Nel 1939 la Cina voleva salvare gli ebrei in fuga dal nazismo








Sinagoga Ohel Rachel Shanghai
Per gli ebrei in fuga dalla barbarie nazista c’era pronta un’altra terra di accoglienza e soltanto gli sviluppi drammatici della Seconda Guerra mondiale impedirono che si realizzasse. Quella terra era una remota provincia della Cina e la Repubblica cinese aveva già pronti i piani per l’insediamento di migliaia di profughi.
La scoperta negli archivi  
La scoperta è stata fatta da un giornalista investigativo del quotidiano Haaretz negli archivi della Repubblica e conferma quello che è sempre stato storicamente un rapporto di simpatia fra i cinesi e il popolo ebraico. I documenti risalgono al 1939: Pechino voleva ospitare la nuova comunità ebraica nello Yunnan al confine con la Birmania. Ma il piano non andò in porto, probabilmente perché la Repubblica era sotto attacco da parte delle truppe imperiali giapponesi, che avevano già commesso il massacro di Nanchino.
Le comunità a Kaifeng e Shanghai  
La Cina ospitava già una comunità ebraica. La più antica era quella a Kaifeng nella provincia dell’Henan, e poi quella degli ebrei sefarditi di Baghdad, arrivati alla metà dell’Ottocento. Le comunità si erano ingrossata poi tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti, con l’arrivo degli ebrei russi in fuga dai pogrom dell’epoca zarista e dal caos della rivoluzione d’Ottobre. Alla fine degli Trenta i nuovi arrivi erano dalla Germania e dall’Europa centrale e si erano concentrati nel distretto Hongkou di Shanghai.
L’invasione giapponese  
E’ a quel punto che i dirigenti cinesi preparano i piani per l’insediamento nello Yunnan, per ragioni umanitarie e perché probabilmente le capacità di assorbimento a Shanghai erano esaurite. E’ una dimostrazione di grande generosità perché il quel momento le truppe del Giappone, alleato della Germania nazista, erano inarrestabili e stavano conquistando quasi tutte le province costiere, tanto che la capitale era stata spostata provvisoriamente a Hankou.
Fondatore della Repubblica  
La nuova ondata di profughi si era gonfiata dopo l’Anschluss dell’Austria alla Germania, nel 1938. Il governo cinese adotta i suggerimenti di Sun Fo, figlio di Sun Yat-sen, fondatore della repubblica cinese nel 1912, dopo la deposizione dell’ultimo imperatore Pu Yi. Viene scelto lo Yunnan per i nuovi insediamenti per ragioni pratiche, oltre che di solidarietà: è poco popolato e si trova al confine con la Birmania, parte allora dell’Impero britannico.
Mossa per ottenere l’aiuto inglese  
Il documento ritrovato da Haaretz enumera gli ebrei nel mondo: 16 milioni, quattro negli Stati Uniti, tre in Unione Sovietica, tre in Polonia e gli altri sparsi negli altri Paesi. Il piano sottolinea che la Gran Bretagna non ha fornito loro l’assistenza promessa. L’annotazione punta a suscitare anche la simpatia dell’opinione pubblica britannica, compresa l’importante e influente comunità che viveva allora in Cina. Salvando gli ebrei la Cina sperava anche nell’aiuto dell’Impero britannico contro l’invasore giapponese. Un circostanza che si realizzerà solo molto più tardi, dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor nel dicembre del 1941.
http://www.lastampa.it/2017/08/05/esteri/nel-la-cina-voleva-salvare-gli-ebrei-in-fuga-dal-nazismo-MsBj8ckpEU553MlsO6S1KN/pagina.html

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