Terremoto in Italia : i rifugiati donano il pocket money per le persone sfollate
L’iniziativa è nata da un gruppo di migranti ospitati in un centro Sprar di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria).
La distruzione nei paesi colpiti dal sisma
Un piccolo gesto di solidarietà dal grande valore
simbolico. I rifugiati e richiedenti asilo ospiti in un centro Sprar di
Gioiosa Ionica (in provincia di Reggio Calabria), gestito dalla Rete dei
Comuni Solidali, hanno deciso di donare il loro pocket money in favore
delle popolazioni colpite dal violento terremoto, che questa notte ha
devastato il centro Italia.
In tutto si tratta di 75 persone, beneficiarie dell’accoglienza, che rinunceranno alla somma loro garantita (di circa 2,5 euro al giorno) per fare una donazione agli sfollati dei comuni di Accumoli, Amatrice e Pescara del Tronto. “Stiamo cercando di capire come aiutarli a fare il versamento – spiega Giovanni Maiolo, coordinatore del progetto Sprar di Gioiosa Ionica -. Questo è un piccolo ma rilevante gesto di aiuto tra popoli, da parte di chi si è sentito accolto in Italia e vuole in qualche modo ricambiare la solidarietà ”.
In mezzo alla morte, al dolore, al senso di solitudine, ci sono sempre storie bele di grande umanità . "Alcuni migranti ospiti delle nostre strutture si sono resi disponibili a offrire il proprio contributo nei luoghi colpiti dalle scosse: non è solo un modo per ricambiare l'accoglienza ricevuta, ma anche e soprattutto la volontà di poter dimostrare che possono contribuire ad aiutare e magari migliorare la nostra Italia". Lo ha detto in una nota Nicole Sansonetti, presidente della cooperativa , che accoglie migranti e richiedenti asilo a Taranto, Modugno e Bitonto. "Come 'Costruiamo Insieme' - conclude - restiamo pienamente a disposizione delle autorita' che stanno gestendo l'emergenza per poter partecipare direttamente con i nostri ospiti alle operazioni necessarie da svolgere nelle terre terremotate".
In tutto si tratta di 75 persone, beneficiarie dell’accoglienza, che rinunceranno alla somma loro garantita (di circa 2,5 euro al giorno) per fare una donazione agli sfollati dei comuni di Accumoli, Amatrice e Pescara del Tronto. “Stiamo cercando di capire come aiutarli a fare il versamento – spiega Giovanni Maiolo, coordinatore del progetto Sprar di Gioiosa Ionica -. Questo è un piccolo ma rilevante gesto di aiuto tra popoli, da parte di chi si è sentito accolto in Italia e vuole in qualche modo ricambiare la solidarietà ”.
In mezzo alla morte, al dolore, al senso di solitudine, ci sono sempre storie bele di grande umanità . "Alcuni migranti ospiti delle nostre strutture si sono resi disponibili a offrire il proprio contributo nei luoghi colpiti dalle scosse: non è solo un modo per ricambiare l'accoglienza ricevuta, ma anche e soprattutto la volontà di poter dimostrare che possono contribuire ad aiutare e magari migliorare la nostra Italia". Lo ha detto in una nota Nicole Sansonetti, presidente della cooperativa , che accoglie migranti e richiedenti asilo a Taranto, Modugno e Bitonto. "Come 'Costruiamo Insieme' - conclude - restiamo pienamente a disposizione delle autorita' che stanno gestendo l'emergenza per poter partecipare direttamente con i nostri ospiti alle operazioni necessarie da svolgere nelle terre terremotate".
L’iniziativa è nata da un gruppo di migranti ospitati in un centro Sprar di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria).
globalist.it
Commento personale
I commenti che si cominciano a leggere su FB sono alquanto allucinanti:
mandiamo a casa i clandestini e diamo i fondi ai terremotati. Precisiamo
che tra i terremotati ci sono anche profughi,infatti, il terremoto non è in
grado di selezionare tra le vittime e non è politicamente corretto come alcuni di destra
auspicano e vorrebbero
E intanto, da Ascoli Piceno al Baobab di Roma i migranti si mettono a disposizione per aiutare nei soccorsi
globalist.it
Mille euro da devolvere all’Arci per le attività post
sisma, dedicate in particolare ai bambini. E’ questa ladonazione fatta
dai rifugiati di Gioiosa Ionica, che ieri, subito dopo il terribile
terremoto che ha colpito il centro-Italia, hanno deciso di rinunciare
alla loro piccola diaria (il cosiddetto pocket money di 2,50 euro) per
solidarietà con le persone sfollate nel Lazio e nelle Marche.
