Video : l'IDF detiene un ragazzino palestinese di otto anni come scudo umano



Witness says Israeli soldiers used the boy as a human shield.
electronicintifada.net



Sintesi personale

Questo video mostra soldati israeliani  fermare un ragazzino  di 8 anni  nel campo profughi di Aida, vicino a Betlemme 
E 'stato girato da Salah Ajarma, direttore del Lajee Centro, 
Il video è stato visto decine di migliaia di volte da quando Ajarma  lo ha postato sulla sua pagina  di  Facebook.


Per telefono ha raccontato  che  Abdallah D  era in un parco giochi quando lui e gli altri bambini sono stati colpiti da gas lacrimogeni lanciati dalle forze di occupazione israeliane.
I soldati hanno  arrestato il ragazzo e lo hanno usato come ostaggio e scudo umano: un soldato   ha trattenuto il ragazzo con una mano mentre sparava gas lacrimogeni con l'altra .
Ha aggiunto  che lui e Munthir Amirah, leader della comunità locale, hanno  cercato di discutere con  i soldati  perchè  lo lasciassero andare ,ma sono stati spinti  malamente da loro.
I soldati hanno ordinato  alla madre e  al padre di andare a dire ai  giovani locali di smettere di lanciare pietre se volevano che  il loro figlio   venisse rilasciato Dopo diverse ore .
hanno arrestato Amirah e lasciato andare il ragazzo . Il bambino è rimasto traumatizzato dall'esperienza. 

Ragazzino ucciso

Nel mese di ottobre, le forze israeliane hanno ucciso un 13 anni  stuedente  Abdulrahman Shadi Obeidallah nel campo profughi di Aida.
L'esercito israeliano ha affermato  di aver sparato ad Abdulrahman per errore. Il bersaglio era un adulto  vicino a lui,  secondo il quotidiano di Tel Aviv Haaretz.
La Defence for Children International  ha riferito che Abdulrahman potrebbe essere stato ucciso illegalmente.
Dena Shunra contribuito traduzione in ebraico.



This video shows Israeli soldiers detaining an 8-year-old child in Aida refugee camp, near Bethlehem in the occupied West Bank on Tuesday.
It was shot by Salah Ajarma, director of Lajee Center, a community organization in the camp.
The video has been seen tens of thousands of times since Ajarma posted it on his Facebook page.

Reached by telephone, Ajarma told The Electronic Intifada that the boy, Abdallah D., had been in a playground when he and other children were affected by tear gas fired by Israeli occupation forces.
The soldiers detained the boy and then effectively used him as a hostage and human shield, Ajarma said.
He said one soldier even held the boy with one hand while firing tear gas with another.
He said Israeli forces frequently fire tear gas and harass local residents.
Ajarma said that he and Munthir Amirah, a local community leader, tried to reason with the soldiers to let the boy go.
Amirah can be seen in the video speaking to the soldiers and being shoved and manhandled by them.
“If you get one step closer to me I’ll detain you,” a soldier shouts at Amirah in Hebrew, and yanks the boy backwards. The soldiers then attack Amirah while continuing to detain the child.
Ajarma said that the boy’s mother, father and grandfather came to the scene.
The soldiers ordered the mother and father to go and tell local youths to stop throwing stones if they wanted their son to be released, Ajarma said.
They arrested Amirah and let the boy go after holding him for several hours.
Ajarma said that he visited the family on Wednesday morning and that Abdallah was traumatized by the experience.
Ajarma said that the Israeli soldiers looked little older than teenagers.
“You’re young, but you must have a family. What you’re doing to a young child isn’t right,” Ajarma recalled telling one of the gunmen holding the child.
“I feel that if this soldier was a father, he wouldn’t be able to carry on this way,” Ajarma told The Electronic Intifada.
“The one thing that made the army act in a slightly less violent way is that I was filming everything,” Ajarma said.

Child killed

In October, Israeli forces shot dead 13-year-old schoolboy Abdulrahman Shadi Obeidallah in Aida refugee camp.
The Israeli army claimed it shot Abdulrahman by mistake. Its intended target was an adult who had been standing near Abdulrahman, according the Tel Aviv newspaper Haaretz.
The organization Defence for Children International-Palestine said that its initial probe into the incident suggests that Abdulrahman may have been unlawfully killed.
Dena Shunra contributed Hebrew translation.


