Khatib ha detto che la direttiva “è un passo importante che dovrebbe essere seguito dal boicottaggio completo di tutti i prodotti in Sud Africa, non importa quale sia  l’etichetta”. 
Anche la Danimarca sta pensando di bandire i prodotti delle colonie israeliane in Cisgiordania, etichettati come “Made in Israel”.  “Si tratta di una decisione che mostri chiaramente ai consumatori che tali beni sono prodotti secondo condizioni che né il governo danese né gli altri governi europei approvano – ha detto il ministro degli Esteri danese, Villy Søvndal Søvndal, al quotidiano Politiken – Sarà una scelta dei consumatori se acquistare o meno tali prodotti”. 
Tradotto in italiano da Emma Mancini (Alternative Information Center)



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