Gli Stati Uniti a favore della distinzione tra profughi palestinesi “personalmente espulsi” e i loro discendenti.


Mondoweiss
24.05.2012

Gli Stati Uniti a favore della distinzione tra profughi palestinesi “personalmente espulsi” e i loro discendenti.
di Allison Deger 
Oggi il governo degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione per fare una distinzione tra i palestinesi “espulsi personalmente” nel 1948 e i milioni dei loro discendenti. Il conteggio verrà effettuato dal Dipartimento di Stato e comprenderà solo i profughi che fruiscono dei servizi dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA).
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Noto come emendamento Kirk dal nome del suo estensore il senatore Mark Kirk (Repubblicano dell’Illinois), il progetto di legge recita: 
Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione. Non oltre un anno dalla promulgazione di questo Atto, il Segretario di Stato dovrà sottoporre al Comitato per gli Stanziamenti un rapporto che esponga in modo dettagliato il numero delle persone che attualmente usufruiscono dei servizi dell’UNRWA 1) di chi la Palestina era il luogo di residenza tra il giugno 1946 e il maggio 1948 e chi venne scacciato personalmente a seguito del conflitto arabo-israeliano del 1948 (“tali persone”); 2) chi erano i figli di tali persone; 3) chi erano i nipoti di tali persone; 4) chi erano discendenti di tali persone e non altrimenti inclusi nei casi 2) e 3); 5) chi abita nella West Bank e chi a Gaza; 6) chi non risiede nella West Bank o a Gaza, ed è cittadino di altri paesi; 7) di chi la Palestina era il luogo di residenza tra il giugno del 1946 e il maggio del 1948 e che vennero scacciati personalmente a seguito del conflitto arabo-israeliano, che attualmente non risiedono nella West Bank o a Gaza e che, al momento, sono cittadini di un qualche altro stato. 
Originariamente, il testo della risoluzione di questa mattina pretendeva di ridefinire i profughi palestinesi come coloro che erano stati scacciati durante il 1948 e non i loro discendenti. Tuttavia il senatore Patrick Leahy (D – VT) ha emendato il testo in commissione. La stesura precedente recitava: 
La politica degli Stati Uniti nei confronti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA) deve essere tale che una persona viene considerata come profugo palestinese qualora il suo luogo di residenza tra il giugno del 1946 e il maggio del 1948 era la Palestina, dalla quale è stato scacciato personalmente a seguito del conflitti arabo – israeliani del 1948 e 1967, e che al momento non risiede nella West Bank o a Gaza e non è cittadino di un qualche altro stato.  
Secondo il sistema di classificazione dato dall’emendamento Kirk relativo ai profughi palestinesi, il numero delle persone “cacciate via” si sarebbe ridotto a circa 30.000 e i rimanenti 4,7 milioni di profughi sarebbero stati elencati come eredi. 
Gli Stati Uniti, contribuendo con 250 milioni di dollari all’anno, rappresentano da soli il più grande donatore dell’UNRWA. Il blog di Foreign Policy’s , The Cable, suggerisce che l’obiettivo dell’emendamento sia il taglio dei contributi finanziari degli Stati Uniti all’UNRWA e la riduzione del numero dei palestinesi aventi il diritto legale al ritorno come sancito dal diritto internazionale. 
Malgrado ciò, l’ufficio di Kirk sostiene che la legge riguarda il conteggio e non i tagli. “L’emendamento chiede semplicemente una fondamentale trasparenza da parte di chi riceve i sussidi dei contribuenti statunitensi,” afferma Kate Dickens, una portavoce di Kirk. “Un voto contrario a tale emendamento è un voto che non permette ai contribuenti statunitensi di ricevere informazioni fondamentali su un’agenzia che essi finanziano.” 
I palestinesi rappresentano la più vasta popolazione di profughi del mondo. Ci sono circa sette milioni di palestinesi profughi sparsi nel mondo e oltre cinque milioni di loro sono registrati presso le Nazioni Unite. 
(tradotto da mariano mingarelli)

