Vijay Prashad Lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi continua mentre Trump prepara la sua visita in Israele


 
 
 
 
Il volto oscuro dell’occupazione è in mostra, con 1500 prigionieri che si rifiutano di mangiare Oggi oltre 1000 prigionieri politici palestinesi sono arrivati al venticinquesimo giorno di sciopero della fame. Lo sciopero della fame più ...
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 Il volto oscuro dell’occupazione è in mostra, con 1500 prigionieri che si rifiutano di mangiare Oggi oltre 1000 prigionieri politici palestinesi sono arrivati al venticinquesimo giorno di sciopero della fame.
 Lo sciopero della fame più lungo sostenuto dal Mahatma Gandhi andò avanti per 21 giorni. Il repubblicano irlandese Bobby Sands morì al sessantaseiesimo giorno del suo sciopero. Nel 2011, il prigioniero politico palestinese KhaderAdnan iniziò uno sciopero della fame, ma lo interruppe al sessantaseiesimo giorno. Tre anni più tardi, Adnan iniziò uno sciopero della fame quando venne nuovamente arrestato.
 Il Ministro israeliano della Pubblica Sicurezza, Gilad Erdan, al tempo disse: “I prigionieri di massima sicurezza hanno interesse a trasformare lo sciopero della fame in un nuovo genere di attacco suicida che minaccerebbe lo stato di Israele. Non possiamo permettere a nessuno di minacciarci, e non permetteremo ai prigionieri di morire nelle nostre prigioni.” 
L’esempio di Bobby Sands resiste. Con la sua morte nel 1981 egli galvanizzò la politica nazionalista irlandese. L’alimentazione forzata viene scoraggiata dai tribunali israeliani, ma è sull’agenda di Erdan. La copertura mediatica dello sciopero è stato patetica. Durante le prime due settimane di questo sciopero storico, essa è stata sostanzialmente nulla. Pochi organi di stampa hanno pubblicato nel dettaglio le richieste degli scioperanti, che sono in linea con la legislazione internazionale e il senso comune (il mio reportage del 25 aprile sullo sciopero riporta alcuni di questi dettagli).
 La lunga lista può essere ricondotta a quattro tematiche fondamentali: 1) Che le autorità delle prigioni israeliane consentano le visite famigliari ai prigionieri, incluso il permesso ai membri della famiglia di scattare fotografie. Sono consentite solo due visite mensili di 45 minuti, benché a componenti di famiglie provenienti da Gaza e parti della Cisgiordania siano stati negati permessi di accesso alle prigioni. 2) Che i prigionieri abbiano un adeguato accesso alle cure mediche. Il ministero della Sanità israeliano non gestisce la sanità dei prigionieri. Se ne occupa il ministero della Sicurezza Interno, che ha un incentivo a utilizzare le cure mediche come parte del suo regime disciplinare contro i prigionieri. 3) Che vengano adottate le Regole Mandela sul confino in cella d’isolamento, così che i prigionieri non vengano tenuti in isolamento per più di 15 giorni. Le prigioni israeliane non fanno mistero del fatto che ci sono almeno 63 prigionieri che sono stati confinati in celle d’isolamento per oltre sei mesi. 4) Che il governo israeliano ponga fine alla politica di detenzione amministrativa, in base alla quale almeno 688 prigionieri sono trattenuti indefinitamente senza alcuna accusa o controllo giudiziario.
 Nessuna di queste richieste basilari è presa in seria considerazione. Invece, lo sciopero della fame è apparsa sui notiziari quando il governo israeliano ha accusato uno dei leader dei prigionieri di aver interrotto il suo digiuno. Marwan Barghouti, ampiamente riconosciuto come il leader dei prigionieri e una delle personalità più ammirate del Fatah, ha dato inizio allo sciopero. Gli israeliani hanno rilasciato un video che mostra un uomo presumibilmente nell’atto di mangiare biscotti e una barretta caramellata in due occasioni. È impossibile verificare il video o anche solo discernere quello che l’uomo sta facendo o se si tratti di Marwan Barghouti. 
 Nella sua conferenza stampa del 7 maggio, Gilad Erdan ha dichiarato che Barghouti “è un assassino e un ipocrita che ha spinto i suoi compagni di prigionia a digiunare e a soffrire mentre lui mangia alle loro spalle.” La moglie di Barghouti, Fadwa, ha sostenuto che Israele sta “ricorrendo a mezzi spregevoli.” Il filmato, ha affermato la donna, potrebbe risalire al 2004. 
“Non sorprende ciò che ha fatto l’occupazione e le montature che hanno tentato di diffondere”, ha detto. “Un atto simile ha svelato il volto oscuro dell’occupazione israeliana.” 
