Haaretz : la Linea Verde demarca lo stato di Israele e lo stato welfare dei coloni. Il costo dell'occupazione






Sintesi personale
La Linea Verde si è trasformata in una linea di demarcazione tra due stati: uno lo stato dei tagli di bilancio nel territorio sovrano israeliano l'altro lo stato welfare nella terra dei coloni. Difficilmente passa un giorno senza l' annuncio di un aumento delle tasse e di  un taglio del  bilancio e , contemporaneamente, viene annunciata una nuova assegnazione per i coloni, un altro investimento per  un insediamento le cui dimensioni non equivalgono al cinque per cento della popolazione di Israele. La politica   del governo per gli   insediamento , oltre ad essere uno dei principali ostacoli alla pace e alla sicurezza per Israele e per i palestinesi, è anche la causa principale del divario economico e sociale che separa israeliani e israeliani.

Chaim Levinson afferma che il governo prevede per la prima volta di approvare sovvenzioni per la costruzione di alberghi e attrazioni turistiche a Ma'aleh Adumim e a Gush Etzion per un totale del 10 o 20 percento dei costi . Ciò sarà reso possibile mediante tagli di bilancio e tasse più elevate. La scorsa settimana Haaretz ha riferito che i lavoratori dipendenti che lasciano il loro lavoro hanno diritto al trattamento di fine rapporto se vanno a vivere in un insediamento e vi mantengono la residenza per sei mesi. La settimana prima  il ministro delle finanze ha annunciato la sua decisione di assegnare una concessione di milioni di shekel all' Università di Ariel Center.

Questa settimana, il giornale finanziario, Calcalist, ha riferito che il Central Bureau of Statistics ha mostrato che gli investimenti del governo oltre la Linea verde sono aumentati del 38 rispetto all'anno prima, mentre il bilancio dello Stato è cresciuto solo del 2,7 per cento nello stesso periodo di tempo . Questi dati indicano che gli investimenti per i residenti della West Bank è del' 80 per cento superiore a quello che dovrebbero ricevere in base alla quota relativa della popolazione : circa 'NIS 6 miliardi.

Benjamin Netanyahu inganna l'opinione pubblica: ogni beneficio concesso nel quadro della politica degli insediamenti va a scapito dei residenti dello Stato che si trova all'interno della Linea Verde e che si lamentano del carico fiscale e di altre scelte dannose

Articolo completo in Inglese qui
Haaretz: due stati uno per Israele e uno per i settler

2  

ECONOMIA DELL’OCCUPAZIONE - INSEDIAMENTI: UN COSTO ECONOMICO PER ISRAELE

di Shir Hever, The Alternative Information Center
Traduzione: Cristina Graziani. Associazione per la Pace
Introduzione
Questo bollettino, il secondo del progetto dei bollettini socioeconomici di Alternative Information Center, tratta del costo per Israele dell’Occupazione dei Territori Occupati Palestinesi (OPT).
Questo argomento è l’oggetto di un nuovo libro di Shlomo Swirski, il Prezzo dell’Occupazione1,
che sarà qui discusso. Per completare il quadro, un altro bollettino discuterà le implicazioni e il significato dell’occupazione per l’economia dei palestinesi negli Territori Occupati Palestinesi.
Obiettare a pagare Il prezzoNel suo recente libro Il Prezzo dell’Occupazione, il sociologo israeliano Dr. Shlomo Swirski intraprende un ampio studio: calcolare il costo complessivo dell’Occupazione Israeliana degli OPT – sull’economia israeliana – dal 1967.
La seconda Intifada iniziata nell’Ottobre del 2000 ha diffuso una delle più profonde recessioni economiche nella storia di Israele. Diminuzione del livello degli stipendi, aumento della disoccupazione e un generale aumento del tasso di povertà ha accompagnato lo scoppio della violenza in Palestina.
Il risultato è una nuova prospettiva emersa nella principale corrente di pensiero israeliana. Sempre più persone sono arrivate alla conclusione che le risorse investite nell’occupazione, inclusi i sostegni per gli insediamenti illegali∗ , sono divenute un carico pesante per la popolazione israeliana. Pur mancando nel sostegno alla propria popolazione, Israele continua a spendere un’enorme quantità di denaro e di sforzi per mantenere il controllo della popolazione Palestinese, e promuovere il benessere degli insediamenti illegali negli OPT.
Il libro di Swirski prosegue sulla recente tendenza in Israele di scrivere degli effetti avversi dell’occupazione e degli altissimi costi degli insediamenti. Ariel Rubinstein, 3 Arie Arnon, 4 Dan Ben-David, 5 Eitan Berglas, 6 and Haim Ben-Shachar7 sono tra gli economisti israeliani più celebrati che hanno iniziato ad evidenziare il peso economico dell’occupazione sull’economia israeliana, perfino prima della seconda Intifada. Questi economisti (Arnon escluso) tendono a mantenere prospettive economiche orientate a destra. A causa della loro obiezione all’occupazione, comunque, vengono ritenuti associati alle sinistra israeliana moderata.
