Giorgio Bernardelli :Nella notte di Natale Betlemme prega di nuovo al muro

Natale a Betlemme, Twal alla Messa della notte
(©Reuters)
(©Reuters) Natale a Betlemme, Twal alla Messa della notte

Il patriarca Twal: «Indimenticabile il gesto compiuto dal Papa. Non basta parlare di pace: è necessario soprattutto pregare per la pace»

Giorgio Bernardelli
Pregare per la pace, come ha fatto papa Francesco al muro. Pregare toccando con mano le ferite dei conflitti di oggi. Ma con la consapevolezza che il «salvatore di cui noi abbiamo estremo bisogno» porta una salvezza che passa prima di tutto dalla conversione del cuore.

Da Betlemme, il luogo dove Gesù è nato, il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal ha scelto di ricordare espressamente il gesto compiuto a maggio da Papa Francesco nel luogo più di ogni altro simbolo dei conflitti che attraversano il Medio Oriente. Lo ha fatto durante l'omelia della Messa di Mezzanotte, presieduta davanti alla locale comunità cristiana e a migliaia di pellegrini nella chiesa di Santa Caterina, la parrocchia cattolica che sorge accanto alla basilica della Natività. Una notte in una Betlemme vestita a festa anche per i 100mila pellegrini attesi durante tutto il periodo natalizio. Anche nel suo giorno più bello, però, la comunità della Terra Santa non può dimenticare le tante sofferenze che sperimentano oggi i cristiani del Medio Oriente. E affidare al Bambino di Betlemme il sogno di poter vedere presto cadere il suo e tanti altri muri.

«Dio vuole guarire le nostre ferite e soprattutto l’arroganza umana, causa di tutti i conflitti e di tutte le guerre. E il rimedio che il Bambino ci propone è quello dell’umiltà e della dolcezza», ha ammonito Twal nell'omelia. Un rimedio che stride con la realtà del mondo di oggi, che - ha ricordato ancora - vede milioni di bambini soffrire «per ragioni assurde» in Siria, in Iraq, in Sudan, in Centrafrica, in Nigeria e in Afganistan e anche Gaza.

Davanti ai politici palestinesi e ai rappresentanti del corpo diplomatico è tornato a lanciare due appelli molto concreti, il patriarca latino di Gerusalemme. Ha ricordato le 58 famiglie cristiane della Valle del Cremisan che proprio qui a Betlemme rischiano di perdere i terreni di loro proprietà a causa del tracciato di quel muro. E ha chiesto impegni concreti per la ricostruzione di Gaza, distrutta per la terza volta in pochi anni da una nuova guerra tanto devastante quanto inutile. «Nel fondo del problema non è cambiato nulla - ha riconosciuto amaramente -. Il popolo israeliano continua a vivere nella paura e nella insicurezza, mentre il popolo palestinese continua a reclamare la propria indipendenza e la propria libertà e Gaza attende di essere ricostruita per la terza volta».

Ma la strada per superare davvero l'odio e la guerra chiede di tornare alla radice, ripartendo dalla vocazione unica della Terra Santa. «Il buon Dio - ha ricordato Twal - ha riunito qui i fedeli di tre religioni e li chiama a vivere in armonia. Nessuna forza potrà negare la memoria biblica iniziata da Dio su questa terra».

E allora ecco tornare con forza il ricordo della preghiera silenziosa di Papa Francesco con la mano a toccare anche fisicamente il grande simbolo del conflitto. «Il mondo potrebbe anche dimenticare tutti i discorsi tenuti durante la sua permanenza tra noi - ha commentato il patriarca di Gerusalemme -, ma non potrà dimenticare la sua breve sosta davanti al muro. Con la sua preghiera, ha chiesto di far crollare anche i muri immateriali, incancreniti nei cuori e nelle anime: i muri dell’odio, del timore e dell’arroganza».

«In questa notte di Natale - ha aggiunto ancora Twal -, non basta parlare di pace: è necessario soprattutto pregare per la pace. Preghiamo per la pace del mondo intero, per la riconciliazione in Medio Oriente, per i prigionieri politici e i detenuti, preghiamo per i rifugiati accolti nei paesi vicini, in Giordania e in Libano. Preghiamo per i poveri e i perseguitati a causa della loro fede e della loro razza. Preghiamo infine per i nostri capi politici perché il Signore accordi loro la saggezza e la forza. Preghiamo gli uni per gli altri».Nella notte di Natale Betlemme prega di nuovo al muro

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