La bufala sul facchino musulmano: troppo verosimile per essere falsa




Prendere ordini da una donna era un’onta insopportabile. Così tanto che avrebbe pure rinunciato al posto di lavoro… Non è la prima volta che le strutture alberghiere veneziane si trovano a dover gestire problemi legati alla variegata composizione multietnica delle maestranze e alla presenza di una clientela da sempre cosmopolita.
Da Il Messaggero

La direzione dell'hotel ha provato a spiegare al musulmano come fosse difficile cambiare la situazione dal momento che la sua capa lavorava lì da anni. Ma il facchino non ha voluto sentirne e ha lasciato il suo posto di lavoro.
Da Il Giornale 

Sono innumerevoli le testate che sono andate a nozze con questa storia. Il Tg5 ci ha fatto un servizio con taglio ironico di cattivo gusto nell’edizione serale; le dichiarazioni disfattiste dei politici e opinion maker non si sono fatte attendere. Nel tam tam mediatico si è buttato anche l’imam di Venezia che alle agenzie hadichiarato come le richieste del facchino siano inaccettabili.

Tutti a sparlare e a sentenziare su un fatto di cui mancano dei dettagli fondamentali come il nome del facchino ( che per convenienza è stato chiamato il facchino musulmano…ma se fosse stato protestante lo avrebbero chiamato il facchino protestante? ) e la conferma dei diretti interessati come i colleghi e la donna a cui l’uomo deve rispondere.
In mancanza di conferme, le agenzie e i giornali si sono arrabattati declinando i verbi al condizionale: il facchino avrebbe detto, avrebbe fatto, si sarebbe dimesso…

Morale della favola: arriva secca la smentita.

Non esiste nessun "caso" e sembra che nulla sia effettivamente successo. Il direttore dell'Hotel Danieli di Venezia si dice "sorpreso" dalla notizia del facchino musulmano, dipendente del suo albergo, che per motivi religiosi non vuole prendere ordini dal capo donna e che per questo si sarebbe licenziato e sarebbe stato reintegrato solo alla condizione di avere un uomo dal quale farsi dirigere. Da La Repubblica.it

Ebbene:
Quello che poteva essere il caso mediatico dell’estate su cui speculare per tirare su l'audience e la storia ideale da far girare sui social network per far aumentare i click delle testate on line è una bufala. E invece delle scuse o delle rettifiche, cosa fanno i giornali: fanno titoli da paraculi come questo: Niente ordini da una donna. Il caso diventa un giallo.

Storia troppo verosimile per essere falsa
Mettici un egiziano immigrato che lavora in un albergo, che casualmente sia musulmano, che il suo capo è una donna, mettici anche che il fatto che è Ramadan, ometti poi di intervistare il diretto interessato, tralascia di verificare le fonti e il gioco dello sputtanamento riesce alla grande.
In questa vicenda ci sono tutti i componenti per soddisfare la classica regola del giornalismo italiano: l’importante è che le storie non siano vere, ma verosimili.

Però...
"Oltre a rappresentare l'ennesimo danno d’immagine alle comunità egiziane in italiana e alla reputazione dei musulmani, la bufala prova che il cancro dell’informazione mainstream ha raggiunto il suo stadio maligno.
Di peggiore di chi non vuol prendere ordini da una donna, forse c'è solo chi accetta di prendere ordini dal marketing...


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