L’ondata di ricerche sui costi economici dell’occupazione include la ricerca di Dror Tsaban8, un ampio progetto di ricerca condotto dal quotidiano Haaretz9 , un documento di Naor Gamliel 10 e la ricerca dell’ Adva Center11 . Swirski riassume alcuni di questi studi nel tentativo di fornire un’ ampia prospettiva sull’argomento.
Tali studi, incluso quello di Swirski, suggeriscono che i costi dell’occupazione si applicano alla società israeliana in toto, come una forma di utile scontato dalle rendite perdute degli investimenti.
Più avanti discuteremo di chi porta il peso di questi costi in maggior dettaglio.
Vanità e Umiltà
Il titolo del libro di Swirski in inglese è Il Prezzo dell’Occupazione, ma la traduzione letterale dall’Ebraico è Il Prezzo della vanità. Swirski non sostiene che l’occupazione in sé danneggia l’economia israeliana, quanto piuttosto che il danno deriva dalle decisioni e dalle politiche che le hanno dato forma.
In un’intervista al giornale Globes, Swirski dichiarò che la decisione di Israele di annullare lo sviluppo economico dei Palestinesi era la causa principale del costo cumulativo dell’occupazione. Questo è stato l’errore centrale che ha reso l’occupazione così costosa.12
Swirski inizia il suo libro con l’ammissione che il costo (sia economico che sociale) sopportato dai Palestinesi durante l’attuale occupazione è stato di gran lunga più grave e invasivo del costo sopportato dal pubblico israeliano. Dopo questa dichiarazione, Swirski continua a focalizzare la sua ricerca sui sacrifici caricati sugli israeliani dal loro governo e dai coloni per finanziare e mantenere il grande progetto dell’occupazione.
Questa dichiarazione rimane una parte importante del lavoro di Swirski. Swirski non guarda ai palestinesi come alle vittime passive dell’aggressività israeliana, ma come soggetti attivi che resistono al loro occupante. Come Swirski ha dimostrato, l’occupazione in realtà ha creato molti vantaggi economici ad Israele dopo il 1967, ma a partire dallo scoppio della Prima Intifada è diventato un peso economico. La resistenza palestinese ha reso l’occupazione senza profitti per Israele.
La presentazione di Swirski è ampia. Presenta un esteso livello di ricerca, con conclusioni spesso contraddittorie. Per di più, Il Prezzo dell’Occupazione tenta di rimanere il più oggettivo possibile, presentando il materiale e permettendo al lettore di trarre le sue conclusioni personali basate sui dati presentati. Questo libro dunque non offre previsioni sul futuro.
Tagliare i costiIl Prezzo dell’Occupazione (e altre fonti) prova come sia impossibile separare il costo degli insediamenti dal costo dell’occupazione stessa. Gli avamposti militari e le torrette creati per difendere gli insediamenti diventano fonti di oppressione e soggiogamento della popolazione locale palestinese, e laddove l’esercito israeliano esercita un controllo maggiore, la terra viene confiscata per costruire ulteriori insediamenti. Dunque, la macchina delle spese è quasi auto-propellente: le spese civili portano a spese militari e viceversa.
Un difetto intrinseco nelle ricerche di questo tipo è che i dati necessari, sia riguardo all’esercito Israeliano che al Ministero della Difesa, non sono disponibili.
Questi dati, che sono essenziali per un’analisi completa, rimangono vincolati con il pretesto della sicurezza nazionale. Swirski dichiara che per questa ragione non ha potuto stimare il costo definitivo dell’occupazione. 14 L’unica alternativa è quindi di farcela con i dati disponibili, dettagliare il conto e stilare una lista delle spese confrontate con gli incassi.
I tasselli del puzzle dei costi dell’occupazione includono frammenti che devono essere raccolti insieme. Provare ad associare questi numeri è rischioso – richiede un’estrapolazione dei dati da pochi anni fino a periodi più lunghi, e dovrebbe essere considerata soltanto come un’approssimazione dei costi reali. Ciononostante, è importante fare un tentativo e offrire dei valori che possano servire come stima grezza e base per futuri dibattiti.
