Israele ammette: Teheran ha rispettato i termini dell’accordo sul nucleare

Youval Steinitz, titolare del dicastero dell’Energia, conferma che non vi sono state “violazioni significative”. Tuttavia è ancora “troppo presto” per affermare se il (pessimo) accordo sarà “un successo”. L’Iran ha giustiziato con l’accusa di tradimento uno scienziato che ha partecipato al programma atomico.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Teheran ha sinora “rispettato” i termini previsti dall’accordo sul nucleare iraniano, sottoscritto nel luglio dello scorso anno ed entrato in vigore a gennaio. Ad affermarlo è il ministro israeliano dell’Energia Youval Steinitz, il quale aggiunge che è ancora “troppo presto” per capire se l’accordo stesso - ancora oggi fonte di controversie - garantirà effetti benefici nel lungo periodo.
“Si tratta di un pessimo accordo” ha sottolineato il ministro, fra i più stretti collaboratori del premier Benjamin Netanyahu. “Tuttavia, è un fatto compiuto - ha aggiunto - e in questo primo anno non abbiamo individuato alcuna violazione significativa da parte degli iraniani”.
A chiusura dell’intervista Steinitz ha precisato che “è ancora troppo presto” per affermare che l’accordo, spalmato su un periodo di 12 anni, “è e sarà un successo”.
Dopo anni di embargo, l’Iran ha ottenuto un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche dell’Occidente, in cambio dell’accordo sul controverso programma atomico [per usi civili secondo Teheran, per produrre la bomba secondo altri Paesi - fra cui Israele]. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno mantenuto in vigore tutta una serie di sanzioni per il programma di missili balistici di Teheran, oltre che per il sostegno [armato] a movimenti sciiti in Medio oriente.
Nei giorni scorsi il presidente statunitense Barack Obama, fra i grandi sostenitori del compromesso nucleare fra Teheran e le potenze mondiali, era intervenuto per difendere l’accordo. Pronta la replica dei falchi del governo israeliano guidati dal ministro della Difesa Avigdor Lieberman, il quale ha paragonato il patto con l’Iran all’accordo di Monaco del 1938 che ha dato il via libera alla Germania nazista per l’annessione di parte dell’allora Cecoslovacchia.
L’intervento di ieri del ministro israeliano dell’Energia conferma una volta di più la lotta di potere e di influenze che si sta consumando in questi mesi all’interno della leadership israeliana, che spazia dalla politica interna (soprattutto sulla questione palestinese) ai grandi temi dell’agenda internazionale.
Intanto le autorità iraniane hanno impiccato Shahram Amiri, scienziato a lungo impegnato nel programma atomico di Teheran, con l’accusa di tradimento. Secondo quanto riferiscono fonti della magistratura, egli avrebbe trasmesso “informazioni vitali al nemico [gli Stati Uniti, ndr]” attraverso una rete di contatti e conoscenze intrecciata con gli Usa.
Amiri era scomparso nel 2009 in Arabia Saudita durante un pellegrinaggio alla Mecca, per ricomparire un anno più tardi negli Stati Uniti. Egli aveva affermato di essere stato sequestrato e interrogato da agenti della Cia, il servizio di intelligence americano. Rientrato nel luglio 2010 in Iran, dopo alcuni mesi egli era stato condannato al carcere con l’accusa di tradimento.
A denunciare la morte è stata la madre dello scienziato, che si è vista consegnare il cadavere di Amiri con segni evidenti di corda attorno al collo.


 

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