Siria, dopo Yarmouk guerra civile arriva in campo profughi di Khan al-Sheeh

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Siria, dopo Yarmouk guerra civile arriva in campo profughi di Khan al-Sheeh
L'Olp continua i colloqui per tenere fuori dal conflitto i profughi palestinesi ma i campi sono sempre più coinvolti nello scontro tra Esercito e ribelli
da Adminsito
Alcuni mesi fa la guerra civile siriana ha raggiunto il campo profughi palestinese di Yarmouk, alla periferia di Damaco. E l'Olp da allora cerca, attraverso colloqui con il governo e la milizia ribelle, di tenere i rifugiati fuori dal conflitto. Per ora con risultati molto modesti e la popolazione di Yarmouk ha già pagato un prezzo molto alto in termini di vite umane e di case distrutte.
                          


In cerca di tranquillità molte famiglie sfollate da Yarmouk si sono trasferite a Khan al-Sheeh, il secondo più grande campo profughi palestinese in Siria, 40 chilometri a sud ovest di Damasco. Ma ora scontri a fuoco avvengono anche nei dintorni di Khan al-Sheeh e molti palestinesi non osano uscire di casa anche per paura di sequestri di persona ed omicidi.

Gli anziani del campo sono stati in grado per lungo tempo di tenere a freno le fazioni palestinesi contrapposte che avrebbero voluto sostenere rispettivamente il regime e la milizia ribelle. Di recente le cose sono cambiate. Lo scorso 26 gennaio il cadavere mutilato di Sheikh Sultan Hayel, l'imam della moschea del vicino villaggio di Drousha, è stato trovato in una fattoria non lontano dal campo e le fazioni palestinesi rivali si sono accusate a vicenda dell'uccisione dello sceicco.

L'assassinio è coinciso con un attacco su larga scala compiuto dai jihadisti del Fronte al-Nusra contro una postazione chiave dell'esercito vicino a Khan al-Sheeh, che ha spinto i comandi militari locali a rimuovere - per proteggere i soldati - gran parte dei posti di blocco in quella zona. Questo, secondo gli abitanti del campo profughi, avrebbe spianato la strada ad un'ondata di sequestri di persona. Ayham, un giovane rifugiato palestinese, ha detto al giornale al Akhbar che ora ben pochi «osano uscire di casa per paura dei sequestri di persona. Non vogliamo che la tragedia di Yarmouk da ripetere qui». Gli abitanti del campo hanno organizzato manifestazioni di massa per chiedere la fine della presenza di armi a Khan al Sheeh e dei leader delle parti contrapposte che, spesso, non sono nemmeno residenti nel campo. Secondo al Akhbar in Khan al Sheeh ci sarebbero almeno 300 ribelli armati e anche alcuni miliziani del Fronte al Nusra. Una presenza che potrebbe aprire la strada a pesanti bombardamenti governativi sul campo profughi, con conseguenze gravi per i civili che potrebbero essere costretti ad abbandonare le loro case così come sono stati obbligati a fare molti abitanti di Yarmouk. Nena News

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