Chiedere perdona a Vanunu e denuclearizzare il Medio-Oriente di Yitzhak Laor






1  Sintesi personale
Sembra che la protesta della  sinistra contro la guerra in Iran rifletta , anche, la "coscienza infelice" :" Non  so cosa dire a quelli che dicono :"Allora, cosa suggerisci"? .
Se   le critiche al primo Ministro provengono da importanti funzionari del servizio di sicurezza,l'arma di Netanyahu consiste nell'affermazione : "Nessuno altro Stato  minaccia l'eliminazione di Israele " ottenendo. così,  il consenso del mondo. 
Forse l'Iran non ha la capacità di costruire una bomba, ma i suoi missili possono arrivare a Tel Aviv. La risposta della sinistra è debole , così come gli argomenti . "Guerra sì ,ma con gli Usa"  o " Se verranno costruiti rifugi, noi sosterremo l'intervento militare" 
A sinistra non si  può andare a combattere contro una  guerra apocalittica che minaccia di distruggere il Libano,  Tehran o Tel Aviv  con tali slogan, così simili a quelli a buon mercato utilizzati  dalla destra (tema ricorrente: Auschwitz ).
Solo pochi   portano avanti la tesi   di  eliminare dal Medio-oriente  le armi nucleari. Unica risposta alla grande angoscia degli Israeliani . Mai questa causa è stata più ragionevole  ora che   il braccio di Dio " ha raggiunto un vicolo cieco. Chiediamo  perdono a Mordechai Vanunu. 
             Apologize to Vanunu                                                           



2   Nucleare. Le richieste dell'Aiea per la denuclarizzazione del Medio Oriente


I 35 paesi membri dell'Aiea hanno raggiunto un accordo sulla risoluzione dopo aver accettato la proposta egiziana di legare la questione del nucleare iraniano a quella di una generale denuclearizzazione del Medio Oriente.
Nel testo si chiede al Direttore generale dell'Aiea, Mohamed ElBaradei, di "riferire al Consiglio di sicurezza" le misure che l'Iran deve adottare per dissipare ogni dubbio riguardo alle sue ambizioni nucleari. La risoluzione chiede quindi all'Iran di:

- Rinnovare la sospensione delle attività di arricchimento dell'uranio e di quelle a esse correlate.


- Prendere in considerazione l'eventuale sospensione della costruzione di un reattore ad acqua pesante che può portare alla produzione di plutonio per le armi.


- Ratificare formalmente un accordo che conceda all'Aiea maggiori poteri di ispezione;


- Concedere all'Aiea maggiori poteri nelle sue indagini sul programma nucleare iraniano, tra cui la possibilità di interrogare "singoli individui", di acquisire la documentazione riguardante gli acquisti fatti sul mercato nero di attrezzature che potrebbero essere usate per scopi nucleari e di ispezionare "certi laboratori sotto controllo militare" dove potrebbero essere portate avanti attività nucleari.

Il testo contiene inoltre un nuovo paragrafo in cui si sottolinea l'importanza dell'esistenza di una zona denuclearizzata in Medio Oriente. Nel testo si riconosce che "una soluzione della questione iraniana contribuirà agli sforzi per una non proliferazione globale e a raggiungere l'obiettivo di un Medio Oriente libero dalle armi di distruzione di massa, tra cui anche i loro mezzi di trasporto". Stando a quanto riferito da un diplomatico europeo, gli americani hanno accettato l'inclusione di tale paragrafo, che implicitamente chiama in causa Israele, dopo aver preso atto dello schiacciante sostegno a tale articolo da parte degli alleati europei e dell'Egitto, il cui accordo alla risoluzione è fondamentale per convincere gli altri paesi arabi a votare il testo.© Rainews24, 2011.


Nucleare. Le richieste dell'Aiea per la denuclarizzazione del Medio ...


3 VENERDÌ 28 MAGGIO 2010
Nucleare: Iran Soddisfatto Per Accordo Su Medioriente

Obama 'strongly' opposes singling out of Israel at nuclear conference
Onu: Per un Medio oriente denuclearizzato (compresi Israele e Iran)
.Medio Oriente, 189 paesi a favore di bando armi nucleari
 Onu: Per un Medio oriente denuclearizzato (compresi Israele e Iran)