Swirski nota che, inizialmente, Israele ha tratto profitto dall’occupazione degli oPt. Il profitto veniva da fonti diverse. Sfruttamento dei salari bassi pagati ai palestinesi, tasse imposte ai palestinesi senza forniture di servizi in cambio, obbligo per i palestinesi di pagare le “spese di sicurezza” per il controllo dei loro movimenti, il monopolio sulle importazioni ed esportazioni dai territori, espropri della terra e confische di quote assegnate ai palestinesi sono solo una lista parziale delle fonti di profitto per Israele.15 Nell’intervista rilasciata al Globes, Swirski dichiara che la sua miglior stima attuale del costo dell’occupazione è di 100 miliardi di Shekel (circa 23 miliardi di Dollari). 16 Queste cifre, comunque, non sono riportate nel suo libro. Il calcolo che viene riportato in questo bollettino mostrerà un costo molto più elevato.
I Fatti Nascosti
Uno degli ostacoli centrali nella stima del costo totale dell’occupazione è la difficoltà di ottenere tali dati, che sono sistematicamente nascosti dal governo israeliano. Dopo gli accordi di Oslo, Israele ha iniziato a fornire segretamente milioni di Shekel ogni anni agli insediamenti attraverso il Ministero degli Affari Nazionali. Questi trasferimenti di fondi in alcuni casi hanno raggiunto i 66 milioni di Shekel all’anno. Nel 2004, la somma versata agli insediamenti dal ministero era identica al totale destinato ai comuni impoveriti che si trovano all’interno della Linea Verde. Un Ministro ribelle degli Affari Nazionali ha fatto trapelare queste manovre alla stampa. Metà di queste erano chiamate “Fondi di Oslo”, e metà “Fondi dell’Intifada”. Ironicamente, perfino i Ministri del governo non hanno accesso ai dati reali del costo dell’occupazione, come si evince dall’esperienza di parecchi ministri che hanno provato a raccogliere queste informazioni e hanno fallito. 17
La modalità clandestina di trasferire i fondi si basa su due ragioni. Una è evitare un’opposizione pubblica al favoritismo di cui i coloni godono. La seconda è che i sussidi speciali dati ai coloni incoraggiano la gente a trasferirsi nelle colonie, violando la Quarta Convenzione di Ginevra che vieta il trasferimento di popolazione civile in un territorio occupato. Per nascondere l’ampiezza degli incentivi che il governo crea per i potenziali nuovi coloni, i sussidi vengono distribuiti in speciali bilanci non calcolati, donazioni in una sola tranche, fondi ad hoc e così via, in modo da creare un labirinto finanziario che può essere esplorata solo con grandi difficoltà.
Calcoli accurati
Calcolare i costi reali per Israele dell’occupazione comporta un enorme sforzo di estrapolazione. Spesso, sono disponibili solo dati di un anno, o di pochi anni, ai prezzi coincidenti per quel periodo. Perciò, il primo passo del calcolo è presentare queste informazioni con i prezzi del Dicembre 2003, come Swirski li ha elencati. 19
Il passo successivo è valutare i costi cumulativi per l’intero periodo dell’occupazione. Assumiamo che il costo di un anno si applichi all’intero periodo dal 1970 ad oggi (secondo la considerazione che i costi tra il 1967 e il 1969 siano relativamente poco significativi). Il costo annuale viene aggiornato per adeguarlo ai cambiamenti del numero della popolazione di coloni. 20 Poiché non ci sono riferimenti accurati della popolazione di coloni tra il 1970 e il 1975, il calcolo conteggerà una stima media di una popolazione di 1600 coloni, metà del valore segnalato per il 1976. Si da per assunto che la popolazione dei coloni cresca in modo stabile, e che non ci fossero coloni prima dell’occupazione. 21
L’obiettivo di questo articolo è la società israeliana, lasciando la discussione sulle perdite per i palestinesi per un prossimo articolo. Nonostante tutte le attenzioni che un ricercatore può mettere in atto, le valutazioni si riferiranno solamente ai costi monetari, lasciando le tragedie personali fuori dalla discussione. I calcoli da seguire non tenteranno nemmeno di quantificare le difficoltà individuali, il dolore e l’umiliazione causati direttamente o indirettamente dalla violenza che caratterizza l’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi.
Siamo dunque pronti a seguire le tracce di Swirski, e a provare a ri-calcolare accuratamente il costo dell’occupazione.
