Attiviste israeliane sostituiscono i minacciosi segnali militari con messaggi alternativi di pace
di Haggai Matar
26 luglio 2013
TESTO DEL CARTELLONE DELL'ESERCITO TESTO DELLE ATTIVISTE ISRAELIANE
Questa strada conduce nella zona "A" Le donne dicono no alle regole dell'occupazione
Sotto l'Autorità Palestinese Zona civile ; vietato l'ingresso all'esercito!
E' vietato l'ingresso per i Questa strada conduce ai
Cittadini israeliani, Villaggi palestinesi
Pericolo per la vostra vita Civili israeliani, non abbiate paura!
E contrario alla legge israeliana. Venite e visitate i villaggi palestinesi
Rifiutatevi di essere nemici!Da molti anni ormai, tutte le strade che partono dalle autostrade principali della Cisgiordania, controllate dagli israeliani e dirette verso villaggi e città palestinesi sono dominate dalla presenza di cartelloni rossi di avviso, in tre lingue. I manifesti avvertono gli Israeliani che le strade conducono a zone controllate dall’Autorità Palestinese. Percorrerle dovrebbe perciò essere considerato come una violazione della legge che proibisce ufficialmente agli Israeliani di entrare nella “Zona A” (benché questa legge non sia quasi mai applicata), e i cartelloni avvertono che c’è pericolo per la vita.
Sabato
13 luglio, un gruppo di donne israeliane è partito per un giro delle
strade, per sostituire quei cartelli minacciosi con dei testi più
attraenti. Hanno viaggiato tra diverse città palestinesi e con l’aiuto
degli abitanti locali hanno coperto i manifesti rossi militari con
manifesti più colorati. I messaggi sui nuovi manifesti sono; “Zona
civile: vietato l’ingresso all’esercito! Questa strada conduce ai
villaggi palestinesi. Civili, non abbiate paura! Venite e visitate i
villaggi palestinesi. Rifiutatevi di essere nemici!” (…)
Il
gruppo, che si chiama “Noi non obbediamo”, ha già precedentemente
attirato molto l’attenzione, dichiarando pubblicamente che loro violano
la legge ed entrano illegalmente nei villaggi palestinesi per far
entrare clandestinamente in Israele delle donne palestinesi attraverso i
cheek point israeliani.
“Abbiamo
avuto davvero buone reazioni da parte dei Palestinesi, ovunque siamo
state, e alcuni ci hanno detto che dai manifesti originali si sentivano
descritti come potenziali assassini di cui bisogna diffidare” ha
raccontato a +972 Rivka Sum, una delle attiviste del gruppo. “Una
persona ha detto che tutti i giorni tornando a casa dal lavoro e
passando in macchina davanti a quel segnale, si sentiva immediatamente
depressa al pensiero che degli Israeliani, leggendo quel manifesto,
potessero vedere in lui un cannibale avido di sangue o qualcosa del
genere”.
In
una colonna su Haaretz (in ebraico), l’autrice, traduttrice ed una
delle fondatrici del gruppo, Ilana Hammerman, ha dichiarato che piazzare
quei manifesti andava anche a vantaggio degli automobilisti israeliani.
“Ci sono sempre meno Israeliani oggi che osino essere al corrente
direttamente di questa realtà, alla quale è legato il destino del loro
Stato - essa scrive -. Noi vogliamo che le persone sappiano che quelle
strade conducono a residenze di esseri umani… che sappiano che la realtà
è che sono strade di segregazione, rafforzata dall’esercito, che
conduco ad un destino tragico,” Nella loro dichiarazione ufficiale il
gruppo ha aggiunto: “E’ il nostro modo di esprimere la nostra protesta
contro questo metodo di minacce ed intimidazioni. I manifesti, che sono
ritenuti “per la nostra sicurezza”, violano l’ambiente circostante ed il
loro unico fine è far paura e provocare il conflitto fra Ebrei ed
Arabi.”
Anche
se la maggior parte dei manifesti alternativi del gruppo sono stati
ritirati nel giro di alcuni giorni, quello all’esterno di Beit Jalla
sarebbe ancora al suo posto al momento in cui si scrive questo
articolo, e le attiviste hanno intenzione di tornare e mettere ancora
più manifesti così in tutta la Cisgiordania, nel prossimo futuro
(Margherita)
http://972mag.com/israeli-activists-replace-threatening-military-signs-with-messages-of-peace-and-resistance/76431/
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