I drusi e la vera partita siriana









Riccardo Cristiano

Una piccola minoranza di cui si parla poco, quella drusa, il 5% della popolazione siriana, significativa però, per storia e percorso religioso, avvolto nel mistero esoterico.
Con intelligenza il regime siriano ha fatto di tutto per presentarsi come il custode della "complessità" etnico-religiosa della Siria, pur essendo un regime che ha fatto perno sulla scelta compiuta all'inizio del secolo dal colonialismo francese, quella di affidare l'esercito agli alawiti. E proprio gli alawiti sono diventati l'ossatura politico-militare del regime degli Assad, in una sorta di continuità "fattuale" con le scelte del mandato francese.

Ora, alla ricerca di una chiave di consenso, il regime si presenta come il tutore delle numerose minoranze, alla quale, da regime incardinato su una minoranza, ha sempre potuto proporre un patto: non disturbate il manovratore e noi non disturberemo i vostri culti. Ora, per seguitare ad apparire quel che non è, il regime ha bisogno di presentare l'insurrezione in Siria come una insurrezione "sunnita", quindi dovuta all'odio che divide sunniti e sciiti, un fatto "religiosamente" motivato. I sunniti sono la larga maggioranza del paese e godono dell'esplicito appoggio di alti Paesi sunniti, Arabia Saudita, Qatar e Turchia in primis. Dunque siamo all'interno di una guerra orientata dai gruppi del salafismo, del fondamentalismo islamico? Convincere chiunque sia possibile convincere che le cose stiano così è molto importante per il regime, anche perché quei gruppi esistono, e rendere centrale la loro presenza, pericolosissima ma probabilmente ancora marginale nella realtà, è uno degli obiettivi della propaganda di Damasco. Ecco perché la piccola minoranza drusa dice una cosa molto importante.

Attivi nell'insurrezione sin dall'inizio, e con "quadri" intellettuali, studenti e attivisti, i drusi hanno pagato un tributo di sangue molto alto e molto particolare: 170 di loro sono stati passati per le armi perché si sono rifiutati, da soldati dell'esercito regolare siriano, di eseguire rastrellamenti e di giustiziare sommariamente insorti. Ora il regime ha spinto una forte ondata di profughi sunniti proprio verso la regione dei drusi, piccola e chiusa, come tutte le regioni montanare e identitarie, ma più delle altre, perché i drusi sono storicamente più chiusi, avvolti nei loro segreti e comunque la collocazione è nel complesso e articolatissimo universo sciita. Dunque la "deriva sunniti contro sciiti" poteva pesare, come ha pesato nel frenare alcuni settori della comunità drusa dal prendere parte. Ma questa volta hanno aperto le porte dei loro villaggi ai tantissimi profughi. Lea loro resistenza, la loro mobilitazione contro un regime che viene percepito dai più come irriguardoso dei loro diritti, non è stata scalfita nel corso di questi mesi, neanche dall'intrusione nella loro "montagna" dei profughi.

Se invece che le ideologia si guardassero i popoli, questa dei drusi risulterebbe una delle pagine più commoventi dell'insurrezione popolare siriana.


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