Raddoppiato il numero di bambini palestinesi nelle carceri israeliane


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Marah Bakir, 16 anni, il 12 ottobre stava andando a scuola nel quartiere occupato di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est, quando le hanno sparato ed è stata ferita dalla polizia israeliana. Loro sostengono che intendeva colpire un ufficiale.
Tuttavia, il centro palestinese per i diritti umani ha riferito che Mara stava camminando con un amico quando è stata molestata da un israeliano che l’ha accusata di essere una “terrorista”. I testimoni hanno detto che la polizia l’ha circondata e ha aperto il fuoco quattro o cinque volte.
Mara è una delle tre ragazze adolescenti palestinesi detenute nel carcere Ramle con donne israeliane condannate per reati penali.
Il gruppo per i diritti palestinesi Addameer afferma che tenere le ragazze in questa prigione equivale a tortura psicologica, perché sono isolate dalle altre prigioniere palestinesi di sesso femminile, che sono nella prigione Hasharon.
Le ragazze vivono nella paura costante e cercano di evitare di dormire. Le tre ragazze sono detenute in una cella sporca con due letti a castello, una coperta e un materasso.
Le guardie dell’ Israele Prison Service hanno sequestrato gli abiti e i veli delle ragazze, e le hanno incatenate durante il loro periodo di ricreazione; questo è quello che raccontano gli avvocati di Addameer che hanno visitato le ragazze
Addameer riferisce che né Mara, né il suo quattordicenne compagni di cella fruiscono del trattamento necessario per ferite da proiettile.
Istabraq, un altro ragazzino quattordicenne, è stato colpito e arrestato il mese scorso. Israele ha dichiarato che aveva intenzione di intrufolarsi nella roccaforte israeliana estremista di Yitzhar, un insediamento in Cisgiordania, con un coltello.
I minori rappresentano circa un quinto dei 2.000 palestinesi che Israele ha detenuto durante l’escalation di violenza all’inizio di ottobre. I bambini palestinesi delle Gerusalemme Est occupata sono la maggior parte parte di questo gruppo.
Con l’ondata di arresti, il numero di bambini palestinesi in detenzione israeliana è raddoppiato a 307 alla fine del mese di ottobre rispetto a 155 alla fine di agosto.
Mentre ai bambini che vivono sotto il governo militare israeliano nella maggior parte della Cisgiordania occupata sono stati a lungo negati diritti fondamentali, quelli di Gerusalemme Est sono apparentemente soggetti alle stesse leggi civili e al sistema giudiziario come i cittadini israeliani e sembra che abbiano accesso al sistema assicurativo nazionale di Israele.
Ma i gruppi per i diritti umani hanno documentato un peggioramento del loro trattamento e delle condizioni di detenzione.
Al fine di accogliere il gran numero di bambini arrestati, Israele ha aperto una nuova ala per i minori palestinesi nel carcere Givon nel mese di ottobre.
Secondo Addameer ora ci sono circa 75 bambini a Givon, la maggior parte di loro provengono da Gerusalemme.
La struttura dispone di un massimo di 12 celle, ciascuna con sei posti letto, ciò significa che Givon è al completo.
Le condizioni della prigione sono abissali.
Gli avvocati dei gruppi per i diritti umani, tra cui il comitato pubblico contro la tortura in Israele, Addameer e Defence for Children International-Palestina, hanno una serie di testimonianze raccolte dai bambini, che riferiscono di essere stati picchiati, che gli sia stato negato cibo e che sono tenuti in celle ammuffite e fredde.
I bambini hanno detto aall’ avvocato di Addameer, durante una visita il 3 dicembre, che soffrono di incubi, disturbi del sonno e sono sottoposti a pestaggi, minacce e privazione del sonno.
Come nel caso di Mara Bakir e Istabraq Nour, alcuni bambini a Givon non ricevono cure mediche adeguate.
Normalmente vi è un adulto palestinese in ogni cella del carcere con i bambini palestinesi per fare da tramite con le autorità carcerarie. Ma tale persona non esiste a Givon.
