Roma. L’incantevole quotidianità di Karima Abbud, la lady photographer


di Paola Robino Rizet*


  Un percorso fotografico inusuale ed evocativo articolato in 21 pannelli didattici dove foto d’epoca e  didascalie accurate lasciano emergere il volto di una società palestinese composita e inclusiva.
Peculiarità che andranno attenuandosi  negli anni del mandato britannico, quando l’amministrazione inglese tenderà a gestire e a identificare gli spazi cittadini e la vita culturale in funzione dell’appartenenza religiosa, riducendo nel tempo quelle forme di sincretismo che fino ad allora avevano reso possibile una convivenza che se rapportata alla contemporaneità appare ancora più straordinaria.
Le immagini scattate principalmente da fotografi palestinesi ripercorrono i grandi mutamenti della  regione, gli anni fiorenti dell’impero ottomano, la comparsa della potenza coloniale britannica,  il progetto di spartizione e infine l’eclissi della Palestina.
Il flusso di volti, città, scorci rurali, incontri pubblici, intimi ritratti familiari e ambientazioni quotidiane si interrompe nel 1948, quando per il popolo palestinese - il più avanzato del Medio Oriente -  la tragedia dellaNakba muterà aspramente aspirazioni, confini e diritti.
Decidendo di tacere sul dopo e scegliendo di raccontare il prima, i curatori hanno compiuto un’importante operazione storica, tesa a valorizzare il carattere cosmopolita dell’identità palestinese e la ricchezza culturale che furono bruscamente spazzate via.
Grazie alle  foto selezionate,  provenienti non solo dagli  archivi della Cigiordania, si può cogliere come la passione per il valore comunicativo e documentale  della fotografia investì il mondo arabo e la Palestina in particolare.
La fotografia fece il suo ingresso nella regione nel 1860, quando la corte ottomana si dotò di fotografi per immortalare i cerimoniali ufficiali e ben presto il gusto per il ritratto conquistò Beirut, Jaffa e Gerusalemme.  
Qui, nella stessa epoca, venne istituita la prima scuola di fotografia della città per iniziativa del Patriarca armeno Grabidian, e pochi anni dopo nelle vicinanze della porta di Jaffa il primo studio fotografico fece la sua apparizione.
Tra le foto esposte hanno destato particolare interesse e curiosità gli scatti di Karima Abbud, prima fotografa professionale palestinese donna, che recentemente è stata oggetto di studi approfonditi da parte di numerosi studiosi.
La donna si appassionò alla fotografia in età giovanissima, grazie all’intuizione del padre che per il suo diciassettesimo compleanno le regalò una macchina fotografica.
Gli spostamenti della famiglia di Karima, dovuti al lavoro del genitore, la porteranno a visitare le principali città palestinesi e  le comunità rurali dell’entroterra.
Paesaggi e vedute che popoleranno poi molti dei suoi scatti.
Inizialmente Karima Abbud lavorò nella sua casa di Nazareth, fotografando parenti e amici, poi decise di avvalersi di piccoli sfondi per i ritratti di donne e bambini per i quali veniva regolarmente retribuita.
Dopo la laurea conseguita presso la prestigiosa American University di Beirut, la donna decise di aprire uno studio fotografico a Betlemme che le permise di conquistare la sua autonomia economica. 
Le foto scattate a partire dalla metà degli anni 20 hanno sul retro un timbro che sembra sottolineare l’orgoglio di genere: Karima Abbud – Lady Photographer.
Di Karima si conoscono gli anni della carriera fotografica ma poco si sa dell’ultimo periodo della sua vita.
Recentemente un antiquario israeliano ha ritrovato 400 delle sue foto in un appartamento a Qatamun, un quartiere di Gerusalemme dove probabilmente la donna abitò per un lungo periodo.
La maggior parte degli scatti portano il timbro e sono datati dagli anni ‘30 fino al 1948. Morirà nel 1955 a Nazareth.

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

Venti di guerra tra Israele e Iran. Ecco la nuova politica militare di Ahmadinejad

La carta degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est dal 1967 a oggi

Joel Swanson : Opinion | Wake up, Jewish establishment: Seth Rogen speaks for a lot of us young Jews