Migliaia di arabi ed ebrei marciano insieme a Tel Aviv contro il razzismo e le demolizioni di case
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Nota redazionale: nel presente articolo gli autori utilizzano costantemente ed esclusivamente i termini “arabo/i” ed “ebreo/i” intendendo “palestinesi con cittadinanza israeliana” e “israeliani ebrei”. Si tratta del modo in cui sono solitamente denominati i due gruppi in Israele. Pur non condividendo questo modo di definirli, per correttezza rispetto agli autori abbiamo conservato queste categorie anche nella traduzione.
Inoltre
sulla morte del palestinese ucciso durante l’evacuazione del villaggio
beduino viene riportata solamente la versione della polizia contraddetta
da testimonianze e da un video.
I
promotori sostengono che la protesta, in cui i discorsi sono stati
fatti in arabo e in ebraico, è una nuova fase della lotta civile di
ebrei e arabi.
Migliaia
di persone, arabi ed ebrei, hanno marciato sabato sera [4 febbraio
2017] a Tel Aviv in una manifestazione di protesta contro le demolizioni
di case delle scorse settimane a Kalansua e a Umm al-Hiran e contro
ulteriori misure di demolizione di altre case.
Gli
organizzatori hanno detto che circa 5000 manifestanti hanno partecipato
al corteo, che è iniziato all’incrocio tra le due strade King George ed
Allenby e si è concluso nella piazza Dizengoff.
Alcune
associazioni ebraiche e arabe hanno partecipato all’organizzazione
della protesta, che i promotori hanno definito come una nuova fase della
lotta civile degli ebrei e degli arabi. I discorsi sono stati fatti in
arabo e in ebraico e i dimostranti hanno sventolato sia bandiere
israeliane che palestinesi.
Amal
Abu Sa’ad, la vedova di Yakub Abu al-Kiyan, che è stato ucciso il mese
scorso durante le operazioni di demolizione delle case illegali del
villaggio beduino non autorizzato di Umm al-Hiran, nel Negev , ha
parlato ai manifestanti: “È importante per me essere qui e parlarvi e
trasmettere il messaggio al primo ministro e ai suoi ministri.
Nonostante la vostra rozza istigazione, il razzismo e una
discriminazione nella legislazione, nella sua applicazione, nelle
infrastrutture e nei servizi pubblici, non riuscirete a creare divisioni
tra i cittadini del Paese. Voi che siete qui oggi siete la prova che
ebrei e arabi possono e vogliono vivere insieme e con uguali diritti.”
Amal
Abu Sa’ad ha chiesto al governo di istituire una commissione
d’inchiesta indipendente per indagare sull’evacuazione di Umm al-Hiran.
Al-Kiyan è stato ucciso dalla polizia quando con la sua auto ha
investito e ucciso il sergente maggiore della polizia Erez Levi e ferito
un altro graduato.
Il
parlamentare Ayman Odeh, leader della Lista Unita [coalizione di
partiti della minoranza palestinese in Israele, ndt] ha fatto un
discorso e ha detto: “Oggi sono venute qui migliaia di persone, arabi ed
ebrei, da tutto il Paese per protestare vivamente contro l’attacco del
governo alla popolazione araba, per chiedere l’uguaglianza, il
riconoscimento dei villaggi non autorizzati e una commissione
d’inchiesta ufficiale dello Stato per analizzare tutti i fatti
riguardanti la brutale evacuazione di Umm al-Hiran”
Il
parlamentare Dov Khenin (Llista Unita) ha detto: “ Le migliaia di
persone che hanno manifestato questa sera a Tel Aviv esprimono una voce
di speranza e di intelligenza nei confronti di un governo che sceglie
l’istigazione e l’odio. Sappiamo che l’istigazione è l’ultimo rifugio di
quelli che hanno fallito.”
L’alto
comitato arabo di inchiesta (the Higher Arab Monitoring Committee) ha
reso nota la decisione di appellarsi a Israele e all’opinione pubblica
internazionale. Centinaia di cittadini ebrei hanno partecipato alle
recenti proteste contro le demolizioni di case, ha detto Raja Za’atra di
Hadash [partito comunista che fa parte della coalizione Lista Unita ,
ndt], che presiede il sottocomitato del partito incaricato delle
pubbliche relazioni con l’opinione pubblica israeliana.
Za’atra
ha detto che dalla costituzione della Lista Unita, un maggior numero di
politici della comunità araba ritiene di importanza strategica la
costruzione di ponti per il dialogo e la collaborazione con le forze
democratiche presenti nella società israeliana. Ha aggiunto che questo è
particolarmente vero alla luce dell’aumento del razzismo e dei duri
attacchi del primo ministro Benjamin Netanyahu e del suo governo contro
la popolazione araba e contro la democrazia.
(traduzione di Carlo Tagliacozzo)
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