Alture del Golan: aumentano le tensioni per le rivendicazioni ebraiche sul luogo sacro druso





Aumentano le tensioni per le rivendicazioni ebraiche sul luogo sacro druso nelle Alture del Golan.
di Julian Cole Phillips 
Le rovine di Banias sulle Alture del Golan occupate da Israele testimoniano millenni di attività religiosa. In meno di un chilometro quadrato, il luogo comprende i resti di un tempio greco-romano al dio Pan, una sinagoga bizantina in rovina, un santuario dedicato a San Giorgio costruito in epoca medioevale musulmana, la tomba di un sant’uomo druso del periodo ottomano e una chiesa e moschea del 20° secolo. La vicinanza di questi santuari rivela lo stretto rapporto storico tra le molte fedi del Medio Oriente.
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Santuario di Sultan Ibrahim a Banias, nel Golan siriano occupato

Cinquant’anni fa, a Banias, cristiani, alawiti, musulmani sunniti e drusi svolgevano fianco a fianco gli atti di culto: Oggi, tuttavia, ci sono solo i drusi a pregare nel sito religioso. Nel 1967, quando Israele invase le Alture del Golan, i residenti di Banias e dei villaggi circostanti fuggirono nella vicina località drusa di Majdan Shams, dove credevano di essere al sicuro dagli attacchi israeliani. Dopo che i combattimenti cessarono, l’esercito israeliano permise ai drusi di ritornare alle loro case. Ma obbligò i cristiani e i musulmani del posto ad attraversare la linea del cessate il fuoco ed entrare nel territorio controllato dalla Siria; ne demolì i loro villaggi, lasciando in piedi solo le moschee e le chiese. 
Di recente, un nuovo gruppo ha avanzato delle rivendicazioni religiose su Banias. Nel corso degli ultimi dodici mesi, diversi gruppi di ebrei chassidim hanno visitato la tomba sacrario di un sant’uomo dell’epoca ottomana di nome Sultan Ibrahim, uno dei due luoghi sacri drusi di Banias. Per lo stupore dei drusi locali, i visitatori ebrei hanno dichiarato che la tomba di Sultan Ibrahim ospitava i resti di Shubael ben Gershon, un nipote del biblico Mosè. La teoria, all’apparenza, è derivata da una guida italiana perduta del XVI secolo riguardante le tombe ebraiche in Terra Santa, la quale riportava che la tomba di Shubael era situata a Banias sotto un antico albero di acacia. 
Le visite degli ebrei sono iniziate nel luglio 2011. Secondo le notizie del posto, un gruppo di drusi locali di primo mattino lungo il tragitto per recarsi al lavoro hanno scoperto un grande autobus grigio parcheggiato al di fuori del santuario di Sultan Ibrahim. Sono andati ad indagare e hanno scoperto un folto gruppo di uomini chassidim in piedi all’esterno della tomba. Quando se li sono trovati di fronte, gli intrusi sono tornati all’autobus e hanno lasciato la zona. 
Nelle due settimane successive, gruppi di uomini chassidim sono ritornati a Banias altre due volte. In entrambe le occasioni, i passanti drusi hanno intimato agli intrusi di stare fuori dalla loro proprietà e li hanno segnalati alla polizia. 
Questa estate sono riprese le visite. Il 5 luglio, mentre un guardiano lavorava in un’altra parte della proprietà, singole persone o piccoli gruppi sono entrati nel santuario. Per marcare la rivendicazione ebraica del sito, l’intruso (gli intrusi) ha dipinto con lo spray all’esterno dell’edificio il nome del rabbino ucraino-chassidim del diciottesimo secolo Nachman di Breslov e ha tracciato la stella di Davide su di una parete interna del santuario. 
Più di recente, questo lunedì pomeriggio, è arrivato a Banias per visitare il santuario un autobus carico di studenti delle yeshiva e un rabbino. Un custode si è rifiutato di permettere al gruppo l’accesso nel complesso e , ha detto, l’autobus ha parcheggiato lungo la strada a breve distanza dall’ingresso del santuario. Non appena gli studenti sono sbarcati, hanno destato l’attenzione dei drusi che tornavano a casa dal lavoro. Nel giro di dieci minuti, più di 60 uomini del posto si erano radunati di fronte all’ingresso del santuario per “difendere” il sito. La polizia locale ha risolto la situazione di stallo ordinando agli studenti di lasciare Banias. 
Non è stato possibile individuare in modo concreto gli intrusi ebrei. I graffiti che facevano riferimento al rabbino Nachman indicavano, tuttavia, che gli intrusi appartenevano ai chassidim Breslov, la setta fondata da Nachman. Forse sono giunti dalla comunità Breslov di Safad, quella più vicina geograficamente a Banias. 
La comunità drusa delle Alture del Golan ha preso molto sul serio queste incursioni. Subito dopo la prima visita dei chassidim al sito, il consiglio religioso locale ha dichiarato che “non avrebbe permesso a nessuno di danneggiare o invadere” il santuario. In un editoriale su un sito informativo locale di primo piano, un giornalista ha ipotizzato che la pratica del culto ebraico a Banias porterebbe a una presa di possesso del sito da parte di Israele, com’è avvenuto per la Tomba di Rachele a Betlemme e per altri luoghi sacri nella West Bank occupata. 
Fino ad ora, la polizia israeliana ha difeso la giurisdizione drusa sul santuario di Sultan Ibrahim. Dato che la destra religiosa guadagna potere in Israele, la volontà dello Stato di difendere l’accesso esclusivo ai drusi di un luogo sacro rivendicato da ebrei sembra, tuttavia, sempre più tenue. 
Julian Cole Phillips è uno scrittore freelance che, attualmente, risiede sulla Alture occupate del Golan siriano. 
(tradotto da mariano mingarelli)

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