Zvi Bar’el : liberare Gaza
Sintesi personale
È giunto il momento di liberare la Striscia di Gaza e di mantenere un rapporto "normale", sia con la leadership di Hamas e sia con la popolazione. È giunto il momento di consentire agli Stati europei e agli Stati Uniti di fare investimenti diretti nella Striscia e permettere all'economia di Gaza di svilupparsi come la sua controparte in Cisgiordania. È giunto il momento di smettere il bluff che il blocco di Gaza punisca Hamas e sia funzionale alla sicurezza di Israele. E' giunto il momento di porre fine all'illusione di Israele di "distruggere le infrastrutture terrore". Lo sforzo per promuovere la prosperità in Cisgiordania e la povertà nella Striscia di Gaza per dimostrare che la cooperazione con Israele conviene non ha dato il via alla tanto agognata reazione a catena. I cittadini di Gaza non hanno organizzato manifestazioni di massa contro il governo di Hamas e la maggior parte dei residenti della West Bank non hanno ottenuto benifici politici o economici.
La verità è che la chiusura economica di Gaza è piuttosto porosa, non solo a causa del contrabbando attraverso i tunnel: centinaia di camion passano tra Israele e Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom e un certo numero di commercianti gazesi sono autorizzati a esportare le loro merci in Giordania e Israele che ,tra l'altro ,si trova ad affrontare pressioni internazionali dopo quanto accaduto nel 2010 alla flottiglia turca.Non esiste correlazione tra la chiusura economica e la sicurezza : non Hamas , ma le organizzazioni rivali a Gaza sono i principali responsabili degli attacchi missilistici e dei razzi su Israele. L'attacco terroristico nella penisola del Sinai ha costretto Hamas ad affermare a gran voce di non essere coinvolto nell'uccisione dei militari e degli ufficiali egiziani.
La sua dipendenza assoluta dalla Fratellanza Musulmana lo ha spinto a esprimere pubblicamente solidarietà all'Egitto , a denunciare l'attacco come un crimine, a sostenere le operazioni militari contro le organizzazioni terroristiche nel Sinai, a inviare Ahmed Jabri, capo dell'ala militare di Hamas , per coordinare le attività di anti-terrorismo nella zona del Sinai. Il carattere di tale cooperazione non è chiara in quanto è difficile capire ciò che Hamas può fare contro le organizzazioni radicali che si oppongono il governo egiziano. Gli Egiziani hanno comunque capito, a differenza di Israele, che per ottenere la cooperazione sulla sicurezza è necessario riconoscere Hamas come partner. Inoltre Israele dovrebbe essere felice che la leadership di Hamas abbia respinto la proposta del leader iraniano Mahmoud Ahmadinejad a Teheran di convocare un vertice palestinese con Fatah e Hamas. L'organizzazione islamista ha sottolineato più volte che l'Egitto non l'Iran può promuovere l'unità tra i gruppi palestinesi.
Israele non ha bisogno di riconoscere Hamas al fine di cooperare , ma in considerazione della fragilità delle relazioni tra Israele e l'Egitto farebbe bene a cercare di rafforzare tali legami, facendo una sorta di gesto di buona volontà per la Striscia di Gaza. Ne trarrebbero vantaggio anche le relazioni con la Turchia soprattutto se Israele ,seppure tardivamente, si scusasse per le uccisioni della flottiglia .Saggezza politica, compassione umanitaria e un freddo calcolo di costi e benefici dovrebbero determinare la liberazione di Gaza. Ma sembra che questi percorsi di illuminazione siano ancora lontani per ordine del governo israeliano.
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