Morsi : "Rispetteremo gli accordi internazionali"
1 Nel suo primo discorso alla nazione, poche ore dopo la sua elezione, Mohamed Morsi ha promesso di "rispettare gli accordi internazionali e gli obblighi assunti " - un riferimento al trattato di pace con Israele .
Tuttavia, Morsi non ha menzionato esplicitamente Israele o il trattato di pace .del 1979
"Stiamo inviando un messaggio di pace al mondo. Stabiliremo relaziona equilibrate con tutti i paesi sulla base di interessi comuni, sarò il presidente di tutti gli egiziani : musulmani, cristiani, anziani, bambini, donne, uomini, contadini, operatori del settore pubblico e privato "
Morsi ha anche elogiato l'esercito egiziano e il sistema giudiziario.
51,7% dei voti contro il 48,3%. Si tratta del primo presidente egiziano democraticamente eletto, anche se, con molta probabilità, il candidato sconfitto al ballottaggio presenterà ricorso alla Corte Suprema. Ad annunciare il risultato elettorale è stato il presidente della Commissione Farouk Sultan Una vittoria al fotofinish quella di Morsi, che in campagna elettorale ha tentato di dipingere Shafiq come la continuazione di quel regime per la rivoluzione ha portato al collasso. E oggi arrivano i risultati con un ritardo di tre giorni, durante i quali i due avversari avevano dichiarato entrambi di aver vinto le elezioni.
Piazza Tahrir, in cui si sono ritrovati migliaia di sostenitori di Morsi (ma anche salafiti e ultra conservatori), è esplosa in grida di gioia. Una presenza costante nella piazza simbolo della rivoluzione, come forma di protesta verso l'attuale esecutivo del Paese, guidato dalle forze armate e accusato di agire al fine di ridurre il più possibile i poteri del futuro presidente. Insomma, la tensione non si allenta, soprattutto a seguito dello scioglimento del neo Parlamento a maggioranza islamica.
Ingente il dispiegamento di poliziotti sia al Cairo che nelle principali città egiziane e in luoghi istituzionali considerati sensibili, nell'obiettivo di soffocare sul nascere eventuali violenze o scontri. Veicoli militari e truppe sono state dispiegate all'aeroporto della capitale, mentre poliziotti antisommossa hanno circondato la sede del Parlamento.
Morsi, 60 anni, ingegnere diplomato in California, era il leader dei Fratelli Musulmani durante il regime di Hosni Mubarak. Nena News
Egitto, Morsi nuovo presidente
Morsi ha reso omaggio ai 900 manifestanti uccisi nella rivolta dello scorso anno ricordando che senza il "sangue dei martiri" non sarebbe diventato presidente liberamente eletto dagli egiziani.
2
Egitto, Morsi nuovo presidente
51,7% dei voti contro il 48,3%. Si tratta del primo presidente egiziano democraticamente eletto, anche se, con molta probabilità, il candidato sconfitto al ballottaggio presenterà ricorso alla Corte Suprema. Ad annunciare il risultato elettorale è stato il presidente della Commissione Farouk Sultan Una vittoria al fotofinish quella di Morsi, che in campagna elettorale ha tentato di dipingere Shafiq come la continuazione di quel regime per la rivoluzione ha portato al collasso. E oggi arrivano i risultati con un ritardo di tre giorni, durante i quali i due avversari avevano dichiarato entrambi di aver vinto le elezioni.
Piazza Tahrir, in cui si sono ritrovati migliaia di sostenitori di Morsi (ma anche salafiti e ultra conservatori), è esplosa in grida di gioia. Una presenza costante nella piazza simbolo della rivoluzione, come forma di protesta verso l'attuale esecutivo del Paese, guidato dalle forze armate e accusato di agire al fine di ridurre il più possibile i poteri del futuro presidente. Insomma, la tensione non si allenta, soprattutto a seguito dello scioglimento del neo Parlamento a maggioranza islamica.
Ingente il dispiegamento di poliziotti sia al Cairo che nelle principali città egiziane e in luoghi istituzionali considerati sensibili, nell'obiettivo di soffocare sul nascere eventuali violenze o scontri. Veicoli militari e truppe sono state dispiegate all'aeroporto della capitale, mentre poliziotti antisommossa hanno circondato la sede del Parlamento.