L’iniziativa ha subito fatto il giro del web.
“L’idea è partita direttamente dai ragazzi– racconta Giovanni Maiolo, di Rete dei comuni solidali e responsabile del progetto Sprar -.Dopo aver visto le terribili immagini che arrivavano dai comuni colpiti ci hanno chiesto come potevano dare una mano e così l’idea è stata quella di devolvere la quota di pocket money”. Alcuni rifugiati hanno deciso di rinunciare alla diaria di un giorno, altri a quella di una settimana. Alla loro cifra si sono poi aggiunte le donazioni degli operatori del centro di accoglienza. “Abbiamo raggiunto circa mille euro – aggiunge Maiolo – . Abbiamo contatto l’Arci che ci ha assicurato che quella cifra servirà per le attività post sisma, in particolare per quelle che riguardano i più piccoli. Ovviamente la nostra è una piccola cifra, ma il valore è proporzionale a quello che i rifugiati hanno a disposizione”.L’Anci, in una nota, ha auspicato che iniziative come quella dei richiedenti asilo di Gioiosa Ionica possano velocemente estendersi a tutte le altre strutture Sprar presenti nei Comuni italiani.
Intanto altre iniziative di solidarietà sono partite spontaneamente da chi riceve accoglienza nel nostro paese. Ieri, infatti, venti ragazzi, quasi tutti nord africani, ospiti in un centro di accoglienza a Montepradone (Ascoli Piceno) si sono recati ad Amandola, uno dei paesi colpiti dal sisma, per aiutare i soccorritori. Anche i migranti che vivono davanti all’ex centro Baobab di Roma si sono resi disponibili per aiutare nelle zone colpite.
Anche ad Amatrice c’erano dei richiedenti asilo in accoglienza, quattro dei quali sono rimasti feriti. Un ragazzo risulta disperso mentre sette persone sono state trasferite negli ospedali per ricevere cure adeguate, e nessuno sarebbe in pericolo di vita. Nel frattempo stati attivati i trasferimenti in altre strutture per i 24 beneficiari di protezione rimasti senza accoglienza. (ec)
“L’idea è partita direttamente dai ragazzi– racconta Giovanni Maiolo, di Rete dei comuni solidali e responsabile del progetto Sprar -.Dopo aver visto le terribili immagini che arrivavano dai comuni colpiti ci hanno chiesto come potevano dare una mano e così l’idea è stata quella di devolvere la quota di pocket money”. Alcuni rifugiati hanno deciso di rinunciare alla diaria di un giorno, altri a quella di una settimana. Alla loro cifra si sono poi aggiunte le donazioni degli operatori del centro di accoglienza. “Abbiamo raggiunto circa mille euro – aggiunge Maiolo – . Abbiamo contatto l’Arci che ci ha assicurato che quella cifra servirà per le attività post sisma, in particolare per quelle che riguardano i più piccoli. Ovviamente la nostra è una piccola cifra, ma il valore è proporzionale a quello che i rifugiati hanno a disposizione”.L’Anci, in una nota, ha auspicato che iniziative come quella dei richiedenti asilo di Gioiosa Ionica possano velocemente estendersi a tutte le altre strutture Sprar presenti nei Comuni italiani.
Intanto altre iniziative di solidarietà sono partite spontaneamente da chi riceve accoglienza nel nostro paese. Ieri, infatti, venti ragazzi, quasi tutti nord africani, ospiti in un centro di accoglienza a Montepradone (Ascoli Piceno) si sono recati ad Amandola, uno dei paesi colpiti dal sisma, per aiutare i soccorritori. Anche i migranti che vivono davanti all’ex centro Baobab di Roma si sono resi disponibili per aiutare nelle zone colpite.
Anche ad Amatrice c’erano dei richiedenti asilo in accoglienza, quattro dei quali sono rimasti feriti. Un ragazzo risulta disperso mentre sette persone sono state trasferite negli ospedali per ricevere cure adeguate, e nessuno sarebbe in pericolo di vita. Nel frattempo stati attivati i trasferimenti in altre strutture per i 24 beneficiari di protezione rimasti senza accoglienza. (ec)
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