Moni Ovadia :Il massacro della Diaz purtroppo non è solo un film


La sentenza della cassazione sui gravissimi atti di violenza perpetrati da forze di polizia contro cittadini inermi in occasione del G8 di Genova del 2001 sta per essere emessa. La società democratica italiana aspetta che finalmente si faccia giustizia e che si vada a fondo per portare alla luce le vere ragioni di quell’orrore degno dei più brutali regimi autoritari. L’episodio più grave di quel tempo ebbe luogo nella notte fra il 21 e il 22 di luglio nella scuola Diaz, dove i manifestanti avevano trovato alloggio per riposarsi e dormire a manifestazione ultimata. Gli agenti irruppero in quella scuola e si scatenarono contro i manifestanti inermi con inaudita ferocia. Le violenze, con un ignobile corredo di umiliazioni, di torture fisiche e psicologiche proseguirono alla caserma Bolzaneto dove parte dei manifestanti massacrati furono trascinati prelevandoli dagli ospedali. Amnesty international ha dichiarato che in quella terribile notte ebbe luogo il più grave atto di abrogazione dello stato di diritto mai avvenuto in una nazione democratica nel secondo dopoguerra. Perché una tale brutale violazione della civiltà costituzionale e dei più sacri valori giuridici è potuta avvenire in un paese come il nostro in tempo di pace? La risposta più ovvia è che all’interno delle istituzioni repubblicane e negli apparati dello Stato che esercitano le funzioni più delicate per la tutela della democrazia e della sicurezza dei cittadini, di tutti i cittadini, alligna un’anima nera che ancora coltiva passioni e pulsioni fasciste. L’Italia non ha fatto i conti con il suo passato o li ha fatti solo nelle forme retoriche dei giorni della festa. La sottocultura violenta del fascismo non è solo prerogativa delle formazioni pseudo politiche dell’estrema destra. Come si spiegano altrimenti le sceneggiate fasciste che accompagnavano i pestaggi e le torture di Genova 2001 ad opera di rappresentanti dello Stato? Come si spiegano gli anni della strategia della tensione, i depistaggi di Stato nelle indagini sugli attentati che hanno insanguinato il nostro Paese da Piazza Fontana a piazza della Loggia alla stazione di Bologna? Come si spiega il fatto che l’Italia abbia sottoscritto la convenzione Onu contro la tortura ma non l’abbia ancora ratificata accogliendo nei codici il reato corrispondente? La massima severità nei confronti di chi violando le norme più sacre della nostra Costituzione antifascista ci ha riprecipitati nell’infamia del fascismo anche se solo per una notte è un’occasione irrinunciabile per uscire dalla barbarie in cui viviamo legittimando ancora oggi la tortura.



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