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Il Senato degli USA rivede la definizione di profughi per i palestinesi

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The Israeli Times

Il Senato degli Stati Uniti rivede la definizione di “profughi” palestinesi.
‘ONU afferma che ci sono 5 milioni di profughi palestinesi, il senato degli Stati Uniti sostiene che esso è di oltre 160 volte troppo alto.

di Ari Ben Goldberg


Washington – Giovedì notte, il Senato degli Stati Uniti ha approvato l’espressione linguistica che potrebbe fare diminuire il numero dei profughi palestinesi riconosciuti dagli USA da 5 milioni a circa 30.000.
                      

Un emendamento a un disegno di legge, proposto dal senatore repubblicano dell’Illinois Mark Kirk, pretende che il Dipartimento di Stato faccia una distinzione tra i palestinesi scacciati a seguito della creazione di Israele nel 1948 e quelli che ne sono i discendenti.

Quasi tutti concordano sul fatto che circa 650.000 palestinesi fuggirono o furono costretti ad abbandonare le loro case tra il giugno del 1946 e il maggio del 1948. Ma quando si tratta di conteggiare il numero dei profughi palestinesi attualmente in vita, la matematica si fa confusa.

Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA) – il principale ente che ha il compito di fornire assistenza ai profughi palestinesi – al momento di rifugiati se ne contano più di 5 milioni. Tuttavia il numero dei profughi palestinesi in vita che sono stati espulsi personalmente durante la guerra di indipendenza di Israele è stimato essere di circa 30.000.

Questa disparità si spiega con le decisioni prese dall’UNRWA nel 1965 e nel 1982 di ampliare la definizione di “profughi” tanto da includervi i figli e i nipoti dei palestinesi scacciati. Oggi, il bilancio annuale dell’UNRWA ammonta a circa  600 milioni di dollari, di cui  250 milioni rappresentano il contributo degli Stati Uniti. Nel complesso, dalla fondazione dell’Agenzia delle Nazioni Unite, avvenuta nel 1949, gli Stati Uniti hanno contribuito con 4,4 miliardi di dollari.
                                                        

Se il Comitato per gli Stanziamenti del Senato degli Stati Uniti va avanti per la sua strada, tutto ciò potrebbe cambiare significativamente. Giovedì, il Comitato ha approvato un’espressione linguistica che introdurrebbe una distinzione tra profughi palestinesi in vita nel 1948 e i loro attuali discendenti. L’emendamento Kirk al progetto di legge sugli stanziamenti per la politica estera richiede che il Dipartimento di Stato riferisca entro un anno, tra le persone che ricevono un sussidio dall’UNRWA, quante sono quelle che sono state scacciate di persona e quanti sono i loro discendenti. Quest’ultimo numero, stimato di circa 30.000, verrebbe utilizzato per la formulazione delle politica degli Stati Uniti sulla questione dei profughi palestinesi.

Scrivendo su politica estera,  Jonathan Schanzer della Fondazione per la Difesa delle Democrazie, cita uno studio che stima il numero dei profughi palestinesi innalzarsi a quasi 15 milioni entro il 2050, se l’UNRWA non introduce una riforma al suo metodo di contabilizzazione. Tuttavia, Schanzer prevede che ci sarà molta resistenza al provvedimento del senato.
                                                                
“Negli ultimi anni, politici ed esperti in politica, tra cui un ex amministratore dell’UNRWA, hanno sollecitato una riforma dell’Agenzia. Questa però non solo non ha mostrato incertezze, ma si è preparata per lo scontro”, ha riferito. “L’UNRWA ha messo su a Washington un reparto con due professionisti esperti del Colle, nonostante il fatto che i suoi interventi siano incentrati interamente in Medio Oriente, anticipando la necessità di quello che sembra essere un vero e proprio sforzo di lobby finalizzato alla difesa della propria missione. Lo scorso anno, l’Agenzia si è perfino trastullata cambiando il proprio nome nel tentativo di dare lucentezza alla propria immagine in Occidente.”

