Moni Ovadia :Israeliani, ebrei, razzisti e i raid anti-immigrati


Israeliani, ebrei, razzisti e i raid anti-immigrati

10 giugno 2012


Un paio di settimane fa Umberto de Giovannangeli dava conto su questo giornale di attacchi razzisti scatenati in Israele contro immigranti africani. Gli attacchi ai limiti del pogrom hanno avuto luogo, incredibile a udirsi, nei sobborghi di Tel Aviv, la laicissima città della Israele più colta e moderna, città della movida, del buon vivere all’occidentale.
La teppaglia che ha scatenato i raid contro esseri umani, colpevoli solo di essere quello che sono, era composta da oltranzisti della destra israeliana, laica e religiosa. Anche i leader della odiosa campagna xenofoba sono israeliani, non arabi, quindi ebrei. La domanda che si impone con urgenza è: «Si può essere israeliani, ebrei e razzisti?» La risposta è: «Ma certo! Eccome!». Qualche lustro fa una simile domanda e una simile risposta sarebbero state scandalose in quanto tali, si sarebbero trovati esponenti autorevoli delle comunità ebraiche della diaspora (e si trovano ancora) pronti a lanciare anatemi contro chi avesse osato porre simili domande e dare simili risposte. Il malcapitato sarebbe stato immediatamente marchiato con l’infamante epiteto di antisemita, magari con un surplus di infamia: «Schifoso antisemita!». In tempi più recenti qualche anima bella, di fronte a manifestazioni di razzismo da parte di ebrei, con accenti addolorati e incredulo stupore diceva (e ancora dice ): «Ma come??? Proprio loro??? Con quello che hanno passato???».
Ebbene sì proprio noi, con quello che abbiamo passato, abbiamo i nostri razzisti, i nostri xenofobi, i nostri fascisti e se andiamo avanti di questo passo avremo anche di peggio, ( mi astengo dalla definizione per il rispetto che devo a quelli fra i nostri che furono annientati e ridotti in cenere). Come è potuto accadere? È facile capirlo. Gli ebrei sono solo esseri umani come tutti gli altri, con le loro miserie e le loro glorie. Pertanto è bastato lasciarsi andare con cupidigia all’idolatria della terra perché sorgessero fra gli ebrei i nazionalisti fanatici e religiosi e dunque razzisti, e xenofobi.
L’eccellenza ebraica nel corso di 30 secoli non è mai stata dovuta ad un supposto ed equivocato talento dell’ebreo in quanto tale, ma è nata da condizioni socio esistenziali, da scelte culturali e dal fatto di essere un popolo di meticci avventizi che seppero colonizzare il cielo con il Dio universale che a sua volta li elesse perché erano schiavi e stranieri, sbandati e «poco raccomandabili». Gli ebrei ebbero la folgorante intuizione di aggregarsi intorno ad una patria mobile, la Torah. E tutte le volte che hanno tradito questa vocazione sono cominciati i guai. Non quelli che vengono dall’esterno, ma dall’interno. E quelli sono i più insidiosi

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