Israeliano fa sciopero della fame con palestinesi


 «Ho deciso di dare il mio contributo alla lotta dei prigionieri politici palestinesi contro la detenzione amministrativa». Con queste parole dette al suo avvocato, il militare refusnik Yaniv Mazor, 31 anni, di Gerusalemme, ha spiegato la sua decisione di rifiutare il cibo nel carcere militare di Tzrifrin dove si trova detenuto per essersi rifiutato di far parte delle Forze Armate israeliane. Lo riferisce stasera il quotidiano Haaretz.

Mazor considera l'esercito israeliano «una forza di occupazione» ed è stato condannato qualche giorno fa a tre settimane di carcere militare. La sua protesta, ha precisato all'avvocato, non è legata alla condanna subita ma alla ferma intenzione di dare pieno appoggio ai palestinesi in lotta contro la "detenzione amministrativa", ossia la carcere per mesi, talvolta per anni, senza processo e solo su raccomandazione dei servizi di sicurezza.

L'israeliano ha rifiutato più volte di prestare servizio da riservista e prende regolarmente parte alle iniziative dei gruppi contro l'occupazione «Breaking the Silence» e «Tayyush». Nena News
Israeliano fa sciopero fame con palestinesi

2

Se lo sciopero della fame dei palestinesi 'contagia' Israele

Si chiama Yaniv Mazor ed è un soldato israeliano in sciopero della fame per solidarietà con i prigionieri palestinesi. E' finito dietro le sbarre per essersi rifiutato di prestare servizio "nell’esercito di occupazione". 



di Francesca Manfroni 
La sua storia ce la racconta Amira Hass. 
Yaniv Mazor è un soldato riservista che si rifiuta di ottemperare ai suoi doveri, in segno di protesta nei confronti dell’occupazione israeliana dei Territori.
Da dietro le sbarre ha iniziato un sciopero della fame, in solidarietà con le pance vuote palestinesi
Yaniv Mazor, un trentunenne che risiede a Gerusalemme, è stato condannato la settimana scorsa a scontare venti giorni di prigione per essersi rifiutato di ricoprire qualsiasi incarico, in combattimento o in altri ruoli, in quello che definisce un "esercito di occupazione".
Questo gli è costato il carcere militare di Tzrifin lunedì, dove dal giorno seguente ha cominciato il suo digiuno.
Venerdì, durante una conversazione telefonica con il suo avvocato Michael Sfard, Mazor ha detto di essere rimasto "sconvolto dallo sciopero della fame iniziato dai prigionieri amministrativi palestinesi, ma che non poteva fare molto a riguardo".
"Ho deciso di cominciare un digiuno in segno di solidarietà (con i palestinesi) e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pratica della detenzione amministrativa, non per sollecitare il mio rilascio”.
Il riservista delle forze armate israeliane si dice "consapevole di dover pagare un prezzo" per la sua scelta, ed è per questo che sta accettando di buon grado di scontare la sua "pena" in carcere. 
Mazor, di professione guida turistica, aveva prestato servizio di leva nei corpi armati tra il 1999 e il 2002, per lo più nella valle del Giordano e in parte in Cisgiordania. Era già alla sua "settima volta" come riservista quando - come ha detto al giornalista Hagai Matar - la questione dell’occupazione israeliana dei Territori ha cominciato a pesargli sempre di più.
"Sono arrivato nell’esercito come un tipico prodotto del sistema - ha spiegato - un bravo ragazzo che presta servizio nei Territori, che fa quello che gli viene detto senza pensare, prevalentemente senza pensare".
Stando alle sue dichiarazioni, Mazor aveva anche provato a fare la cosiddetta "insubordinazione grigia", in base alla quale il soldato non rende pubblico il suo rifiuto.
Tuttavia, dopo essere tornato da un viaggio di un anno intorno al mondo, ha deciso che non poteva più far finta di nulla.
All’inizio è stato condannato a 15 giorni di sospensione. Questo accadeva una settimana e mezzo fa, dopo aver annunciato il suo rifiuto a prestare servizio.
Il comandante di battaglione lo ha rispedito a casa affinché "riflettesse":
Yaniv invece ha passato il weekend facendo un tour di Hebron con Breaking the Silence, un'ong che raccoglie le testimonianze dei soldati dell’esercito israeliano riguardo al loro servizio nei Territori Occupati.
Domenica gli è stato ordinato di ritornare alla sua base, dove il comandante di brigata gli ha comunicato la sentenza. 

18 giugno 2012

Commenti

Post popolari in questo blog

Alberi,piante e fiori della Palestina: i gelsi

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag

Lesbo : tre nonne e un nipotino venuto dal mare