Il conteggio
Entrate:  68.492 miliardi di Shekel Il calcolo del costo dell’occupazione per Israele non è completo a meno che non vi vengano sottratte le entrate che Israele ha ottenuto controllando gli OPT. Kav Laoved, un’ organizzazione israeliana per i diritti dei lavoratori, valuta che tra il 1984 e il 1992 Israele abbia confiscato numerose aggiunte ai salari dei Palestinesi, per un totale di 800 milioni di Shekel. Gli economisti Stanley Fisher (che è attualmente direttore della Banca Centrale di Israele) e Thomas Shelling hanno calcolato che tra il 1968 il 1993, Israele ha confiscato 1125 miliardi di Shekel dalle tasse per la previdenza sociale raccolte dai Palestinesi, una tassazione fittizia poiché i fondi per la previdenza sociale non sono mai stati destinati ai Palestinesi. Le quote sindacali del sindacato centrale israeliano dei lavoratori, l’Histadrut, hanno raggiunto 481.5 milioni di Shekel, sebbene i Palestinesi non abbiano mai fruito della protezione del sindacato. 22 In più, altre entrate si sono create dallo sfruttamento oltre i confini dei Palestinesi e delle loro risorse naturali, in primis terra e acqua. Shimshon Bichler e Jonatan Nitzan hanno calcolato che le entrate ottenute da Israele dal controllo degli OPT ammonta a circa il 10% del PIL di Israele (nel 2001). Questo valore è di circa 46.651 miliardi di Shekel. 23 Questa somma, così come le seguenti, sono estrapolazioni per gli anni 1970-2005.
Agricoltura: 1.817 Miliardi di Shekel
L’Organizzazione Sionista Mondiale (WZO), ha ostentatamente lavorato per il beneficio della popolazione ebraica, ed è stato sistematicamente usato come apparato principale per gli investimenti negli insediamenti. Finanziato energicamente dal governo Israeliano, il WZO spende fondi per sviluppare progetti agricoli esclusivamente ebraici negli insediamenti. Swirski valuta che solo tra il 2000 2 il 2002, siano stati spesi dal WZO 385 milioni di Shekel in progetti agricoli negli insediamenti.
Risarcimenti di Infortuni:
2.985 miliardi di Shekel
Swirski è uno dei primi a realizzare che anche i risarcimenti pagati dalla Sicurezza Nazionale Israeliana alla popolazione che è stata ferita da attacchi palestinesi avrebbero dovuto essere conteggiati nei costi dell’occupazione. Tra il 1980 e il 2003, i risarcimenti per coloro che sono stati direttamente feriti o uccisi da attacchi palestinesi hanno totalizzato 2.467 miliardi di Shekel. Secondo Swirski, prima del 1980 c’erano stati pochissimi feriti o morti dalla parte israeliana, perciò non c’è ragione di estrapolare questa somma a Istruzione:
1.323 miliardi di Shekel
I costi dell’occupazione per l’istruzione includono investimenti sproporzionati nelle scuole all’interno degli insediamenti, incentivi per gli insegnanti per lavorarvi, spese elevate per la sicurezza delle scuole isolate, classi aperte per pochi allievi e trasporti gratuiti per i bambini per andare a scuola. Nel 2003, i costi extra dell’istruzione oltre a quelli che ci si aspettavano all’interno della Linea Verde (secondo Relly Saar), sono stati di 100 milioni di Shekel. 26
Salute: 2.112 miliardi di Shekel Gli insediamenti godono di massicci investimenti supplementari per la salute. Gli Insediamenti isolati hanno una clinica ogni 100 residenti, ben oltre il livello di cliniche all’interno di Israele. In più, il personale medico riceve benefici per esercitare negli insediamenti, e le misure di sicurezza – veicoli blindati, guardie, ecc – sostengono costi extra. Swirski cita che Haaretz stima i costi per la salute negli insediamenti a circa 1.75 miliardi di Shekel soltanto fino al 2003. 27
Alloggi
6.941 miliardi di Shekel
Questi costi includono i sussidi del governo per le abitazioni negli insediamenti, i prestiti agevolati e la donazioni per i coloni per acquistare le case. Swirski stima che tali costi siano stati di 2.875 miliardi di Shekel durante gli anni 90.
Aree Prioritarie: almeno il 70% degli insediamenti vengono classificati come “Aree prioritarie A” in Israele, e più del 20% sono zone di “priorità B”. Questa classificazione autorizza la gente che va a vivere negli insediamenti a priorità A a un prestito sussidiario di 60.000 Shekel, metà del quale diventa una donazione dopo 15 anni. Le persone che si spostano in insediamenti a priorità B sono autorizzati a un prestito sussidiario di 50.000 Shekel, 20.000 dei quali diventano poi una donazione. Questi benefici, e altri per le zone prioritarie, sono già conteggiati nelle varie tematiche sulla lista dei costi.
Industria: 0.819 miliardi di Shekel
Le zone industriali costruite dentro gli insediamenti a beneficio del coloni ebrei (sebbene lavoratori Palestinesi vengano talvolta assunti per dei lavori di manovalanza) hanno determinato un costo di 237 milioni di Shekel tra il 1997 e il 2001, secondo una stima di Dror Tsaban. Questo conteggio si riferisce solamente alle spese del governo, senza considerare gli investimenti privati.
