Yigal Bron­ner : «Netanyahu prepara il terreno alla caduta di Abu Mazen»



Ci si inter­roga sugli obiet­tivi, evi­den­te­mente poli­tici, che hanno spinto il primo mini­stro israe­liano Neta­nyahu ad accu­sare i pale­sti­nesi di essere stati,…
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Ci si inter­roga sugli obiet­tivi, evi­den­te­mente poli­tici, che hanno spinto il primo mini­stro israe­liano Neta­nyahu ad accu­sare i pale­sti­nesi di essere stati, addi­rit­tura, gli ispi­ra­tori dello ster­mi­nio degli ebrei attuato da Hitler e dai nazi­sti. Abbiamo chie­sto l’opinione del pro­fes­sor Yigal Bron­ner, docente all’Università Ebraica di Geru­sa­lemme e atti­vi­sta per i diritti del popolo palestinese.
Pro­fes­sor Bron­ner, come com­menta le parole del pre­mier Netanyahu
Non inter­vengo nella vicenda sto­rica che lascio ai miei col­le­ghi che stu­diano e si occu­pano della Shoah. Mi inte­ressa piut­to­sto ana­liz­zare i motivi che sono die­tro quelle dichia­ra­zioni prive di senso. Fino a non molti giorni fa Neta­nyahu par­lava dell’Olocausto met­ten­dolo in rela­zione all’Iran, ora parla dell’Olocausto nel con­te­sto della nuova rivolta pale­sti­nese. Per Neta­nyahu, mi pare evi­dente, è diven­tato stra­te­gico legare coloro che con­si­dera nemici di Israele all’Olocausto. Li mette in rela­zione allo ster­mi­nio del popolo ebraico allo scopo di otte­nere dei van­taggi per le sue politiche.
L’accusa fatta ai pale­sti­nesi però è più pesante rispetto a quelle lan­ciate all’Iran e al suo pro­gramma atomico.
È vero. All’Iran ha rivolto l’accusa di avere un pro­gramma nucleare segreto, in grado di pro­vo­care un secondo Olo­cau­sto. Con i pale­sti­nesi è peg­gio. Attri­buendo certe frasi al Mufti di Geru­sa­lemme di quell’epoca, Neta­nyahu ha voluto descri­vere i pale­sti­nesi come la causa dell’Olocausto, di aver inci­tato allo ster­mi­nio di massa, di esserne stati gli ispi­ra­tori. Il primo mini­stro vede i pale­sti­nesi, le loro aspi­ra­zioni, le loro lotte solo attra­verso la lente dell’Olocausto. E in que­sti ter­mini li pre­senta all’opinione pub­blica israe­liana. E’ paz­ze­sco. In que­sto modo si pon­gono le basi non della solu­zione del con­flitto ma del suo esten­dersi nel tempo. Senza dimen­ti­care che que­sto allarme inces­sante che giunge da Neta­nyahu si scon­tra con la realtà di uno Stato di Israele che è il più potente e armato di que­sta regione.
Neta­nyahu guarda solo all’opinione pub­blica israe­liana o que­ste sue affer­ma­zioni sull’Olocausto e i pale­sti­nesi sono volte a rag­giun­gere anche gli occidentali.
Spesso (il primo mini­stro) ha fatto rife­ri­mento a una serie di minacce glo­bali o all’Islam radi­cale, lan­ciando l’allerta a euro­pei e ame­ri­cani in modo da otte­nere ulte­riori soste­gni a Israele. Tut­ta­via il rife­ri­mento all’Olocausto, chia­mando prima in causa l’Iran e poi pale­sti­nesi, ha per obiet­tivo la popo­la­zione israe­liana. Vuole accre­scere i timori e le paure della gente per mobi­li­tarla con­tro i palestinesi.
Qual’è il fine poli­tico imme­diato, più con­creto di Netanyahu
Penso che stia pre­pa­rando il ter­reno alla caduta del pre­si­dente dell’Anp Mah­mud Abbas (Abu Mazen). Non solo Neta­nyahu ma anche altri espo­nenti del governo e della Knes­set da tempo para­go­nano il pre­si­dente pale­sti­nese ai nazi­sti, agli estre­mi­sti dell’Isis e a tante altre cose. A mio avviso sono il segnale di una inten­zione seria di andare alla resa dei conti con Abbas, così come è acca­duto con (lo scom­parso pre­si­dente pale­sti­nese) Yas­ser Ara­fat dopo l’inizio della seconda Inti­fada nel 2000.

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