Il Dipartimento di Stato che, all’inizio di quest’anno,  che ha promesso all’UNRWA un ulteriore stanziamento di 10 milioni di dollari, fa un gran chiasso per contrastare il provvedimento. Ma Schanzer sostiene che “brontolii di questo genere saranno probabilmente una pallida cosa se confrontati al clamore che ci si attende nella West Bank, a Gaza e nei campi profughi palestinesi dei vicini paesi arabi.” 

“Nella cultura politica palestinese, la narrativa dei profughi è sacra. I leader palestinesi non metteranno soltanto in discussione la nuova normativa qualora il Congresso l’approvi. Anzi è per una giusta scommessa che si mobiliteranno. Quando, nel luglio 2011, l’UNRWA ha soltanto rimuginato un cambio di nome, i palestinesi hanno organizzato proteste e sit-in. Proporre modifiche reali potrebbe causare anche un’esplosione di violenza,” afferma.

Sul Newsweek/The Daily Beast, Lara Friedman della sinistra indipendente  degli Americani per la Pace, critica Kirk per aver cercato di risolvere “in modo unilaterale” il problema dei profughi “al di fuori dei negoziati.” Lei ritiene che il problema debba essere risolto in negoziati bilaterali sullo status permanente tra Israele e i palestinesi e aggiunge che, anche se trasformato in legge, l’emendamento Kirk non sarebbe in grado di funzionare.

“I palestinesi che si considerano profughi non lo fanno semplicemente perché l’UNRWA o qualcun altro dà loro il permesso di farlo,” sostiene. “Lo fanno perché questa è la loro esperienza personale e il loro racconto personale. Forzare le Nazioni Unite a ridefinire milioni di loro che non sono più qualificabili ufficialmente come profughi non muterà la loro definizione di se stessi, e non agevolerà la possibilità di risolvere la questione nel futuro. In realtà, renderà tutto molto più difficile, dal momento che i nuovi termini di riferimento di Kirk approvati saranno totalmente disconnessi dai problemi reali che sono al centro del conflitto.”

L’uffico di Kirk spiega che, tuttavia, la normativa non richiede che ci sia un’interruzione totale negli aiuti somministrati dall’UNRWA ai palestinesi discendenti bisognosi.

Cambia, invece, il modo in cui vengono considerati dagli Stati Uniti – come persone che vivono al di sotto della soglia di povertà piuttosto che come profughi. Si sostiene che la modifica migliorerà le possibilità di una pace tra israeliani e palestinesi, in quando potrebbe cedere il passo a un “diritto al ritorno” per i palestinesi, senza che si determini il suicidio demografico di Israele.

(tradotto da mariano mingarelli)




IPAC dietro legge USA sui rifugiati palestinesi e sull 'UNRWA




di Luca Salerno


Beit Sahour 12 Giugno 2012 - Secondo il quotidiano Haaretz, la proposta di legge sul riconteggio dei rifugiati palestinesi, attualmente al vaglio del senato americano, è stata ideata nell'ufficio di Gerusalemme di Einat Wilf (Membro della Knesset), insieme ai rappresentanti dell'AIPAC e dello staff di Mark Kirk (Membro del Senato e sponsor della legge).


Il mese scorso, il Comitato Stanziamenti del Senato ha approvato un emendamento che chiede, per la prima volta, al Dipartimento di Stato americano di fare un "conteggio" dei profughi palestinesi. In particolare si domanda che siano specificati quanti dei 5 milioni di palestinesi che attualmente ricevono aiuti dall'UNRWA (circa 250 milioni di dollari l'anno) siano stati personalmente cacciati dalle loro abitazioni nel '48 e quanti invece siano i discendenti di quest'ultimi.


