Coloni israeliani incendiano auto e distruggono proprietà durante un’aggressione contro un villaggio nella zona di Ramallah
Coloni israeliani incendiano auto e distruggono proprietà durante un’aggressione contro un villaggio nella zona di Ramallah.
Mercoledì 9 agosto 2017
Betlemme
(Ma’an) – Mercoledì durante un attacco coloni israeliani hanno dato
fuoco a due veicoli di proprietari palestinesi nel villaggio di Umm
Safa, nella zona centrale del distretto di Ramallah nella Cisgiordania
occupata presumibilmente per vendicare tre coloni israeliani che il mese
scorso sono stati uccisi da un palestinese nella vicina colonia di
Halamish.
L’agenzia
di notizie palestinese Wafa ha raccolto la testimonianza di Marwan
Sabah, il capo del consiglio di villaggio, che ha detto che i coloni
israeliani hanno dato fuoco ai veicoli verso le 2.30 del mattino.
Sabaha
ha detto che, mentre i soldati israeliani, secondo quanto riportato, si
trovavano di notte all’ingresso del villaggio, dopo che se ne sono
andati i coloni hanno attaccato case alla periferia del villaggio.
Peraltro
di rado i soldati israeliani sono in grado di controllare i coloni
israeliani, e spesso emergono racconti di soldati israeliani che stanno a
guardare gli attacchi dei coloni contro palestinesi senza intervenire.
Se i soldati prendono qualche iniziativa, si tratta in genere di sparare
“mezzi per il controllo della folla”, come gas lacrimogeni e proiettili
rivestiti di gomma o spesso letali contro i palestinesi.
Secondo
quanto riferito, i coloni hanno anche scritto sui muri del villaggio
slogan di odio, invocando attacchi vendicativi contro i palestinesi in
risposta all’aggressione mortale del mese scorso, quando un palestinese
del villaggio di Kobar, nella zona di Ramallah, è entrato nella colonia
di Halamish ed ha accoltellato a morte tre coloni israeliani.
Secondo
l’esercito israeliano dell’incidente si occuperà la polizia israeliana.
Tuttavia non è stato possibile reperire nessun portavoce della polizia
israeliana per un commento.
Secondo
Sabah, la mattina dopo l’attacco sono arrivate forze israeliane “per
ispezionare la zona.” Una portavoce dell’esercito israeliano ha detto a
Ma’an che avrebbe preso in considerazione ogni rapporto su quanto
avvenuto.
Nelle
prime ore dell’alba di mercoledì le forze israeliane hanno fatto
irruzione nel villaggio di Kobar, arrestando il padre e lo zio
dell’aggressore di Halamish, il diciannovenne Omar al-Abed. Anche altre
tre persone del villaggio sono state arrestate durante scontri che hanno
lasciato 15 feriti, alcuni con ferite da arma da fuoco.
La
scorsa settimana circa 200 coloni dell’insediamento di Halamish hanno
attaccato il villaggio di Kobar. Le forze israeliane hanno risposto
reprimendo violentemente gli scontri scoppiati tra i coloni ed i
residenti palestinesi, con un bilancio di un palestinese ferito da
proiettili veri sparati dall’esercito israeliano. Più di circa 600.000
coloni israeliani abita nei territori palestinesi occupati in violazione
delle leggi internazionali. La comunità internazionale ha ripetutamente
definito la loro presenza e la loro popolazione in aumento il
principale impedimento per una possibile pace nella regione.
Sabato
l’ONU ha informato che dopo una riduzione delle aggressioni dei coloni
contro i palestinesi durante tre anni, la prima metà del 2017 ha
mostrato il maggiore aumento di questi attacchi, con 89 incidenti
documentati finora nell’anno.
“Su
base mensile ciò rappresenta un incremento dell’88% rispetto al 2016,”
ha detto l’ONU. Gli attacchi durante questo periodo hanno comportato la
morte di tre palestinesi.
I
media israeliani hanno informato che anche lo Shin Bet, il servizio di
sicurezza interna israeliano, ha messo in guardia il governo israeliano
sull’allarmante tendenza e gli ha “chiesto di adottare urgenti misure
per evitare un’ulteriore peggioramento,” secondo l’ONU.
Attivisti
e gruppi per i diritti umani palestinesi hanno a lungo accusato Israele
di favorire una “cultura dell’impunità” per i coloni ed i soldati
israeliani che commettono violenze contro i palestinesi.
Secondo
l’ong israeliana Yesh Din, negli ultimi tre anni le autorità israeliane
hanno incriminato solo nell’8,2% dei casi i coloni israeliani che hanno
commesso reati contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata.
Al
contempo palestinesi che avrebbero o hanno attaccato israeliani sono
spesso uccisi sul posto, cosa nella quale i gruppi per i diritti umani
hanno ravvisato “esecuzioni extragiudiziarie”, o hanno affrontato lunghe
condanne alla prigione.
(traduzione di Amedeo Rossi)
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