Fondi Municipali
5.553 miliardi di Shekel
Nel 2004, mentre le municipalità all’interno della Linea Verde non erano in grado di pagare gli stipendi dei loro impiegati, i finanziamenti per le municipalità negli insediamenti sono aumentati di oltre il 14%. 31 Questo deve essere confrontato con il taglio di oltre il 10% nel bilancio medio delle municipalità israeliane di quell’anno. 32
Ironicamente, i fondi del governo ai coloni hanno finito per contrapporsi alle politiche ufficiali del governo. Il governo stesso ha indirettamente finanziato la campagna dei coloni contro il Piano di Ritiro, poiché i coloni trovarono il modo di deviare i fondi governativi allo “Yesha Council”, la leadership dei coloni. Milioni di questi fondi vennero spesi per portare la gente alle manifestazioni. In un certo qual modo, il finanziamento delle colonie ha creato un meccanismo inteso ad evitare la loro evacuazione.33
Il concetto del capitalismo è che il valore viene calcolato come somma degli apporti monetari. Le colonie dunque assumono in sè una strana forma di “valore” dall’essere una buca senza fondo delle spese del governo. Swirski stima che negli anni ’90, 2.3 miliardi di Shekel sono stati distribuiti come fondi extra alle municipalità degli insediamenti. Questo significa che gli insediamenti hanno ricevuto più del doppio dei fondi equivalenti pro capite ricevuti dalle municipalità che si trovano all’interno della Linea Verde.34
Strade: 2.38 miliardi di Shekel Una rete speciale di strade di collegamento (bypass roads), esclusivamente per i coloni ebrei, permette l’accesso ad ogni insediamento anche isolato, dividendo i Palestinesi in comunità isolate e bloccate. La costruzione delle strade negli OPT eccede di gran lunga il livello di costruzioni all’interno di Israele. Il giornalista Ze’ev Sheef ha stimato che tra il 1993 e il 2000, 1.25 miliardi di Shekel sono stati spesi per la costruzione di strade per gli insediamenti, ma il vero costo resta nascosto poiché il budget per le bypass roads è stato trasferito al Ministero della Difesa allo scopo di nasconderlo.
Spese per la sicurezza:
119.292 miliardi di Shekel
Naturalmente, i costi per la sicurezza sono il fattore che più incide sui costi dell’occupazione. Una gran parte di essi sono già sparsi tra altri costi. Per esempio, i costi di sicurezza per pavimentare le strade era il 19% del bilancio per le strade sopra menzionato. 36 Quindi, qui includeremo soltanto i costi per la sicurezza che sono stati sostenuti dall’esercito israeliano quando presidia gli insediamenti, e per la protezione degli stessi. I dati sulla sicurezza sono coperti dalle autorità, e quindi si rischia di sottostimarli. Dovremmo notare, comunque, che il bilancio speciale per le azioni militari negli OPT supera i 14 miliardi di Shekel dall’inizio della seconda Intifada, oltre al normale bilancio della difesa (parte del quale si riferisce comunque ad azioni negli OPT).
Swirski nota che tra il 1988 e il 2005, 28.7 miliardi di Shekel sono stati spesi per necessità extra di sicurezza causate dall’occupazione, tramite il bilancio della difesa. Non sorprende che il bilancio della difesa è il bilancio maggiore in Israele. Nel 1994 Israele ha oltretutto stabilito il nuovo Ministero della Pubblica Sicurezza, la prima priorità del quale, come definito dal governo Israeliano, era la “lotta al terrorismo”. Il bilancio del ministero ad oggi ha raggiunto i 64.434 miliardi di Shekel.37 I fondi vanno a sostenere l’acquisto di mezzi blindati, armano e formano la milizie di coloni, vanno in attrezzature di sorveglianza, reticolati e muri, e una pletora di armi e munizioni per utilizzi che spaziano dalla soppressione delle manifestazioni agli assassinii, alla demolizione delle case.
Benefici Fiscali 1.811 miliardi di Shekel
Le agevolazioni fiscali ai coloni sono di tre tipi. Il primo sono gli estesi sconti sulla tasse municipali, già calcolati precedentemente nei benefici municipali. Nonostante paghino meno in tasse municipali, i coloni godono di servizi municipali migliori, e hanno un maggior numero di edifici pubblici nelle vicinanze. Il secondo tipo è costituito dalle varie agevolazioni fiscali per le attività negli insediamenti, disegnate per promuovervi l’industria e il commercio. Il terzo tipo sono gli sconti diretti sulle tasse, principalmente sulle tasse sulle entrate, che i coloni ricevono. Swirski cita l’inchiesta del quotidiano Haaretz sul fatto che 1.5 miliardi di Shekel furono dati come riduzione delle tasse fino al 2003 (sebbene il calcolo di Naor Gamliel suggerisca un valore estrapolato di oltre 3 miliardi).