Il capo del Palestinian Prisoners’ Club, Qadoura Fares, ha affermato che il video è chiaramente un falso. Le accuse di Erdan hanno avuto scarso impatto sulla lotta palestinese. Uno sciopero generale in Cisgiordania il 27 aprile ha blindato città come Ramallah. Gli attivisti palestinesi dicono di non aver visto un tale senso di unità da almeno vent’anni. 
Presso l’insediamento illegale di Bet El, giovani palestinesi hanno realizzato un murale rappresentante il viso di Marwan Barghouti utilizzando schegge di vetro. È un riecheggiare della geniale poesia di Mahmoud Darwish, “Beirut”, che onora i combattenti palestinesi. “Conosci i morti?”, chiede il poeta, e risponde: “Nasceranno sotto gli alberi, / nasceranno sotto la poggia, / nasceranno dalla pietra, / nasceranno dai vetri infranti…
 Palestinesi erigono un murale di Marwan Barghouti fatto di schegge di vetro presso la colonia illegale di Bet El. Foto: @MariamBarghouti La salute dei prigionieri si deteriora rapidamente nel corso di questo sciopero per la Libertà e la Dignità. Il comitato palestinese per gli Affari di Detenzione ha affermato che i prigionieri riferiscono attacchi di capogiro, dolori gravi e perdita di peso. Un comunicato rilasciato dal comitato il 9 maggio dice:
 “Il servizio di detenzione israeliano fa irruzione tutti i giorni facendo uso di cani poliziotti, e rovesciano l’acqua sui prigionieri invece di dar loro da bere.” Ci si può fare un quadro della situazione dei prigionieri da una lettera contrabbandata fuori dalla prigione di Ashkelon fino all’Asra Media Office a Gaza. È stata scritta da Muhammad al-Qid, giornalista palestinese che nel 2016 ha fatto lo sciopero della fame per 94 giorni. Al-Qid riferisce di aver perso 6 chili, ma di essere in buone condizioni di spirito. “Una volta stabilito che affronteranno l’occupante con le pance vuote”, ha scritto al-Qid, “gli eroici prigionieri avranno l’ultima parola.” Ogni tentativo di stabilire un contatto con Marwan Barghouti è fallito.
 Egli resta confinato in cella d’isolamento. Yousef Jabareen, membro del Parlamento israeliano la Lista unita araba, ha tentato di vedere Barghouti, ma gli è stato negato l’accesso dai servizi di detenzione. Nelle scorse settimane, le autorità israeliane hanno negato per tre volte a Jabareen il diritto di vedere Barghouti. Il rifiuto dei servizi di detenzione israeliani “a tutte le mie richieste di visitare Barghouti costituisce un grave danno alla mia attività politica come membro del parlamento, e lede la mia immunità parlamentare”, ha affermato Jabareen. “
Non c’è alcun dubbio che lo sciopero dei prigionieri sia della massima importanza pubblica, e che sia mio compito, in quanto pubblico ufficiale eletto, esaminare e controllare le politiche del Servizio di Prigionia israeliano connesse a tale questione. Ciò può essere fatto, tra gli altri modi, visitando i prigionieri.” Jabareen e Muna Haddad, avvocata di Adalah (Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele), hanno scritto nuovamente alle autorità della prigione il 5 maggio, chiedendo un permesso per visitare Barghouti. È probabile che verrà loro negato.
 Tra due settimane, Donald Trump arriverà in Israele. Le conseguenze di questo sciopero della fame si andranno a riflettere sullo stato d’animo vigente nelle strade.Se un prigioniero muore, si scatenerà una grande rabbia tra la popolazione palestinese.Le uccisioni ai posti di blocco, come quella di Fatima Afif Hjaiji (16 anni), sono un indicatore del profondo stato di frustrazione in cui versa la popolazione. Questo sciopero della fame, come i precedenti, unifica la popolazione palestinese, .che è stata frammentata dall’occupazione e dalle politiche frazionarie dei suoi vari partiti
.La ferita aperta di questa occupazione è in mostra con 1500 prigionieri che si rifiutano di mangiare. Le loro richieste sono realizzabili. Ma il fatto che Israele non voglia neanche discuterne rivela la natura intrattabile dell’occupazione. Questo è ciò con cui Trump dovrà confrontarsi. “Non ho visto mio padre… Non mi ha dato la paghetta… Non mi ha fatto regali… Non sono orfana… Sono la figlia di un prigioniero.”-Vignetta di Mohammad Saabaneh, autore di White and Black, Political Cartoons from Palestine (“Bianco e Nero, Fumetti Politici dalla Palestina”)

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