Secondo la ricostruzione di Haaretz, dopo la richiesta dell'Autorità Palestinese di riconoscere la Palestina come stato membro alle Nazioni Unite, Einat Wilf avrebbe iniziato un intensa attività diplomatica per modificare la definizione dei "rifugiati palestinesi". Una volta scritta la bozza di legge i funzionari dell'AIPAC hanno avuto numerosi incontri con diversi senatori americani nel tentativo di ottenere il loro sostegno alla legge Il Dipartimento di Stato si è duramente opposto alla proposta di legge affermando che gli Stati Uniti riconoscono lo status di rifugiati dei 5 milioni di palestinesi, e accettano la definizione dell'UNRWA di discendenti di profughi come rifugiati stessi, senza però riuscire ad ottenere la cancellazione del disegno di legge ma solo una sua modifica.


Wilf ha affermato che "la costruzione di insediamenti e lo stato continuo di rifugiati palestinesi sono entrambi ostacoli alla pace". "Non ho nulla contro i discendenti dei rifugiati e non sto chiedendo loro di rinunciare al loro sogno di tornare, ma se vogliamo una soluzione a due stati, UNRWA non può continuare ad aiutare l'inflazione dei rifugiati. Si finisce per danneggiare la pace".


L'articolo di Haaretz è disponibile all'indirizzo: Israeli MK, AIPAC behind Senate bid to cut total number of Palestinian refugees


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Parlamentare della Knesset, l'AIPAC dietro tutto.

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Parlamentare della Knesset, l’AIPAC dietro alla dichiarazione del Senato di ridurre il numero totale dei profughi palestinesi.
L’emendamento approvato di recente richiede che il Dipartimento di Stato specifichi quanti dei 5 milioni di palestinesi che ricevono un sostegno dalle Nazioni Unite sono profughi che sono stati personalmente scacciati dalle loro case nel 1948, e quanti sono i loro discendenti.
 di Barak Ravid 
Alla fine del mese scorso, Capitol Hill a Washington ha subito una scossa quando la Commissione per gli Stanziamenti del Senato ha approvato un emendamento che prevede che il Dipartimento di Stato, per la prima volta, faccia un “conteggio” dei profughi palestinesi.
L’emendamento ha espresso la richiesta che il Dipartimento di Stato specifichi quanti dei 5 milioni di palestinesi che vengono aiutati dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA) sono profughi che sono stati cacciati via dalle proprie case personalmente nel 1948 e quanti sono i loro discendenti. 
                          
