Gideon Levy Un crimine contro la pace


Non avrebbe potuto essere più esplicito, chiaro e risoluto. Leggete e giudicate voi stessi: “La nostra posizione è chiara: quando Israele ci restituità l’intero Golan, noi firmeremo con lui un accordo di pace. A che giova la pace se l’ambasciata è circondata da forze di sicurezza, se non ci sono scambi né turismo tra i due paesi? Questa non è pace. E’ un cessate il fuoco permanente. Io questo dico a chi mi chiede di parlare del corso seguito dalla Siria: quel che ci interessa è una pace comprensiva, sono relazioni normali.Chi ha detto quanto sopra a chi? Il presidente della Siria Bashar Assad al giornale libanese As-Safir la settimana scorsa. Queste cose sorprendenti sono state detta a orecchi arabi non occidentali, e qui sono passate praticamente inascoltate. Ci credereste? Che cos’altro può dire Assad che non abbia già detto? Quante altre volte deve dichiarare le sue intenzioni di pace prima che qui qualcuno si svegli? Quanto ancora dovrà bussare alla porta sbarrata di Israele? E come se quello che ha detto non bastasse ha invitato la Turchia adoperarsi per superare la crisi con Israele, in modo da poter mediare tra Israele e Siria.

Le parole di Assad dovrebbero essere titoli di prima pagina sui giornali della settimana scorsa e delle seguenti. Anwar Assad disse molto meno prima di venire in Israele. A quel tempo le sue parole fecero impressione, oggi abbiamo spudoratamente ignorato le dichiarazioni di Bashar Assad. Se ne può concludere soltanto che Israele non vuole la pace con la Siria. Punto. Preferisce il Golan alla pace con uno dei suoi più grandi e pericolosi nemici. Preferisce il patrimonio immobiliare, i bed and breakfast, l’acqua minerale, i vini alla moda, e qualche migliaio di coloni a un mutamento strategico di statuImmaginate soltanto che cosa succederebbe se emergessimo dalle rovine del nostro status internazionale per firmare un accordo di pace con la Siria – come all’improvviso cambierebbe il clima internazionale nei nostri confronti, come l’”asse del male” andrebbe in pezzi e le roccaforti dell’Iran s’indebolirebbero, come Hezbollah si ritroverebbe con un occhio nero, più che dopo tutte le guerre in Libano. E forse sarà anche liberato Gilad Shalit, prigioniero di Hamas che ha la base a Damasco. Troppo bello per essere vero? Forse, ma Israele non fa neppure un tentativo. Il primo ministro che ignora una tale possibilità non è niente di meno che un criminale contro la pace.Invece della marcia per Shalit appena conclusa, questa settimana se ne sarebbe dovuta farne un’altra, una più grande e determinata, che rivolgesse al governo israeliano, che rifiuta la pace, un invito a fare qualcosa. Si sarebbero dovuti sentire slogan come questo: Pace con la Siria subito. Ma questa marcia questa settimana non ci sarà. A quanto pare non ci sarà mai. Il cantautore Shlomo Artzi, Zubin Mehta e i rispettabili manifestanti che hanno marciato per un soldato non lo faranno per sostenere un gesto che potrebbe salvare la vita a molti soldati e civili. Perché? Perché ci vuole coraggio. Perché? Perché Assad aveva ragione quando ha detto al giornale italiano “La repubblica: “La società israeliana si è spostata troppo a destra e non è capace di fare la pace con la Siria”.E’ vero, si dice che secondo il capo del Mossad Assad non farà mai la pace perché la sola giustificazione del suo regime si fonda sull’ostilità verso Israele. I nostri esperti non sbagliano mai, ma cose simili venivano anche dette di Sadat. E’ vero, Assad ha detto anche cose diverse. Diverse? Non proprio. Ha detto che se non gli riesce di liberare il Golan con la pace, tenterà di liberarlo con la resistenza. Illogico? Illegittimo? Non è una ragione per metterlo alla prova? Che cosa abbiamo da perdere se non un’occasione? Anche l’ultima foglia di fico che alcuni primi ministri hanno utilizzato in proposito – dichiarare che gli USA sono contrari alla pace con la Siria – è assurda. Ma ve l’immaginate il presidente Barack Obama che si oppone a una pace con la Siria? Peccato che non induca Israele a fare il passo necessario. E poi ecco il vecchio ritornello: “Assad non ha nessuna intenzione di fare la pace”. Quando i leader arabi fanno minacce, sono credibili; quando parlano di pace, mentono. E poi: “Rendiamo il Golan e ci ritroviamo con un pezzo di carta e i missili”. Vi ricordate che è quanto si diceva dell’Egitto? Ma noi insistiamo: Il primo ministro sta perdendo in modo criminale un’occasione storica per la pace, e noi sbadigliamo apaticamente. Pare logico, vero? Notizie da Israele: un crimine contro la pace.(traduzione di Marilla Boffito)

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