Trasferimenti all’Autorità Palestinese: 29 miliardi di Shekel Una certa somma di denaro è stata trasferita da Israele all’ Autorità Palestinese (AP). Naturalmente, questi fondi non sono parte dei costi dell’occupazione in quanto erano in origine soldi appartenenti ai Palestinesi, ma dovrebbero essere comunque considerati parte dei costi dell’occupazione in quanto dedotti dalle entrate ricevute da Israele. Queste spese, per un totale di 5.7 miliardi di Shekel tra il 1995 e il 1998, non esistevano prima del 1995, e saranno estrapolate soltanto di lì in poi.
Acqua: 0.886 miliardi di Shekel
Israele ha fatto un grande investimento per creare una rete di infrastrutture idriche per i coloni, basate principalmente sullo sfruttamento delle falde acquifere di montagna della Cisgiordania e vietando ai Palestinesi di utilizzarle (il consumo di acqua pro capite è un terzo del consumo Israeliano di acqua). 40Swirski ha stimato che le spese per la infrastrutture idriche superiori al costo medio per l’acqua per la popolazione all’interno della Linea Verde era di 0.5 miliardi di Shekel nel decennio fino al 2003 (basato su una stima di Haaretz).
Il Muro e il Ritiro: 14.5 miliardi di Shekel
Due costi recenti dovrebbero essere aggiunti a questo conteggio. Sono progetti realizzati una volta sola, e pertanto non saranno estrapolati. Uno è il Muro, costruito su terra palestinese in violazione del Diritto Internazionale come espresso dalla Corte Internazionale dell’Aia. 42 In risposta a questa pressione internazionale, il percorso del Muro viene costantemente spostato e ri-pianificato. Il costo per il Muro attualmente si colloca su 6.5 miliardi di Shekel, secondo la stima di Swirski.43
Il ritiro pianificato di Israele dalla Striscia di Gaza, chiamato il “Disengagement Plan” (Piano di sganciamento), è un progetto che riceverà l’attenzione di un apposito bollettino socioeconomico in futuro. Swirski stima il costo di questa risistemazione in 3.5 miliardi di Shekel, ma dall’uscita del suo libro i costi aggiornati sono saliti a 8 miliardi di Shekel, un terzo dei quali è per le spese di sicurezza e il resto per risarcimenti economici ai coloni; questo non include i costi per la costruzione di nuove case per i coloni all’interno della Linea verde. Notate che questo costo si applica soltanto ai coloni di Gaza, meno del 3% della popolazione totale dei coloni.
Interessi:
Alla fine, si devono aggiungere gli interessi sia per le entrate che per le spese. Questo è importante in quanto denaro e risorse spese negli insediamenti avrebbero potuto essere benissimo investiti in altre aree (infrastrutture, istruzione, riduzione del debito, ecc). Per stabilire onestamente il costo cumulativo dell’occupazione, gli interessi devono essere applicati al costo totale, e applicati nel tempo dal momento in cui il pagamento è stato effettuato. Per l’intervallo 1988-2005, verranno utilizzati i tassi di interesse della Banca di Israele. Questo tasso è un stima lorda dell’interesse medio disponibile per gli investimenti israeliani durante quegli anni. Per gli anni precedenti, verrà usato il tasso di interessi medio della Banca di Israele per gli anni 1988-2005, in mancanza di dati migliori. Il tasso di interesse della Banca di Israele è l’interesse che deriva dalla media dei tassi di interesse per i prestiti e i depositi. Qui verrà utilizzato il tasso di interesse reale, adattato all’inflazione.45
Il calcolo degli interessi è molto importante, tuttavia Swirski ha mancato di considerare gli effetti degli interessi sui costi cumulativi dell’occupazione. Calcolando l’interesse accumulato, e adattando i costi alla popolazione dei coloni per ogni anno considerato, abbiamo raggiunto la conclusione che il costo totale dell’occupazione dovrebbe essere moltiplicato per 3.54.
Sommando i Costi:
Sommare la lista sopra menzionata per ottenere il costo totale dell’occupazione è molto pericoloso per Israele, in quanto molte voci rimangono ancora celate.
Somma: 119.921 miliardi di Shekel (dopo aver sottratto le entrate per Israele). Questo è più di quanto stimato in origine da Swirski, nonostante il fatto che anche le stime delle entrate per Israele sono aumentate di un fattore 10.
Senza gli interessi, i coloni, che rappresentano sol il 3.93% della popolazione israeliana, hanno ricevuto come fondi extra più del 13% del bilancio di Israele per il 2005.
Somma con gli interessi: quando l’interesse accumulato viene aggiunto alla somma, raggiungiamo il valore sbalorditivo di 425 miliardi di Shekel.