Noto come l’emendamento Kirk, dal nome del suo patrocinatore, il senatore repubblicano dell’Illinois Mark Kirk, considerato uno dei più forti sostenitori di Israele a Washington, la proposta di legge cela nelle sue 150 e passa parole una feroce battaglia tra i legislatori repubblicani e il Dipartimento di Stato sulle relazioni degli Stati Uniti con le istituzioni delle Nazioni Unite. 
Ogni anno, gli Stati Uniti stanziano 250 milioni di dollari all’UNRWA, che fornisce cibo, così come servizi sanitari, istruzione e lavoro a milioni di palestinesi in Giordania, in Libano, nella Striscia di Gaza e nella West Bank. Per anni i rappresentanti del Congresso hanno cercato di ridurre l’entità dei contributi degli Stati Uniti per l’Agenzia, sulla base del fatto che l’UNRWA è nata per errore e che le sue politiche sono anti-israeliane. 
Ciò che non è comunemente noto nella Beltway è che l’emendamento Kirk ha avuto i suoi natali presso l’ufficio di Gerusalemme della parlamentare della Knesset Einat Wilf (Atzmaut), che ha lavorato per mesi, insieme con i lobbisti dell’AIPAC e il personale di Kirk, per promuovere la modifica. 
Lo scorso settembre, mentre i palestinesi preparavano la loro proposta di legge unilaterale alle Nazioni Unite, la Wilf si è incontrata in Israele con i rappresentanti della lobby filo-israeliana. “Ho chiesto loro perché non stessero facendo nulla per ciò che riguarda l’UNRWA,” ha affermato la Wilf, aggiungendo: “La risposta che ho ricevuto è stata che nel passato personalità del governo israeliano avevano bloccato tali iniziative.” 
La Wilf si è incontrata con l’alto funzionario del ministero della difesa, Amos Gilad, per spiegargli che lei avrebbe cercato di porre fine alla politica dell’Agenzia che riconosce lo status di rifugiato anche alle generazioni di profughi palestinesi che si sono succedute. “Le attività dell’UNRWA perpetuano il conflitto israelo-palestinese invece di risolverlo,” sostiene la Wilf. 
In una lettera inviata a gennaio alla Wilf, Gilad ha posto dei limiti al suo avvio, scrivendo che il bilancio dell’UNRWA non deve essere pregiudicato , e che l’UNRWA svolge un ruolo importante nel sostegno della popolazione palestinese.” 
“Si deve evitare qualsiasi circostanza che metta a repentaglio il trasferimento di tali servizi [UNRWA], servizi che sono consoni agli interessi di Israele, “ ha aggiunto Gilad. 
Dopo che il ministro degli esteri Avigdor Lieberman e Ron Dermer, consigliere per la politica estera del primo ministro Benjamin Netanyahu, hanno dato la loro approvazione agli sforzi della Wilf, lei è ritornata dai membri dello staff di AIPAC, avvicinando anche l’ex direttore dell’organizzazione per la politica estera che attualmente lavora per uno Think Tank di Washington, Steven J. Rosen, per ottenere che le cose possano procedere a Capitol Hill. 
Nel mese di aprile la Wilf e Rosen si sono incontrati con il vice capo dello staff di Kirk, Richard Goldberg. Kirk si sta riprendendo da un ictus subito alcuni mesi fa, e nel frattempo Goldberg si occupa delle iniziative legislative del senatore. 
Dopo che era stato formulato un progetto preliminare di disegno di legge, funzionari dell’AIPAC sono saliti a bordo nel tentativo di farlo passare, facendo incontri con molti dei senatori della Commissione per gli Stanziamenti al fine di influenzarli per un sostegno alla legge. 
Tuttavia, contrari all’iniziativa erano i funzionari del Dipartimento di Stato che hanno optato per l’invio di una lettera redatta con durezza al presidente della Commissione per gli Stanziamenti del Senato, Patrick Leahy. 
Nella lettera, il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che gli Stati Uniti hanno riconosciuto lo status di profugo a 5 milioni di palestinesi e che accettano la definizione dell’UNRWA riguardante i discendenti dei profughi equivalente a quella dei profughi stessi. 
Anche se l’opposizione del Dipartimento di Stato è riuscita a modificare il disegno di legge, non ha ottenuto la sua cancellazione, con la possibilità che alla fine la normativa passi in commissione. 
L’emendamento serve come un precedente, in quanto rappresenta la prima volta che una Commissione del Senato pone delle richieste all’Amministrazione americana concernenti l’UNRWA tramite normative di legge, anche se si tratta solo di una richiesta di informazioni. 
Rispondendo alla relazione, la Wilf ha dichiarato che la sua posizione era che “la costruzione di colonie e il perdurare dello status dei palestinesi profughi sono entrambi ostacoli alla pace.” 
“Non ho nulla contro i discendenti dei profughi e non sto chiedendo loro di rinunciare al sogno di ritornare, ma se vogliamo una soluzione a due-stati, l’UNRWA non può continuare ad aiutare un’inflazione di profughi”, ha aggiunto, dicendo: “Si finisce per danneggiare la pace.” 
(tradotto da mariano mingarelli)

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