IL mercato israeliano a Gaza
Sintesi personale
Cookies, caffè, sapone e persino hummus - questi sono solo alcuni dei prodotti israeliani che si possono trovare sugli scaffali dei negozi di alimentari a Gaza, le scritte sono in ebraico proprio come quelli delle vicine catene retail israeliani. A quanto pare sotto la superficie delle tensioni militari quotidiani tra Israele e la Striscia di Gaza c'è una relazione economica significativa. Nel 2012 il valore delle importazioni di prodotti israeliani a Gaza, pari a NIS 1,3 miliardi (375 milioni dollari), tra cui non solo acqua, gas ed elettricità, ma anche prodotti alimentari e prodotti per la pulizia di ben note aziende israeliane come Telma, Willifood, Osem e Tnuva che porta l'utile fiscale a Israele.
Un importatore Tnuva a Gaza riferisce che ogni giorno 200 tonnellate di prodotti della società arrivano alla Striscia e sono inviati a circa 1.700 negozi diversi. I prodotti più popolari sono il latte e la panna.
Tuttavia, la forte domanda di prodotti israeliani non deriva solo dalla comodità e dalla vicinanza, ma perchè Gaza è un mercato vincolato, visto che Israele controlla il movimento da e per la striscia, quindi è facile per le aziende israeliane controllare tale mercato. Mentre Israele trae profitto dalla vendita dei suoi prodotti all'interno della striscia di Gaza, ai cittadini di Gaza non sono date le stesse opportunità di vendere i loro prodotti. Nel 2007, dopo la presa di Hamas a Gaza, Il Ministero della Difesa di Israele ha vietato la vendita di merci dalla Striscia, anche se fino ad allora, l'85% della merce di Gaza era venduta in Israele e in Cisgiordania.
Israele controlla anche gli operatori che possono viaggiare dentro e fuori di Gaza utilizzando una procedura che incoraggia esplicitamente il commercio solo con aziende israeliane e applicando rigidi criteri che definiscono a chi è permesso entrare in Israele. I permessi vengono dati solo agli operatori che dimostrano un ampio margine di vendita, agli altri non è nemmeno permesso inviare pacchetti per posta da Gaza. Questo danneggia soprattutto le donne che cercano di mantenere le piccole imprese. Il risultato: la portata degli scambi di uscita da Gaza è pari a solo il 2%, con conseguente crollo delle piccole imprese."La domanda di Israele per merci provenienti da Gaza esiste ancora, ed entrambe le parti trarrebbero beneficio per molti prodotti come frutta, mobili e vestiti in quanto più economici se prodotti a Gaza", ha detto Sari Bashi, direttore esecutivo dell'organizzazione israeliana Gisha
. Solo un mese e mezzo dopo l'Operazione Pilastro della Difesa, Israele ha invitato 30 contadini palestinesi di Gaza a partecipare a una mostra agricola in Israele.
Durante la visita gli agricoltori palestinesi hanno preso contatto con le aziende israeliane che li ha aggiornati sulle nuove tecnologie e metodi avanzati per passare allo standard internazionali di esportazione. "Il nostro interesse è quello di esportare in Israele i nostri prodotti, ci concentriamo sui benefici di business e non sulla politica", ha detto Ahmed Shafi, capo della Gaza City Agricultural Association. "Israele e la Cisgiordania sono i mercati più importanti per gli agricoltori di Gaza .inoltre, la vicinanza geografica permette la riduzione dei costi ", ha detto Jamal Abu Najar, Presso i negozi di alimentari a Gaza, i prodotti sono più economici rispetto ai negozi alimentari di qualsiasi altra città in Israele
, ma questo significa che il costo della vita è inferiore a Gaza?No se si prendono in considerazione il salario medio giornaliero di NIS
60 ($ 17) e gli elevati tassi di disoccupazione del 38,5%.
Cookies, caffè, sapone e persino hummus - questi sono solo alcuni dei prodotti israeliani che si possono trovare sugli scaffali dei negozi di alimentari a Gaza, le scritte sono in ebraico proprio come quelli delle vicine catene retail israeliani. A quanto pare sotto la superficie delle tensioni militari quotidiani tra Israele e la Striscia di Gaza c'è una relazione economica significativa. Nel 2012 il valore delle importazioni di prodotti israeliani a Gaza, pari a NIS 1,3 miliardi (375 milioni dollari), tra cui non solo acqua, gas ed elettricità, ma anche prodotti alimentari e prodotti per la pulizia di ben note aziende israeliane come Telma, Willifood, Osem e Tnuva che porta l'utile fiscale a Israele.
Un importatore Tnuva a Gaza riferisce che ogni giorno 200 tonnellate di prodotti della società arrivano alla Striscia e sono inviati a circa 1.700 negozi diversi. I prodotti più popolari sono il latte e la panna.
Tuttavia, la forte domanda di prodotti israeliani non deriva solo dalla comodità e dalla vicinanza, ma perchè Gaza è un mercato vincolato, visto che Israele controlla il movimento da e per la striscia, quindi è facile per le aziende israeliane controllare tale mercato. Mentre Israele trae profitto dalla vendita dei suoi prodotti all'interno della striscia di Gaza, ai cittadini di Gaza non sono date le stesse opportunità di vendere i loro prodotti. Nel 2007, dopo la presa di Hamas a Gaza, Il Ministero della Difesa di Israele ha vietato la vendita di merci dalla Striscia, anche se fino ad allora, l'85% della merce di Gaza era venduta in Israele e in Cisgiordania.
Israele controlla anche gli operatori che possono viaggiare dentro e fuori di Gaza utilizzando una procedura che incoraggia esplicitamente il commercio solo con aziende israeliane e applicando rigidi criteri che definiscono a chi è permesso entrare in Israele. I permessi vengono dati solo agli operatori che dimostrano un ampio margine di vendita, agli altri non è nemmeno permesso inviare pacchetti per posta da Gaza. Questo danneggia soprattutto le donne che cercano di mantenere le piccole imprese. Il risultato: la portata degli scambi di uscita da Gaza è pari a solo il 2%, con conseguente crollo delle piccole imprese."La domanda di Israele per merci provenienti da Gaza esiste ancora, ed entrambe le parti trarrebbero beneficio per molti prodotti come frutta, mobili e vestiti in quanto più economici se prodotti a Gaza", ha detto Sari Bashi, direttore esecutivo dell'organizzazione israeliana Gisha
. Solo un mese e mezzo dopo l'Operazione Pilastro della Difesa, Israele ha invitato 30 contadini palestinesi di Gaza a partecipare a una mostra agricola in Israele.
Durante la visita gli agricoltori palestinesi hanno preso contatto con le aziende israeliane che li ha aggiornati sulle nuove tecnologie e metodi avanzati per passare allo standard internazionali di esportazione. "Il nostro interesse è quello di esportare in Israele i nostri prodotti, ci concentriamo sui benefici di business e non sulla politica", ha detto Ahmed Shafi, capo della Gaza City Agricultural Association. "Israele e la Cisgiordania sono i mercati più importanti per gli agricoltori di Gaza .inoltre, la vicinanza geografica permette la riduzione dei costi ", ha detto Jamal Abu Najar, Presso i negozi di alimentari a Gaza, i prodotti sono più economici rispetto ai negozi alimentari di qualsiasi altra città in Israele
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