In Dollari USA: 97 miliardi di Dollari.47
Implicazioni di Sicurezza
Almeno il 66% del costo totale dell’occupazione per Israele è costituito dai costi per la sicurezza, come mostra il grafico precedente. Il fatto che i costi per la sicurezza abbiano di gran lunga più peso di tutti gli altri costi civili significa che l’occupazione è costosa principalmente a causa della resistenza palestinese. Il palestinesi sono la vera forza che sta portando Israele fuori degli OPT, trasformando ogni movimento fatto da Israele nei Territori Palestinesi Occupati difficile e costoso, e rendendo l’occupazione un peso sempre maggiore per Israele.
Confronto tra i Totali
Il grafico seguente mostra le varie stime del costo economico dell’occupazione per Israele. La parte in fondo è il costo estrapolato per il periodo 1970-2005. La porzione superiore mostra l’interesse accumulato sulla somma stimata. Aggiungendo le estrapolazioni per gli anni di cui non abbiamo dati ufficiali, e valutandone il costo degli interessi accumulati, la somma di 425 miliardi di Shekel è molto più alta di altre stime dei costi dell’occupazione esistenti al momento. Swirski stima una somma di 100 miliardi, 48 e Naor Gamliel di 2.5 miliardi per anno.49 Un’inchiesta svolta da Haaretz nel 2003 valuta che, fino a quell’anno, il costo totale dell’occupazione era di 45 miliardi di Shekel. Estrapolando fino al 2005, e aggiungendo gli interessi, il risultato è una somma di “soli” 192 miliardi di Shekel. Comunque, questa somma si applica solo ai costi civili (solo l’88% dei costi civili stimati qui).50
Non ci sorprende che la stima di Swirski sia più alta delle precedenti, a causa della maniera approfondita della sua raccolta di dati. Comunque, esistono stime ancora più alte. Arie Rnon ha calcolato che Israele ha perso l’ 1% del PIL per ogni anno dell’occupazione dal 1973, in quanto le risorse sono state destinate all’occupazione invece che allo sviluppo e al miglioramento dell’economia israeliana. Questo risulta in un accumulo del 32% del PIL nel 2005, circa 155 miliardi di Shekel, senza contare gli interessi. Con gli interessi, la somma è di circa 543 miliardi. Il Professor Eitan Berglas ha anche notato una perdita nel PIL. Berglas ha valutato che le perdite dovrebbero essere calcolate solo dal 1988, ma ad un tasso del 2% per anno, per un totale del 56% del PIL del 2005. Con gli interessi la somma raggiunge circa 583 miliardi di Shekel.
Conclusioni
Risarcimenti 
Una stima recente del costo del cosiddetto Disengagement Plan è di 8.5 miliardi di Shekel.52Circa 7 miliardi di Shekel andranno in risarcimenti per i coloni, che stanno attualmente facendo appello alla Corte Suprema per chiedere più soldi. I coloni di Gaza rappresentano meno del 1.7% della popolazione totale dei coloni, per cui i rimborsi per i coloni della Cisgiordania in caso di un futuro ritiro supereranno 421 miliardi di Shekel (moltiplicati per l’aumento futuro nella popolazione dei coloni).53 Si possono trarre due considerazioni da questo.
Primo, il costo totale cumulativo dell’occupazione non include il potenziale costo di una futura evacuazione. Secondo, il coloni non solo hanno ricevuto un sostegno governativo continuativo e massiccio, così come sussidi per quasi ogni aspetto della loro vita, ma ora chiedono di essere risarciti per la perdita del loro trattamento preferenziale. Sommando i costi per la sicurezza senza calcolare gli interessi, un colono in media ha ricevuto oltre 39.100 Shekel ogni anno fin dall’inizio dell’occupazione in forma di fondi eccedenti (al di là degli investimenti del governo per gli altri cittadini di Israele).
Infine, nessuna delle stime qui citate ha preso in considerazione i risarcimenti per i palestinesi. Se ci rendiamo conto che alla fine Israele dovrà risarcire i Palestinesi per i quattro decenni passati di occupazione, realizziamo che tutte le stime precedenti sono solo la punta dell’iceberg.
Chi paga veramente questi costi?
La maggior parte di questi costi (specialmente per la sicurezza) vengono pagati direttamente dal governo di Israele attraverso il bilancio statale. Il resto di questi costi vengono pagati da istituzioni governative quali l’Istituto per la Previdenza Sociale, l’Organizzazione Mondiale Sionista o l’Istituto Israeliano Lottery (Pais).54 Le perdite economiche dei singoli individui non sono state prese in considerazione in questo articolo, sebbene siano probabilmente notevoli.
