Il mondo arabo sotto mandato: dalla politica all’economia al mondo militare - Arabpress
Il
mondo arabo sotto mandato: dalla politica all’economia al mondo
militare - Di Talal Salman. As-Safir (03/08/2016). Traduzione e sintesi
di Laura Cassata. La…
arabpress.eu
La
grande patria araba si è piegata, da Nord a Sud, da Est a Ovest, a un
mandato internazionale esercitato dagli Stati Uniti, dalla Russia, da
Israele, ma anche da Germania, Francia e Gran Bretagna.
Le basi militari non sono l’unica forma
di controllo estero sui paesi arabi. Posto che esse rappresentano una
sorta di mandato, esiste, prima di tutto, un controllo economico ben più
forte di quello militare. Il dollaro non è forse un “signore” che
governa i quattro angoli del mondo arabo? Esso controlla l’economia
globale e ancor di più controlla i paesi a basso reddito, come i paesi
arabi. I paesi ricchi di risorse, come l’Arabia Saudita, non
costituiscono un modello migliore dei paesi più poveri, se consideriamo
lo standard di vita del popolo e non solo quello della famiglia regnante
e di tutti coloro i quali beneficiano del sistema di corruzione.
Ed ecco il Kuwait, la cui famiglia
regnante si è dimostrata più lungimirante tra quelle dei paesi del Golfo
e ha creato un fondo per far fronte a circostanza improvvise che
potrebbero arrestare il flusso del petrolio o farne scendere il prezzo,
come è successo poco tempo fa.
L’Arabia Saudita, invece, ha annunciato
una “rivoluzione riformista”, che potrebbe includere il pagamento delle
tasse, il legame tra i salari e la produzione e la rinazionalizzazione
delle grandi imprese. Ciò vuol dire che i rapporti tra Stato, cioè la
famiglia regnante, e i cittadini cambieranno radicalmente.
Per quanto riguarda l’Iraq, le sue
condizioni economiche sono scandalose: il tesoro pubblico è stato
saccheggiato, il deficit peggiora e la guerra contro Daesh (ISIS)
provoca enormi perdite allo stato, consentendo il ritorno del dominio
economico straniero che si unisce a quello militare. Inoltre, la
questione curda aggrava il rischio di una crisi finanziaria.
Passando alla Siria, troviamo un vero e
proprio disastro economico, un altro volto della guerra siriana. Metà
del paese, o anche più è sotto il controllo del regime e le forze
armate, in particolare Daesh e Al-Nusra, controllano numerosi siti di
estrazione del petrolio e del gas. È vero che la Siria non è ricca di
oro nero come il vicino Iraq o i paesi del Golfo, ma è anche vero che il
popolo siriano viveva, mangiava, studiava e otteneva i farmaci e molti
servizi sociali gratuitamente o a un prezzo simbolico.
Anche la Libia e l’Algeria avrebbero
potuto godere della ricchezza delle loro risorse, invece i loro popoli
sono costretti a fuggire dalla guerra e dalla povertà, vivendo in paesi
stranieri in condizioni miserabili e di abbandono.
In breve, e senza timore di dire
assurdità, tutto il mondo arabo vive una serie di crisi economiche, nate
da crisi politiche senza fine. E ciò è una realtà per tutti i paesi, da
quelli che hanno un sistema monarchico e redditi altissimi ottenuti
senza fatica, a quelli con sistemi repubblicani come l’Iraq, l’Egitto o
la Siria.
Talal Salman è un giornalista libanese, fondatore del quotidiano As-Safir.
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