Il più giovane palestinese presumibilmente coinvolto in un accoltellamento è Ali Alqam, 12 anni.
Ali e suo cugino quattordicenne, Muawiya, sono accusati di aver accoltellato e leggermente ferito una guardia di sicurezza su un treno della metropolitana nei pressi di Beit Hanina a Gerusalemme Est occupata il 10 novembre.
Ali è stato colpito da tre proiettili nell’addome, al bacino e alla mano destra.
Un avvocato del Defence for Children International-Palestina ha visitato Ali il 15 novembre mentre era ancora all’ ospedale Hadassah di Gerusalemme.
Un portavoce del gruppo ha detto a The Electronic Intifada che la polizia ha vietato al loro avvocato di fare domande sull’interrogatorio di Ali. La famiglia di Ali ha anche detto che la polizia ha impedito loro di visitare il figlio in ospedale.
Anche prima della recente escalation, la violenza israeliana contro i minori palestinesi in custodia era in aumento.
Tra gennaio e giugno 2015, l’ 86 per cento dei bambini palestinesi ha segnalato qualche tipo di violenza fisica dopo l’ arresto, secondo i dati raccolti da Defence for Children International-Palestin,un incremento del 10 per cento rispetto all’anno precedente.
L’ intensificazione di violenza da parte di Israele contro i palestinesi è iniziata più di due mesi fa e le violazioni dei diritti dei bambini palestinesi nel sistema giudiziario civile di Israele sono nettamente aumentate.
Nel mese di novembre, il parlamento israeliano ha approvato una serie di misure dure.
La Knesset ha approvato in via preliminare un disegno di legge per imprigionare bambini di 12 anni che sono accusati di terrorismo. La legge interesserà cittadini palestinesi di Israele e i palestinesi di Gerusalemme Est occupata.
All’inizio del mese, la Knesset ha approvato una legge che impone sentenze da 4 a 10 anni per aver lanciato pietre contro veicoli in movimento.
I legislatori israeliani hanno anche modificato la legge nazionale in modo che non ci siano benefici fruibili dai bambini condannati per reati “nazionalista-motivati” o “attività terroristiche”.
I tribunali hanno anche imposto multe di più di 2.500 dollari.
Mentre le leggi non specificano che i palestinesi sono i veri obiettivi di tutte queste modifiche, i gruppi per i diritti umani anticipano che questo sarà il modo in cui verranno applicate.
Esecuzioni extragiudiziali
I bambini palestinesi non sono sfuggiti alla politica di Israele delle esecuzioni extragiudiziali.
Più di 100 palestinesi sono stati uccisi in ottobre e novembre, 23 erano bambini, secondo il gruppo di monitoraggio delle Nazioni Unite OCHA.
La maggior parte sono stati uccisi durante presunti tentativi di attacchi, ma in un certo numero di casi, i testimoni oculari e i filmati indicano che i giovani sono stati uccisi quando non rappresentavano alcuna minaccia immediata.
Le organizzazioni per i diritti umani e gli osservatori internazionali hanno condannato la pratica di routine di Israele di esecuzioni extragiudiziali.
In alcuni casi, come nelle uccisioni in incidenti di Mutaz Uweisat e Ahmad Abu al-Rab, due ragazzi sedicenni, Israele ha negato le richieste da parte delle famiglie e dei gruppi per i diritti umani per le autopsie o indagini indipendenti.
Israele sta anche ancora trattenendo i corpi di decine di palestinesi uccisi in incidenti di questo tipo, il che rende ancora più difficile determinare in modo indipendente ciò che è accaduto.
Fino a quando Israele non ascolterá la voce dei sostenitori e delle associazioni dei diritti internazionali dell’uomo, i bambini continueranno a sopportare il peso della crescente violenza che utilizza per mantenere la sua occupazione.


Traduzione di Lete Griziotti da
http://www.truth-out.org/news/item/33997-number-of-palestinian-children-in-israeli-prisons-doubles
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