Gaza: Egitto chiede ad Hamas estradizione salafiti

Egypt seeks Gaza Salafists 

Il Cairo ha chiesto ad Hamas l'estradizione di tre membri del gruppo salafita Esercito dell'Islam implicati nell'attacco  del Sinai






Finora  i media egiziani hanno dichiarato che 60 uomini armati sono stati uccisi. Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha specificato che oltre 2.000 terroristi. sono nel mirino

Hamas non ha negato né confermato la notizia , ma Mahmoud al-Zahar ha detto che l'Egitto aveva "espresso interesse per  più persone."
Al-Sharq Al-Awsat ha riportato che sarà difficile soddisfare la domanda, in quanto Hamas ritiene che l'attacco sia frutto di un'iniziativa privata, non dell'organizzazione  . Hamas vuole anche prendere le distanze dalla campagna egiziana "anti-Gaza".

La richiesta di consegnare i tre militanti salafiti fa seguito a  quella  fatta dall' Egitto per tre alti esponenti di Hamas appartenenti all' di Izz 'al-Din al-Qassam - ala militare del gruppo.

2    FONTE Araba

Egitto : l’esercito si prepara ad una lunga battaglia in Sinai

Dar al Hayat (10/08/2012). Esercito egiziano si sta preparando per una grande battaglia in Sinai contro gli insorti rifugiatisi nelle montagne del centro della penisola, accusati di aver svolto un attacco contro le forze di confine egiziano, portando alla morte di 16 militari.
Gli eventi del Sinai smura abbiano portato alla convergenza del Presidente della Repubblica Morsy ed la Giunta Militare, sopratutto in seguito alla riunione tenutasi ieri tra il Presidente ed il Capo della Giunta Tantawi, il terzo incontro in tre giorni per discutere della situazione nel Sinai. La situazione di convergenza arriva il giorno dopo il licenziamento di numerosi leader militari e della sicurezza come il capo dei servizi segreti. Questi provvedimenti sono stati presi da Morsy per ritrovare l’appoggio di alcuni dei suoi alleati contrariati dalla formazione del governo.
Un funzionario militare ha dichiarato che ” questi rinforzi rientrano nel contesto di voler eliminare completamente gli avamposti illegali nel Sina” Egli ah anche riconosciuto che “il processo avrà bisogno di tempo e di miglioramenti.
3  Official: Egypt temporarily opens Gaza border ( Fonte palestinese)


4   il manifesto – INTERNAZIONALE
Morsy scatena l'aviazione 
EGITTO - Operazione pulizia (con l'ok di Israele) contro le cellule jihadiste nel Sinai. 20 miliziani uccisi 
di Michele Giorgio

Gerusalemme - Chiuso il valico di Rafah. A pagare la crisi, come al solito, i civili palestinesi di Gaza. Era dal 1973, dalla guerra del Kippur con Israele, che l'aviazione egiziana non colpiva nel Sinai. Stavolta però gli obiettivi dei raid aerei non sono stati, come 39 anni fa, i reparti corazzati israeliani che stazionavano nella penisola egiziana occupata sette anni prima, bensì i miliziani jihadisti che martedì notte hanno attaccato un posto di blocco della polizia nei pressi di El Arish, ferendo tre agenti.
                     foto aerea sinai

L'operazione è iniziata con un elicottero che ha colpito Sheikh Zuweid, tra El Arish e il valico di Rafah con la Striscia di Gaza. Nel villaggio sono entrati oltre 100 soldati e la battaglia è terminata solo all'alba, con un bilancio di 20 miliziani jihadisti uccisi. Centinaia di uomini della polizia e dell'esercito sono stati poi dispiegati nelle zone montagnose a sud di El Arish per tentare di tenere sotto controllo un territorio che da lungo tempo è nelle mani di gruppi armati che, spesso, agiscono anche insieme a cellule qaediste palestinesi.
                             egyptian-air-strike
 
È difficile valutare se le forze armate egiziane, costrette a non oltrepassare i rigidi limiti fissati dagli Accordi di Camp David con Israele, saranno in grado di portare a termine «la pulizia del Sinai», invocata martedì notte dagli abitanti di El Arish e sostenuta da gran parte delle popolazione egiziana. Per far decollare i suoi aerei ed elicotteri e mandarli in missione nel Sinai, le autorità del Cairo hanno dovuto attendere il via libera del governo israeliano. Una revisione degli Accordi di Camp David è una possibilità remota, visto che i Fratelli Musulmani, che pure l'invocano, sanno che non potranno ottenerla senza stabilire rapporti più stretti ed assidui con Israele rispetto alla «pace fredda» che regna da oltre trent'anni tra i due paesi. Senza contare che anche lo sviluppo delle relazioni degli islamisti oggi dominatori della scena politica e diplomatica egiziana con gli Stati Uniti passa pure per il rispetto di Camp David.
I dubbi sulle possibilità delle autorità statali egiziane di tenere sotto controllo il Sinai sono forti. Finora hanno pagato solo il capo dell'intelligence Mourad Mouafi, il comandante della Guardia Repubblicana Hamdi Baden, e il governatore del Sinai del nord, Abdel Wahad Mabrouk: il presidente Mohamed Morsy ieri li ha costretti a dimettersi.

Del resto, il governo del giovane premier Hisham Qandil e le forze armate, che chiedono agli egiziani nel Sinai di collaborare a «estirpare il terrorismo», continuano a mostrare disinteresse verso le rivendicazioni delle tribù beduine, dimenticate per troppi anni. Anche per questo i beduini vivono di traffici illegali (a cominciare da quelli con Gaza sotto assedio) e si sono avvicinati a quelle formazioni jihadiste e qaediste che hanno fatto del Sinai la loro base. Il rischio più immediato perciò è che le responsabilità siano scaricate totalmente sui palestinesi, sotto accusa per i legami esistenti tra i gruppi salafiti presenti a Gaza e quelli jihadisti nel Sinai. I sentimenti anti-palestinesi oggi sono fortissimi tra gli egiziani e ora il governo, la presidenza e soprattutto l'esercito li alimentano esagerando le responsabilità palestinesi.

Certo queste responsabilità in parte esistono: ma la maggioranza dei miliziani armati autori di attacchi contro obiettivi egiziani e israeliani nell'ultimo anno, sono stati identificati come cittadini egiziani. La partecipazione palestinese tra i circa (si dice) 2mila jihadisti e qaedisti che agiscono nel Sinai rimane molto limitata. Eppure, dopo l'attacco armato di domenica scorsa in cui sono state uccise 16 guardie di frontiera, il presidente Morsy ha ordinato la chiusura a tempo indeterminato del valico di Rafah, l'unica porta sul mondo della Striscia di Gaza, con conseguenze pesanti per i civili e non per i salafiti armati. E saranno sempre i civili a soffrire per il mancato afflusso delle merci (tornerà il mercato nero) attraverso i tunnel sotterranei che in queste ore vengono distrutti dalle autorità egiziane e quelle di Hamas. 
                crossing-rafah
Il movimento islamico palestinese avrebbe dovuto protestare con forza per questa punizione collettiva (lo ha fatto solo il «numero due» Musa Abu Marzouq). Invece, attento a non rovinare le relazioni sempre più strette con i Fratelli musulmani egiziani, il premier di Hamas, Ismail Haniyeh, si limita a eseguire gli ordini che arrivano dal Cairo. Il governo di Gaza ha lanciato una campagna di arresti e schierato ingenti forze di sicurezza lungo il confine con l'Egitto. Haniyeh ha assicurato che «la lotta contro Israele non avverrà a spese del popolo amico egiziano».


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