Cisgiordania, distrutte 3 scuole. Le ong: "Garantire il diritto allo studio"
Cisgiordania, distrutte 3 scuole. Le ong: "Garantire il diritto allo studio"
Save the children, The Norwegian refugee council, Action against hunger e Gvc fanno sapere che, il giorno prima dell’avvio dell’anno scolastico, le autorità israeliane hanno smantellato tre strutture scolastiche nell’area C della West Bank. Sono 55 le scuole che rischiano la demolizione in Cisgiordania
25 agosto 2017
- Due
strutture educative nell’area C della Cisgiordania (quella a totale
controllo israeliano) sono state distrutte dall’Israeli Civil
Administration (Ica, un corpo civile che ha il compito di attuare le
politiche israeliane sui territori ma che è sotto il comando
dell’autorità militare): si tratta della scuola elementare della
comunità di Jubbet adh-Dhib e di quella della comunità beduina di Jabal
al-Baba smantellate il giorno prima dell’inizio delle lezioni. La
settimana scorsa la Ica aveva rimosso i pannelli solari dalla scuola
elementare di Abu Nuwar, rendendo le condizioni della struttura
intollerabili per gli studenti. In totale sono 3 le scuole demolite. La
notizia arriva da Save the children, The Norwegian refugee council,
Action against hunger e Gvc: “In totale sono 55 le scuole della West
Bank su cui pende un ordine di demolizione da parte delle autorità
israeliane”.
Le ong fanno appello alla comunità internazionale perché “sia
rispettato il diritto allo studio dei bambini nei territori occupati e
sia garantito loro un accesso sicuro alle scuole”. Come spiegano in un
comunicato congiunto, infatti, “in Cisgiordania i bambini affrontano
rischi e minacce soltanto cercando di raggiungere la scuola, tra cui
violenze e aggressioni da parte di coloni e soldati israeliani, attività
militari dentro o vicino alle scuole, tempo perso a causa della
chiusura di aree per motivi militari, ritardi nell’attraversare i
checkpoint, minacce di distruzione e demolizione delle scuole stesse”. I
dati del 2016 raccolti da Grave Violations Working Group parlano di 256
violazioni relative al diritto allo studio che hanno interessato 29.230
studenti, di 24 attacchi diretti a scuole tra gennaio e marzo 2017, di
20 mila studenti che hanno perso ore preziose a causa dei ritardi ai
posti di blocco, delle aree dichiarate chiuse dalle autorità israeliane o
di arresti e detenzioni all’interno delle scuole. A Shufaat, campo
profughi a Gerusalemme est, 15 mila bambini attraversano ogni giorno un
checkpoint per poter andare a scuola.
Foto Gvc Onlus |
Nell’appello, le ong ricordano che il diritto all’educazione è
inserito nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e
riaffermata nella Convenzione dei diritti del fanciullo, nella
Convenzione dell’Unesco contro la discriminazione nell’educazione e nel
Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, e
chiedono a Stati, attori non statali, comunità locali e internazionali,
di “far cessare la violazione del dirito allo studio, prendere tutte le
misure necessraie per evitare danni o distruzione di scuole, fermare le
demolizioni amministrative di strutture educative, revocare gli ordini
pendenti sulle scuole di Gerusalemme est e area C della West Bank, far
finire la violenza o l’incitamento alla violenza nelle aree vicino alle
scuole, rispettare le strutture educative come luoghi sicuri per bambini
e insegnanti, garantire loro passaggi sicuri ai posti di blocco,
assicurare che ogni attacco verso le scuole sia oggetto di indagini”.
(lp)
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