Libano, i diritti dei profughi palestinesi e i fantasmi della Guerra civile



Il riconoscimento dei diritti civili dei profughi palestinesi non è più rinviabile. E in caso contrario il Libano dovrà prepararsi ad affrontare conseguenze drammatiche.A sostenerlo è il primo ministro libanese Saad Hariri, intervenuto in merito a una proposta di legge avanzata alcuni giorni fa dal leader del Partito socialista progressista e membro dell’attuale maggioranza Walid Jumblatt, che prevede appunto l’estensione dei diritti ai rifugiati.Se non diamo ai palestinesi i diritti civili – ha detto Hariri - allora il Libano investirà nel più grande progetto di produzione del terrorismo”.La bozza formulata dal druso Jumblatt prevede la concessione ai palestinesi del diritto al trattamento di fine rapporto, al possesso (seppur limitato) di proprietà immobiliari e all’indennità di rischio sul posto di lavoro.Non si è fatta attendere la risposta dei partiti cristiani, guidati dalle Forze libanesi, che hanno avversato la proposta, temendo che l’applicazione di una legge simile possa mettere in pericolo i delicati equilibri confessionali su cui è costruito il sistema politico libanese e – di conseguenza – ridurre il peso politico degli stessi cristiani.
Jumblatt si è espresso duramente contro la destra cristiana, affermando che “tutti i partiti di destra sono stupidi, ma non ne ho mai visto nessuno stupido come la destra libanese”.
“Il rinvio dell’approvazione di tali proposte è fondamentale per garantire che vengano rispettati i diritti dei cittadini palestinesi e il benessere del popolo libanese”, ha ribattuto il maronita Antoine Zahra, leader delle Forze libanesi, aggiungendo che “se è stupido difendere le istituzioni dello Stato e le leggi che lo regolano, allora siamo orgogliosi di questa stupidità".Il tema della cittadinanza e dell’estensione dei diritti dei profughi libanesi è un argomento che divide il Libano da decenni e non c’è voluto tanto perché si ripresentassero i vecchi fantasmi del conflitto civile, scoppiato nel 1975 quando le milizie di destra cristiane presero le armi per combattere la crescente influenza dell'Olp di Yasser Arafat“Questa divisione ricorda la Guerra civile”, ha commentato il quotidiano as-Safir, mentre il giornale filo-occidentale an-Nahar si è interrogato sulle ragioni della “improvvisa fretta” di Jumblatt nel voler dare ai palestinesi i diritti civili. Intanto la divisione generata dal provvedimento ha rivelato la fragilità delle alleanze tra partiti politici musulmani e cristiani, nate negli ultimi cinque anni.
Nonostante la buona volontà e le numerose proposte che si sono susseguite negli anni, il Paese nega tuttora i diritti civili di base al profughi palestinesi, costretti a vivere all’interno dei campi profughi, in condizioni talvolta drammatiche.
A stemperare le tensioni ci ha provato il presidente del Parlamento di Beirut, lo sciita Nabih Berri, che ha sottoposto la proposta alla commissione di giustizia della Camera e ha promesso di ripresentare la questione all’assemblea entro un meseLa proposta di attendere trenta giorni però non ha convinto Jumblat, secondo cui la decisione di Berri rappresenta “solo il rinvio dell'esplosione di una bomba ad orologeria”.Libano, i diritti dei profughi palestinesi e i fantasmi della Guerra civile

2Abu Mazen: la presenza dei palestinesi in Libano è temporanea (fonte araba)Beirut, 8 dicembre - In visita in Libano da ieri, Abu Mazen ha dichiarato che i palestinesi presenti nel Paese dei cedri "sono ospiti", la loro presenza è "temporanea" e il loro status "non cambierà" sino a quando non verrà trovata una soluzione completa e definitiva per un accordo di pace con Israele.Abu Mazen ha negato che ci sia il progetto di emettere passaporti libanesi a favore degli oltre quattrocentomila profughi palestinesi residenti nel Paese, voce che ha creato allarme in Libano. Il capo dell'Anp ha affermato che la sua Autorità nazionale, con sede a Ramallah, "si sta coordinando in materia di sicurezza con il governo libanese".Di recente l'Anp ha aperto una nuova Ambasciata a Beirut in cui sono state accolte tutte le maggiori formazioni politiche laiche palestinesi, ma non i rappresentanti di Hamas, Jihad islamica e Comando generale. La rappresentanza è stata retta sino a poche settimane fa dall'esponente di al Fatah Abbas Zaki. Ora, si attende la nomina del suo successore. LUNEDÌ 7 DICEMBRE 2009Abu Mazen: la presenza dei palestinesi in Libano è temporanea

3 LUNEDÌ 22 GIUGNO 2009Michel Suleiman: impossibile l'insediamento in Libano di 400 mila palestinesi
Ricevendo una delegazione parlamentare britannica, il presidente libanese Michel Suleiman ha detto che non ci sono soluzioni alla crisi medio orientale senza che Israele accetti di riconoscere i diritti dei palestinesi, tra cui anche quello del Diritto al ritorno. Suleiman ha spiegato che l'assetto politico-costituzionale del Libano non permette di insediare definitivamente 400 mila profughi palestinesi, garantendo a loro una vita dignitosa, quando i libanesi emigrano a migliaia per cercare di costruirsi una vita altrove.

http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio.php?idnews=27683&lang=it

4  15 luglio 2010  Delegazione di Hamas incontra il capo dell'esercito libanese  Hamas e l'esercito libanese si parlano. Ali Baraka, responsabile politico del movimento islamico palestinese in Libano, ha incontrato il capo dell'esercito libanese, generale Jean Kahwaji.
Nell'incontro è stata affrontata la situazione dei profughi palestinesi in Libano, ed è stato esposto il punto di vista di Hamas riguardo al Paese dei Cedri. 
Baraka, che era accompagnato da due membri della dirigenza politica del movimento, Ahmad Abd el-Hadi e Mashhur Abd el-Halim, ha riferito che la delegazione di Hamas ha discusso col generale Kahwaji la questione del 'diritto al ritorno' dei profughi palestinesi in Libano e del mantenimento della loro identità (collegato al rifiuto della naturalizzazione).
Si è discusso inoltre della ricostruzione del campo profughi di Nahr el-Bared, perché gli abitanti possano ritornarvi, e del rispetto dei diritti dei palestinesi in Libano.
ra i temi centrali dell'incontro, il mantenimento della pace tra le diverse fazioni in Libano, e nei campi profughi palestinesi sparsi per il Paese.Si è inoltre auspicato un lavoro per unificare l'azione e la posizione dei palestinesi, creando un riferimento politico unitario per tutti i palestinesi che vivono in Libano.

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