La maggior parte del bilancio è sostenuto dalle tasse che il governo impone al settore pubblico.55 Comunque, altri due gruppi portano parte del peso:
• Cittadini USA: gli Stati Uniti versano ad Israele circa 1.8 miliardi di US $ all’anno in aiuti militari dal 1973.56 Questi fondi, quando calcolati con gli interessi, decisamente superano i costi per la sicurezza per l’occupazione. Da quando questo massiccio finanziamento è iniziato nel 1973, ha posto la questione del perché gli Stati Uniti vedano necessario finanziare l’occupazione israeliana e se il taglio di tali finanziamenti forzerebbe Israele a terminare l’occupazione.57 William Bowels dell’ Information Clearing House dice che l’economia di Israele è già sull’orlo del collasso, tenuta insieme artificialmente solo perché gli Stati Uniti finanziano direttamente l’occupazione dei territori palestinesi.58
• Popolazione Palestinese: per il palestinesi, il termine corretto è “danni” piuttosto che costi, in quanto non hanno mai “comprato” la loro stessa occupazione. Comunque, hanno pagato per essa parzialmente con le tasse che sono stati forzati a pagare a Israele. Le loro stesse tasse sono state girate contro di loro per costruire torrette, bypass roads, blocchi stradali e il Muro, e per creare un’infrastruttura per estrarre le loro risorse a beneficio degli israeliani. Questi danni saranno discussi in una prossima pubblicazione.
Il profitto dall’occupazione
I profitti dell’occupazione sono troppo diffusi per essere discussi in modo completo qui, ma è importante comprenderli quando si analizzando le ragioni della occupazione in atto. Infatti, il concetto di “costi” che è stato usato qui potrebbe essere frainteso. L’occupazione non ha solo causato un significativo danno economico, ma in effetti coinvolge una sostanziale redistribuzione delle entrate. Ogni volta che il governo spende dei soldi extra per finanziare l’occupazione, qualcuno ha preso la sua parte di questi soldi.
Segue una lista parziale dei beneficiari dell’occupazione:
• I coloni godono di un livello di vita molto alto rispetto agli altri israeliani.59
• Gli ufficiali dell’esercito e l’industria militare traggono vantaggio dal bisogno senza fine di misure di sicurezza e dell’aumento costante delle spese militari. Più recentemente, le compagnie di sicurezza private hanno iniziato a fiorire in Israele.60 Il complesso dell’industria militare israeliana usa gli OPT come un luogo per le “prove sul campo” di nuovi armamenti. Le esportazioni militari da Israele nel 2004 sono state di 4.5 miliardi di US $, con altri 10 miliardi in lista d’’attesa, e hanno coperto il 10% del totale delle esportazioni militari mondiali.61
• I proprietari delle aziende in Israele usano i palestinesi come capro espiatorio per la recessione economica, per giustificare i salari diminuiti e i massicci licenziamenti, o come capri espiatori per giustificare le carenze nelle forniture (tacciando i Palestinesi di essere “lavoratori inaffidabili”)
• Il settore degli affari finanziari (specialmente banche e compagnie assicurative) reagisce velocemente alle situazioni in mutamento, e trae ampi profitti dall’instabilità finanziaria causata dalla realtà in continuo mutamento dell’occupazione. Inoltre, anche il settore dei mass media e della telefonia cellulare gode dei proventi dati dal panico degli Israeliani.62
• I datori di lavoro possono sfruttare i lavoratori palestinesi, in quanto l’occupazione impedisce ai palestinesi di acquisire fonti alternative di reddito.63
• L’opinione pubblica israeliana (principalmente Ebrei) in generale, godendo del suo stato privilegiato quando confrontato con la popolazione palestinese. Sebbene l’occupazione sia costosa, permette agli israeliani di essere relativamente i re della collina.
In termini monetari, finanziare l’occupazione israeliana degli OPT è stato il progetto più costoso intrapreso da Israele dal 1967. La cui ragione è stata la scelta di Israele di sopprimere l’economia, la cultura, i diritti umani e la dignità dei Palestinesi. I Palestinesi non siedono con le mani in mano quando Israele li sfrutta e li distrugge, e i loro sforzi di liberarsi del controllo di Israele ha forzato Israele a spendere di più in sicurezza che in qualunque altra cosa, assumendo le forme di uno stato militarizzato, costantemente in guardia contro la resistenza dei palestinesi oppressi.
L’occupazione continua, poiché Israele ha ancora i mezzi per mantenerla. Sebbene l’economia israeliana stia sforzando, i fondi statunitensi e le armi continuano a raggiungere Israele e a permettere di mantenere la sua superiorità militare e il controllo dei Territori Occupati Palestinesi.

www.haaretz.com/misc/article-print-page/two-states.premium-1.455352?trailingPath=2.169 ...
Economia dell'Occupazione - Insediamenti: un costo economico per ...



Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

I 'cimiteri dei numeri': dove finisono i "nemici" di Israele

LA Comunità ebraica calabrese ,pugliese , siciliana