. Solidarietà ai prigionieri palestinesi in sciopero della fame Libertà e dignità. Solidarietà ai prigionieri palestinesi in sciopero della fame
Libertà e dignità. Solidarietà ai prigionieri…
fiom-cgil.it
La Fiom-Cgil esprime
appoggio e solidarietà ai prigionieri palestinesi in sciopero della
fame dal 17 Aprile per chiedere la fine delle condizioni di detenzione a
cui sono sottoposti, condizioni che rappresentano una palese violazione
dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale.
Denunciamo la
risposta repressiva con cui le autorità israeliane cercano di oscurare
questa protesta non violenta, adottando misure punitive e vessatorie
quali l'isolamento, la proibizione di accesso agli avvocati e delle
visite dei famigliari, trasferimenti forzati e divisione degli
scioperanti in altre prigioni.
Chiediamo che si
ponga immediatamente fine al trattamento inumano che patiscono i
prigionieri palestinesi in Israele e che siano ripristinate condizioni
di detenzione rispettose delle convenzioni internazionali e della
dignità della persona.
La stragrande
maggioranza dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane (sono
circa 6500 quelli attualmente detenuti ma sono quasi 100.000 i
palestinesi arrestati dal 2000 ad oggi) sono di fatto prigionieri
politici, molti dei quali incarcerati senza neanche sapere di cosa sono
accusati.
Per questo abbiamo
sottoscritto l'appello per la liberazione di Marwan Barghouti e dei
prigionieri palestinesi, che consideriamo una condizione necessaria per
una qualsiasi possibile soluzione politica.
Chiediamo alle
Istituzioni internazionali, alla Commissione Europea al governo italiano
una iniziativa urgente perché le autorità israeliane accolgano le
legittime richieste dei prigionieri palestinesi nel rispetto della
dignità della persona e dei diritti umani fondamentali.
La repressione
israeliana non ha comunque sortito l'effetto di intimidire e isolare i
prigionieri in sciopero della fame dal resto della popolazione
palestinese. Nei giorni scorsi uno sciopero di solidarietà ha infatti
visto una adesione amplissima dei lavoratori e della popolazione
palestinese come da anni non si vedeva nei territori occupati della
Cisgiordania.
All'indomani della
giornata del primo maggio vogliamo inoltre confermare il nostro impegno e
la solidarietà a fianco dei lavoratori palestinesi per contrastare le
discriminazioni e la violazione di fondamentali diritti umani e del
lavoro che patiscono i lavoratori e sindacati nei territori occupati,
una situazione gravissima documentata anche dalla delegazione sindacale
internazionale che si è recata nella regione nel marzo scorso.
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