Recensione del libro: ‘Gaza in crisi’, di Noam Chomsky e Ilan Pappe


Di Azhar Ali Khan
L’attivista per i diritti umani Frank Barak ha collaborato con Noam Chomsky, forse l’intellettuale più perspicace e scrupoloso del mondo, e con Ilan Pappe, lo storico israeliano più acuto e più coraggioso e più scrupoloso,  per presentare al mondo una narrazione equilibrata del Medio Oriente.  Dice: ”Credo sinceramente che  quanto accade in Palestina non sarebbe mai durato così a lungo, se la gente fosse stata informata adeguatamente su ciò che stava realmente accadendo in questa parte del Medio Oriente.”
No si può affermare che questo libro contribuirà a una soluzione giusta. Il professor Chomsky e Pappe hanno però scritto un libro che è preciso,  profondo, costruttivo e umano.
Mentre tutta l’attenzione è concentrata su Gaza, dove 200.000 persone vivono attualmente in condizioni sub-umane a causa dell’assedio israeliano appoggiato  dagli Stati Uniti, e degli attacchi contro civili indifesi, questo studio fornisce una prospettiva storica del conflitto.
Il quadro rappresentato è sconfortante.  Da una parte ci sono gli Israeliani,  appoggiati dall’aiuto illimitato in campo economico, militare, diplomatico e di intelligence degli Stati Uniti. Dall’altra ci sono  i Palestinesi  impotenti, ridotti alla disperazione e alla fame dai loro oppositori ma che godono dell’appoggio morale del resto del mondo.
Il libro nega che nel 1948 i Palestinesi siano fuggiti dalle loro case per permettere agli eserciti arabi di sconfiggere Israele.  Dice che Theodor Herzl, il fondatore del sionismo, e David Ben Gurion, avevano affermato molto tempo prima della creazione dello stato di Israele, che i Palestinesi sarebbero stati mandati via.  E così è accaduto.
Il piano di spartizione dell’ONU,  accettato sotto le pressioni degli Stati Uniti, perché il presidente HenryTruman faceva affidamento sui suoi consiglieri sionisti per la sua elezione, ha offerto a 660.000 Ebrei, su una popolazione di 2 milioni, il 56% della terra. Molti degli Ebrei erano arrivati da poco in Palestina, mentre gli Arabi erano vissuti lì da generazioni.
La pulizia etnica condotta dalla [organizzazione paramilitare ebraica denominata] Haganah e appoggiata dallo stato, è iniziata nel dicembre 1947 ed è  continuata fino al 1954. Dei 900.000 Palestinesi che abitavano in quella che è diventata Israele, ne sono rimasti soltanto 100.000. Gli altri sono stati espulsi e migliaia sono stati uccisi.
Gli Arabi israeliani sono stati tenuti in un regime militare per più di 20 anni. Perfino ora numerose leggi israeliane discriminano gli Arabi musulmani dagli Arabi cristiani e ne fanno cittadini di seconda categoria. Essi però godono di libertà politica e hanno perfino una loro rappresentanza nella Knesset.
Gli Arabi che sono finiti sotto il dominio israeliano dopo la guerra del 1967, non godono di questi diritti. I governanti israeliani, guidati dal generale Moshe Dayan, hanno deciso di non espellerli, ma di negare loro i diritti politici, civici e di altro tipo e di rendere penosa la loro vita con i posti di controllo, coprifuoco, arresti, detenzioni per anni senza accuse e negazione dei permessi di poter costruire le case e altre piacevolezze. Queste azioni erano concepite per  a costringerli, infine, ad andarsene.
Dal 1967, la politica di Israele è che, dopo essersi presa l’80% della Palestina, deve arraffare anche importanti pezzi del  rimanente 20 per cento.
I Palestinesi possono avere un mini stato in qualche arido Bantustan, anche esso controllato dagli Israeliani. Israele rifiuta anche di accettare la responsabilità di quello che ha fatto ai Palestinesi  negli anni compresi tra il 1948 e il 1954 e si oppone al loro ritorno nelle case che posseggono.. Gli Ebrei  provenienti da qualsiasi altro paese, però, possono entrare in Israele e ottenerne la cittadinanza.
Chomsky e Pappe affermano che la politica di Israele di  espropriare   i Palestinesi    e di sovvenzionare  i coloni illegali,  che ora ammontano a mezzo milione nei territori occupati – ha fatto sì che la soluzione dei due stati non sia attuabile. I Palestinesi soffrono, ma Israele si è anche allontanata dai valori ebraici e si è trasformato in oppressore.
Per fare come vuole, Israele ha spesso attaccato la Striscia di Gaza e il Libano meridionale, usando liberamente contro i civili le armi degli Stati Uniti  e armi mortali, come le bombe al fosforo. Molti osservatori, compreso l’ex presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU Miguel D’Escoto Brockmann, l’ex ministro degli esteri del Nicaragua, e perfino degli osservatori israeliani, hanno definito queste azioni un genocidio.
Chomsky e Pappe affermano che questo è stato possibile a causa dell’appoggio degli Stati Uniti. Fino dal 1949 gli Stati Uniti hanno dato a Israele più di 100 miliardi di dollari in sovvenzioni  e 10 miliardi di dollari di prestiti speciali. In oltre 20 anni 5,5 miliardi di dollari sono stati dati a Israele per spese militari. Inoltre gli Stati Uniti     proteggono Israele  dal punto di vista diplomatico.
Gi studiosi asseriscono che l’appoggio degli Stati uniti a Israele si basa soprattutto  su: l’AIPAC, la potente lobby, il complesso militare industriale e i Sionisti cristiani. L’industria statunitense degli armamenti trae vantaggio dal collaudo di  nuove armi in gli attacchi aerei, di mare e di terra contro i civili. Gli Stati Uniti vendono o regalano le armi più sofisticate a Israele e armi meno micidiali ad altri. Un rapporto  della New America Foundation  ha detto che “L’addestramento militare fatto dagli Stati Uniti ha avuto un ruolo in 20 delle 27 guerre importanti che ci sono state nel mondo nel 2007.”
Anche i Sionisti cristiani appoggiano incondizionatamente Israele per motivi biblici. Essi credono che gli ebrei si debbano stabilire in Terra Santa cosicchè il Messia verrà a convertirli al Cristianesimo, se necessario con la forza, e questo porterà il mondo alla redenzione. L’appoggio ad Israel sta diminuendo rapidamente tra gli Ebrei americani, specialmente tra i giovani, che sono breve persone e trovano la politica di Israele ripugnante e in contraddizione con i valori ebraici.
Chomsky e Pappe pensano che quando Internet e  i media sociali  diffonderanno la verità in medio Oriente, l’opinione pubblica mondiale si volterà ancora di più contro Israele e gli Stati Uniti, forse negli Stati Uniti stessi. Non è chiaro come funzionerà Probabilmente Israele non avrà altra scelta tranne quella di dare uguali diritti ai Palestinesi in Israele e i loro diritti fondamentali nei territori occupati dagli Israeliani.
Questo potrebbe portare Israele alla soluzione dei due stati nella quale i Palestinesi diventeranno di nuovo una maggioranza nel loro stesso paese.
E’un libro deprimente, ma profondo scritto da due  tra i più eminenti intellettuali del mondo.  Dovrebbe essere letto da tutte le persone che credono nei diritti umani, nell’eguaglianza, nella dignità, nella giustizia e nella pace per tutti gli esseri umani.
Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2012 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY- NC-SA  3.0


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