  NAZIONI UNITE (Reuters) - I 189 firmatari del trattato globale contro le armi nucleari hanno dato il loro sostegno oggi a una dichiarazione che propone una conferenza nel 2012 per discutere la messa al bando delle armi di distruzione di massa in Medio Oriente.La creazione di una tale area potrebbe costringere Israele a firmare il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare del 1970 e ad abbandonare le armi atomiche di cui dispone.Ma i rappresentanti Usa dicono che ciò non potrà accadere fin quando la regione non sarà in pace.L'iniziativa potrebbe anche costringere altri paesi a rinunciare a programmi chimici o biologici che potrebbero avere.La dichiarazione è stata adottata da tutte le parti che aderiscono al Trattato, compresi gli Usa,

 Onu: Per un Medio oriente denuclearizzato (compresi Israele e Iran)Accordo per una Conferenza sul Medio oriente a cui dovrebbero partecipare anche Teheran e Tel Aviv. Il documento finale chiede esplicitamente a Israele di firmare il trattato di non proliferazione. Ma non dice nulla sulle preoccupazioni della comunità internazionale verso l’Iran. Mordechai Vanunu sempre sotto controllo.New York (AsiaNews/Agenzie) – I Paesi firmatari del Trattato di non proliferazione nucleare sono d’accordo a lavorare insieme per un Medio oriente denuclearizzato. In un incontro a New York i membri hanno dato mandato al segretario generale Onu per una conferenza nel 2012 a cui sono invitati tutti Paesi della zona – compreso l’Iran – per stabilirne confini e modalità. Nel documento finale di 28 pagine, votato all’unanimità, si domanda anche che Israele aderisca al Trattato di non proliferazione.Nel documento si domanda anche alle potenze nucleari di impegnarsi a ridurre gli arsenali.La stesura ha richiesto molto tempo e anche il testo finale non soddisfa a pieno. I rappresentanti Usa affermano che è un peccato che Israele sia citato espressamente nel documento perché questo potrebbe spingere Tel Aviv a non partecipare alla futura ConferenzaAllo stesso tempo, il documento non dice nulla dell’Iran e dei suoi tentativi di sfuggire al controllo dell’Onu i suoi programmi nucleari, sospettati di avere scopi bellici.Il Trattato di non proliferazione è entrato in vigore nel 1970 ed è servito come direttiva per limitare l’aumento di armi nucleari. Ma alcuni Paesi –India, Pakistan, Corea del Nord e Israele - , che hanno armamenti nucleari, non lo hanno ancora firmato.Israele non ha mai dichiarato di avere armi nucleari, ma esperti internazionali – fondandosi anche su dichiarazioni di Mordechai Vanunu (v. foto), un ex tecnico atomico israeliano – affermano che Tel Aviv dispone da 100 a 200 ogive nucleari.A causa delle sue rivelazioni, Vanunu è stato condannato a 18 anni di prigione e subisce ancora adesso controlli e divieti. Gli è proibito lasciare il territorio israeliano ed entrare in contatto con stranieri, soprattutto giornalisti, senza previa autorizzazione. Alcune settimane fa è stato di nuovo condannato a tre mesi di prigione per aver violato tali accordi.
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Un Medio Oriente denuclearizzato




