Quo vadis NATO?La prossima missione della NATO sarà nel Medio Oriente di Ramazan Gözen


Quo vadis NATO?
11/06/2012
Original Version: Quo vadis NATO?
La prossima missione della NATO sarà nel Medio Oriente scosso dalle rivoluzioni arabe – profetizza l’accademico turco Ramazan Gözen
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Il più grande vertice NATO che si sia riunito fino ad oggi si è tenuto a Chicago dal 20 al 22 maggio: oltre ai 28 Paesi membri, hanno presenziato anche altri 60 Capi di Stato.
Il summit sembra essere destinato a diventare lo spartiacque non solo per le Nazioni partecipanti, ma anche per la sicurezza e le politiche mondiali, e passi coraggiosi sono stati fatti rispetto all’incontro svolto a Lisbona nel 2010. Chicago, dove l’attuale Presidente Barak Obama ha iniziato a fare politica, questa volta ha fatto notizia per aver orientato la NATO verso una nuova direzione: le delibere prese all’interno dell’incontro hanno conferito all’organizzazione maggiori ruoli, e più impegnativi.
La decisione più importante riguarda la consegna del sistema di allerta “Interim Missile Defence Capability”, da poco sviluppato dagli Stati Uniti, a Kürecik, in Turchia: questo segna la prima fase per la creazione di un sistema di difesa antimissile della NATO. Il secondo provvedimento rilevante del vertice di Chicago è stato l’introduzione di un nuovo concetto di difesa e sicurezza chiamato “Smart Defence”, difesa intelligente. La terza decisione concerne la fine della missione NATO “International Security Assistance Force” (ISAF) in Afghanistan. Inoltre sono state create partnership con 13 paesi di differenti parti del mondo. È possibile dire che la Turchia è una zona cruciale in relazione alle decisioni della NATO e delle sue proiezioni future.
Si potrebbe sostenere che le recenti delibere del vertice, che rendono la NATO un’organizzazione internazionale di sicurezza e di difesa, preannunciano un nuovo ordine mondiale e una nuova Turchia. Questo organismo internazionale è nato con la Guerra Fredda per opporsi all’Unione Sovietica ed al Blocco Orientale. Quando ci si aspettava che la sua missione terminasse, con la fine di questo periodo, la NATO ha iniziato a giocare un ruolo più attivo, dai Balcani all’Asia Centrale. Le missioni in Kosovo e in Afghanistan hanno reso la NATO un’organizzazione di “nation-building”: se in Kosovo si sono ottenuti grandi risultati, le operazioni in Afghanistan si sono rivelate un fallimento, danneggiando la reputazione dell’organizzazione stessa. Comunque gli Stati Uniti, che sono la spina dorsale e la mente della NATO, hanno rafforzato quest’organismo con nuove missioni.
Il vertice di Chicago è stato preparatorio per una nuova missione. Avendo giocato un ruolo cruciale tra le due sponde dell’Atlantico, nei Balcani e in Asia Centrale, ora la NATO si è concentrata sul Medio Oriente ed allo stesso tempo sta intessendo relazioni con il mondo intero. Riunire 60 Stati è un risultato considerevole nella storia e nell’evoluzione dell’Organizzazione, in quanto ha fatto incontrare un terzo di tutti i Paesi del mondo sotto lo stesso tetto.
NATO: MENTALITÀ DA GUERRA FREDDA
Da un lato la mentalità da Guerra Fredda della NATO è evidente: essendo interessata alla difesa e alla sicurezza militare, ha ancora rivali da combattere nel mondo. Nonostante i nomi dei nemici non vengano pubblicamente sbandierati, si tratta di “Stati non occidentali”, specialmente quelli colpiti dall’onda della Primavera Araba. E in effetti, il quadro generale attuale assomiglia a quello del periodo della Guerra Fredda.
Dall’altro lato la NATO sta sviluppando nuove armi e sistemi balistici come parte del suo progetto di “Smart Defence”. L’obiettivo è condividere il peso finanziario della difesa dei membri della NATO e modellare il nuovo processo di armamento intorno agli interessi statunitensi. La nuova strategia può essere definita come il mantenere le tecnologie belliche e di difesa nelle mani degli Stati Uniti, spedendo il conto ai Paesi membri. Forse questa tattica era pensata come una via d’uscita dalla crisi economica per gli Stati Uniti e l’Europa. Abbiamo visto la NATO giocare un ruolo in Medio Oriente e nella Primavera Araba. Ora, questo ruolo si sta espandendo: prima con il suo intervento in Libia, e poi con l’idea di invitare Israele al vertice di Chicago per rafforzare la cooperazione. Può darsi che il piano legato a Israele non abbia funzionato (per l’opposizione della Turchia a una presenza israeliana al vertice (N.d.T. ) ), ma la presenza del Qatar, degli Emirati Arabi Uniti, della Giordania, del Marocco, insieme alla Turchia e alla presa in esame  della situazione in Siria, rappresentano l’ingresso della NATO in Medio Oriente. A questo punto diviene necessario evidenziare la posizione geografica, il ruolo e i piani futuri della Turchia.
Si potrebbe sostenere che la Turchia fosse al centro delle delibere prese al vertice di Chicago e che avrà una posizione più importante nella NATO nel prossimo avvenire. La prima funzione di questo Paese è di diventare la prima base del recente sistema antimissilistico “Missile Defence System”. Questa prima fase ha reso la Turchia l’avamposto del sistema di sicurezza intelligente. L’altra funzione assunta dalla Turchia all’interno della NATO è il suo ruolo guida nella Primavera Araba e nella trasformazione delle Nazioni della regione. Infatti, durante il suo discorso a Chicago e in un’intervista con Today’s Zaman, Abdullah Gül, il Presidente turco, ha sottolineato questi compiti per il proprio Stato. Anche se la posizione della Turchia in relazione alla situazione siriana non ha ottenuto il supporto completo da parte degli Stati membri, il ruolo svolto nei confronti dell’Iran, del Pakistan, dell’Afghanistan, dell’Iraq e di altri Paesi dell’area prosegue in perfetta armonia. Questo rivela che le aspirazioni future della NATO in Medio Oriente ricadranno sulle spalle della Turchia: i risultati che questo Stato e la regione otterranno dal ruolo svolto saranno oggetto di un’altra discussione.
Ramazan Gözen insegna all’Università di Yıldırım Beyazıt, con sede ad Ankara
(Traduzione di Omar Bonetti)

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