Morsi, 60 anni, ingegnere diplomato in California, era il leader dei Fratelli Musulmani durante il regime di Hosni Mubarak. Nena News
Allegato
3 Paola Caridi Il personaggio più odiato dell’Egitto, nelle scorse ore, non è stato né Hosni Mubarak né il generale Tantawi. Si chiama Farouq al Sultan, capo della commissione elettorale, colui che ha tenuto con il fiato sospeso l’intero paese per un’ora, nel discorso più lungo e – dicono – più noioso della storia recente. Il proverbiale umorismo egiziano ha dato il meglio di sé, e twitter è diventato una specie di bar in cui barzellette e battute si sono susseguite a ritmi serrati. Ya Rab, Farouq, basta, dicci il nome. Mio figlio si è già diplomato, mentre tu ancora parli, e ci sciorini praticamente tutte l’elenco degli aventi diritto. Percentuali, numeri, casi singoli, circoscrizioni minuziosamente passate al setaccio. Il tutto per dire che la commissione elettorale ha fatto il suo dovere, e che il risultato finale è inattaccabile. Ya Rab, Farouq, il banner di Al Jazeera in arabo recita da un’ora che l’Egitto è con il fiato sospeso: speriamo non sia vero, perché altrimenti saremmo tutti morti per mancanza di ossigeno…Continua
Egitto: il primo presidente senza stellette
4 Gad Lerner : Egitto: vince Morsi ma non è un disastro L’elezione stavolta per via democratica di un esponente dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, alla presidenza della Repubblica d’Egitto non è certo una buona notizia per l’Europa e l’Occidente. Si paga l’errore di una identificazione decennale con la casta militare che ha imposto con la forza la dittatura di Moubarak e che esce ridimensionata nel suo potere dal responso delle urne. Non credo di essere incosciente, però, se la vittoria di Morsi mi appare come un’opportunità piuttosto che una disgrazia. Egli dovrà fare i conti con le contraddizioni del suo credo integralista e con le scelte strategiche della politica estera egiziana, sia nei confronti d’Israele sia nei confronti dell’Europa. Meglio la vittoria di un ingegnere che ha vissuto negli Stati Uniti e poi ha conosciuto la galera in quanto dissidente, piuttosto che la riconferma di un gendarme erede di Moubarak. La svolta nel mondo arabo è in pieno corso, come dimostrano anche le manifestazioni pluraliste in piazza Tahrir al Cairo nelle settimane scorse.
Piuttosto è chiaro che sta affermandosi l’egemonia del modello islamista turco impersonato da Erdogan, non a caso accolto trionfalmente in Egitto poco tempo fa. La tensione di queste ore fra Turchia e Siria, con il coinvolgimento diretto della Nato, potrebbe segnar un punto di svolta anche nella tragedia di un popolo in rivolta contro la dittatura di Assad. Vi anticipo che domani all’Infedele potremo ragionarne con Lucio Caracciolo, direttore di “Limes”, con l’inviata Imma Vitelli e con la tunisina Ouejdane Mejri.
Egitto: il primo presidente senza stellette
4 Gad Lerner : Egitto: vince Morsi ma non è un disastro L’elezione stavolta per via democratica di un esponente dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, alla presidenza della Repubblica d’Egitto non è certo una buona notizia per l’Europa e l’Occidente. Si paga l’errore di una identificazione decennale con la casta militare che ha imposto con la forza la dittatura di Moubarak e che esce ridimensionata nel suo potere dal responso delle urne. Non credo di essere incosciente, però, se la vittoria di Morsi mi appare come un’opportunità piuttosto che una disgrazia. Egli dovrà fare i conti con le contraddizioni del suo credo integralista e con le scelte strategiche della politica estera egiziana, sia nei confronti d’Israele sia nei confronti dell’Europa. Meglio la vittoria di un ingegnere che ha vissuto negli Stati Uniti e poi ha conosciuto la galera in quanto dissidente, piuttosto che la riconferma di un gendarme erede di Moubarak. La svolta nel mondo arabo è in pieno corso, come dimostrano anche le manifestazioni pluraliste in piazza Tahrir al Cairo nelle settimane scorse.
Piuttosto è chiaro che sta affermandosi l’egemonia del modello islamista turco impersonato da Erdogan, non a caso accolto trionfalmente in Egitto poco tempo fa. La tensione di queste ore fra Turchia e Siria, con il coinvolgimento diretto della Nato, potrebbe segnar un punto di svolta anche nella tragedia di un popolo in rivolta contro la dittatura di Assad. Vi anticipo che domani all’Infedele potremo ragionarne con Lucio Caracciolo, direttore di “Limes”, con l’inviata Imma Vitelli e con la tunisina Ouejdane Mejri.
Commenti
Posta un commento