Negli ultimi mesi la disputa sulla natura e gli intenti del programma di sviluppo nucleare iraniano ha generato crescenti tensioni in tutto il Medio Oriente. Considerando l’enorme portata della posta in gioco, mi tornano alla mente le parole dello storico britannico Arnold Toynbee (1889-1975) che parlava dei pericoli dell’era nucleare come di “un nodo gordiano che deve essere sciolto da dita pazienti e non tagliato con la spada”.
Mentre crescono le preoccupazioni che queste tensioni possano sfociare in un conflitto armato, voglio esortare i leader politici di tutti gli stati coinvolti a riconoscere che è giunto il momento di raccogliere il coraggio della moderazione e cercare un terreno comune sul quale risolvere l’attuale impasse.
L’uso della forza militare o di altre forme di potere duro non potrà mai portare a soluzioni durature. Anche se può apparire praticabile per eliminare una minaccia specifica, ciò che lascia dietro di sé è un’eredità di odio e di rabbia ancora più mortale.
È una triste costante della politica internazionale: quando sale la tensione, crescono anche i livelli di minacce e invettive scambiate. Quando il presidente John F. Kennedy e il premier sovietico Nikita Krusciov si incontrarono a Vienna nel pieno della crisi di Berlino del 1961 il secondo disse: “La forza si scontrerà con la forza. Se gli Stati Uniti vogliono la guerra è un loro problema. Le calamità generate dalla guerra saranno condivise in egual misura”.
Ma non dobbiamo perdere di vista il fatto che, quando scoppia una guerra, a pagare lo scotto di indicibili sofferenze è un numero inaudito di cittadini comuni. È qualcosa che le generazioni che hanno vissuto le guerre del ventesimo secolo conoscono bene per dolorosa esperienza personale. Nel mio caso, persi uno dei miei fratelli maggiori in battaglia e fummo costretti per due volte ad abbandonare la nostra casa perché venne bruciata.
Ho ancora impresso il ricordo di quando stringevo per mano mio fratello, che allora era un bambino, mentre scappavamo fra i bombardamenti di un raid aereo. Qualsiasi uso di armi di distruzione di massa ingigantirebbe al di là di ogni immaginazione questo tributo di morti e di caos. In particolare, le armi nucleari andrebbero riconosciute come armi della massima disumanità.
Sia nella crisi di Berlino del 1961 che in quella dei missili di Cuba del 1962, i capi delle due superpotenze, giunti sull’orlo del conflitto, decisero di fare un passo indietro. In mezzo a tensioni insostenibili, senza dubbio si resero conto della devastazione che sarebbe seguita se non fossero riusciti a disinnescare la situazione. Nella circostanza attuale sappiamo che un attacco militare contro gli impianti nucleari iraniani sarebbe fortemente destabilizzante. Una rappresaglia sarebbe inevitabile ed è impossibile predire quali ripercussioni avrebbe in una regione che sta subendo vaste trasformazioni politiche.
Anche quando le dinamiche delle politiche internazionali sembrano imprigionate in una spirale di minacce e di sfiducia, non dobbiamo ignorare la voce degli innumerevoli individui che vivono in quelle regioni e che desidererebbero vedere la loro terra libera dalle armi nucleari.
Possiamo sentirla, per esempio, leggendo le ricerche che ha divulgato la Brookings Institution nel dicembre scorso, dalle quali risulta che due israeliani su tre sarebbero favorevoli a un accordo che rendesse il Medio Oriente, Iran e Israele compresi, una zona denuclearizzata.
La conferenza internazionale per istituire una zona libera dalle armi di distruzione di massa in Medio Oriente, prevista per quest’anno, è un tentativo di rispondere alle aspirazioni delle popolazioni locali, e va compiuto ogni sforzo possibile perché sia un successo. L’eliminazione di tutte le armi di distruzione di massa dalla regione rappresenta una strada verso la realizzazione dei comuni interessi di sicurezza di Iran, Israele e dell’intera regione. Gli sforzi della Finlandia per ospitare questa conferenza sono lodevoli e spero che il Giappone, un paese che ha sperimentato su di sé gli effetti delle armi nucleari durante la guerra, svolgerà un ruolo positivo nel creare le condizioni per il dialogo.
Il presidente Kennedy, che si era trovato per due volte in una crisi potenzialmente apocalittica, affermò: “Le nostre speranze devono essere temprate dal monito della storia”. Fino a oggi, le aspirazioni a un mondo senza armi nucleari sono state alimentate e forgiate attraverso gli sforzi incessanti di coloro che hanno incontrato e superato le difficoltà dei momenti di crisi.
Per esempio, il processo che condusse a stipulare il trattato di Tlatelolco, col quale si istituì la prima zona denuclearizzata in una regione popolata, fu accelerato dall’emergenza creata della crisi missilistica cubana. Nonostante le dichiarazioni ciniche che definivano tali sforzi una perdita di tempo, perché non si sarebbe mai raggiunto l’accordo su un trattato del genere, i negoziatori insistettero, e oggi tutti i 33 stati dell’America latina e dei Caraibi, così come i cinque stati nucleari dichiarati, hanno aderito al trattato di Tlatelolco.
Per risolvere la crisi che attualmente incombe sul Medio Oriente occorre una rinnovata determinazione da parte della società internazionale a non abbandonare mai il dialogo, ad approfondire la convinzione che ciò che ora appare impossibile può veramente diventare possibile. Indipendentemente da quanto sia scoraggiante la realtà presente e da quanto insidioso sia il cammino per uscirne, dobbiamo ricordare che la speranza si alimenta soltanto grazie a sforzi tenaci e incessanti verso la pace.
Daisaku Ikeda
Fonte: ipsnotizie.it

Un Medio Oriente denuclearizzato / Armi Nucleari / Guerra e Pace ...


4   APPELLO: “NO” ai venti di guerra sul nucleare iraniano “SI” alla denuclearizzazione euromediterranea


ALLEGATI

Israele impedisce a Vanunu di recarsi a Berlino per ritirare il Premio Carl von Ossietsky.

SCIENZIATO ISRAELIANO: E’ ORA DI RIVELARE POSSESSO ARMI ATOMICHE





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