Simone Camilli, videoreporter italiano, ucciso da un’esplosione

Aveva 35 anni, viveva a Roma e lavorava per l’agenzia Ap. Colpito insieme a 6 artificieri che disinnescavano un missile israeliano rimasto inesploso. Cordoglio della Farnesina



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Un videoreporter italiano - Simone Camilli, 35 anni, nato a Pitigliano - è rimasto ucciso, insieme ad altre cinque persone, nell’esplosione di un missile israeliano a Biet Lahya nel nord della Striscia di Gaza. La Farnesina ha confermato la notizia arrivata ai media da Mohammed Abedallah, del settore relazioni internazionali del ministero dell’Informazione del Governo di unità nazionale palestinese. Altre sei persone, tutte palestinesi, sono morte nella stessa circostanza e altre sei sono rimaste ferite, tutti colpiti dalla deflagrazione di un razzo israeliano rimasto inesploso che gli artificieri palestinesi stavano cercando di disinnescare. Simone Camilli, che lavorava per diverse agenzie internazionali tra le quali l’Associated Press, stava documentando il momento con la telecamera. A Gaza il videoreporter aveva realizzato documentari per produzioni indipendenti sulle condizioni di vita dei palestinesi. Si tratta del primo reporter straniero a restare ucciso nel conflitto nella Striscia, il cui bilancio è finora di 1900 morti palestinesi e 67 israeliani.
Da Gaza alla Turchia: chi era Simone Camilli
Simone Camilli non lavorava solo per Associated Press ma anche per l’Ifad (il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo). Aveva studiato al liceo scientifico Morgagni di Roma e si era laureato all’università La Sapienza in Storia e religione islamica. Conosceva molto bene Gaza, dove era stato diverse volte: nel 2006 e 2007 per gli scontri tra al Fatah e Hamas, nel dicembre 2008 per l’operazione israeliana Cast Lead, nel 2011 per lo scambio di prigionieri con il militare Gilad Shalit, nel 2012 per Pilastro di difesa. Nel 2006 era stato in Libano per la guerra con Israele e nel 2008 aveva seguito il successivo scambio di prigionieri. Nel 2007 era stato in Turchia a seguire gli scontri con i miliziani del Pkk. In Italia aveva seguito la morte di Giovanni Paolo II e le vicende della Costa Concordia. Per l’Ifad coordinava la produzione di materiali video in Paesi in via di sviluppo. Nel 2011 aveva realizzato un documentario sulla vita quotidiana a Gaza insieme al collega Pietro Bellorini.


Il dolore dei familiari
«Siamo sconvolti». I parenti di Simone Camilli, figlio del sindaco di Pitigliano (Gr) sono sotto choc dopo la notizia della morte del videoreporter:«Simone viveva da lungo tempo in quella zona ma in passato ha seguito anche altri conflitti in zone difficili del mondo, autore di numerosi reportage. È sempre stato in prima linea».
Il cordoglio della Farnesina
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha espresso il suo cordoglio per la morte del videoreporter: «La morte di Simone Camilli è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese»- ha detto. «Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter» - ha ricordato Mogherini. «E se ve ne fosse stato bisogno, l’uccisione di Simone dimostra ancora una volta quanto urgente sia arrivare a una soluzione finalmente definitiva del conflitto in Medio Oriente»- ha aggiunto. «Ai famigliari e agli amici di Simone voglio esprimere a nome mio e di tutto il governo le condoglianze per questa perdita così dolorosa». http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_13/missile-israeliano-uccide-reporter-portavoce-ministeroe-italiano-3da7ecc0-22ce-11e4-9eb4-50fb62fb3913.shtml

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