Robert Fisk :Il massacro degli Stati Uniti dei Musulmani Moro

19 agosto 2017
Non so che cosa pensi la gente di Barcellona della storia demenziale e repellente di Trump circa i proiettili e il sangue di maiale, ma so che cosa Mark Twain avrebbe detto. E’ stato il miglior scrittore americano di politica del suo tempo – forse di ogni tempo – e ha scritto con amarezza, sarcasmo e disgusto circa i crimini di guerra delle forze armate statunitensi compiuti nelle Filippine nel 1906. Non c’è dubbio che Trump li avrebbe approvati.
Spesso non c’è alcuna prova e quindi nessuna verità, della storia che il Generale Pershing  ha raccontato ai suoi soldati di giustiziare i combattenti filippini con proiettili immersi nel sangue di maiale. Inoltre Pershing aveva lasciato le isole e la guerra tra Filippine e Stati Uniti era ufficialmente conclusa quando gli Americani avevano massacrato a centinaia i Musulmani di etnia Moro – uomini,  donne e bambini – in quella che è diventata nota come la battaglia di Bud Dajo. Con entusiasmo Trumpiano, il presidente Repubblicano Theodore Roosevelt, si congratulò con i comandanti degli Stati Uniti per le loro “brillanti imprese militari”.
Twain – Samuel Clemens, per usare il suo vero nome, la pensava in modo diverso.
Le forze armate americane avevano brutalmente annientato un’insurrezione della popolazione musulmana di etnia Moro, in un battaglia finale e disperata nella guerra di indipendenza filippina contro gli Stati Uniti. E’ un racconto non senza importanza in qualsiasi studio che riguardi la recente occupazione americana sia dell’Afghanistan che dell’Iraq.
Pochi giorni dopo Twain scrisse un saggio profondamente cinico sulla “battaglia” di Bud Dajo. Fino a 1000 uomini, donne e bambini Moro furono uccisi dalle forze statunitensi che li avevano circondati nel loro rifugio in montagna a  circa 700 m. sul livello del mare, su un cratere vulcanico in cui tutti i Musulmani, tranne 6, furono uccisi. Un fotografo superstite delle atrocità mostra soldati statunitensi in uniforme, in piedi su mucchi di cadaveri, uno dei quali di una donna a seno nudo.
Twain scrisse: “Essendoci 600 soldati impegnati da ogni parte, abbiamo perso subito 15 uomini e abbiamo avuto 32 feriti…I nemici ammontavano a 600 – compresi donne e bambini –  e li abbiamo   completamente, senza lasciare neanche un bambino vivo a piangere la sua madre morta. Questa è incomparabilmente la più grande vittoria che sia stata  mai ottenuta dai soldati cristiani degli Stati Uniti—La splendida notizia è apparsa con splendido sfoggio – titoli in prima pagina su ogni giornale di questa città…Non c’è stato, però, un solo riferimento negli articoli di fondo di nessuno di quei quotidiani.”
Twain  osservò che nessuno scrittore aveva scritto per sostenere la “vittoria” degli Stati Uniti. Invece il presidente Theodore Roosevelt mandò le sue congratulazioni al Comandante statunitense, il  Generale Maggiore  Leonard Wood, a Manila. “Mi congratulo con lei e con i suoi ufficiali e co gli uomini del suo comando, per la brillante impresa militare durante la quale lei e loro hanno così bene difeso l’onore della bandiera americana.”
Twain registrò i titoli nei giorni successivi: “Donne uccise nel massacro dei Moro”, “Con i bambini si sono mischiati alla folla nel cratere e tutti sono morti insieme”, “La lista dei morti è ora di 900 persone”, “Impossibile distinguere i sessi nella feroce battaglia in cima a Mount Dajo” – e osservava che “i selvaggi nudi erano così lontani, già in fondo a quella trappola, che i nostri soldati non potevano distinguere i seni di una donna dai rudimentali organi di un uomo: erano così distanti che non sapevano distinguere un bambino che trotterellava da un nero alto 1,82 m.” Un titolo che annunciava: “Il luogotenente Johnson spazzato via da un parapetto per l’esplosione di una carica di artiglieria ”  convinse Twain che il soldato doveva essere stato ferito dai suoi, dato che i Moro non avevano artiglieria.
Twain notò, però, astutamente, che Johnson era stato membro dell’unità di volontari “Rough Riders” creata per combattere nella guerra Ispano-Americana – cioè nel conflitto che diede agli Stati Uniti il possesso delle Filippine – e comandata dallo stesso Generale Maggiore Wood che aveva sovrinteso al massacro del 1906. Il vice di Wood era lo stesso Theodore Roosevelt che era ora presidente. Non c’è da meravigliarsi che Roosevelt abbia  telegrafato ai suoi uomini feriti: “Come state?”  Johnson rispose: “Bene, grazie.” Questo, osservò cinicamente Twain, “è un fatto storico. Questo  sarà ricordato dai posteri.”
Twain descrisse una successiva cena durante la quale il suo ricco editore, George Harvey, un Democratico che sosteneva Woodrow Wilson, “disse che credeva che lo shock e la vergogna di questo episodio sarebbe rimasto sempre più nel profondo dei cuori della nazione e avrebbe covato lì e avrebbe prodotto conseguenze …Non posso credere che la previsione si avvererà, perché le profezie che promettono cose preziose, cose auspicabili, cose buone, cose degne, non si avverano mai. Le profezie di questo genere sono come le guerre combattute per una giusta causa: sono così rare che non contano nulla.”
Il massacro dei Moro, inizialmente fu, come aveva previsto Twain, un disastro delle pubbliche relazioni. Non poté essere considerata  “una brillante impresa militare”, anche “se l’America Cristiana, rappresentata dai suoi soldati stipendiati, li aveva      uccisi con le Bibbie… invece che con le pallottole.”
Resoconti successivi delle uccisioni di massa – i lettori devono mantenere una faccia impassibile quando ricordano citazioni recenti di questo genere – sostenevano che le donne Moro erano state usate come scudi umani dagli uomini nella folla ed erano quindi quelli che oggi chiameremmo “danno collaterale”. I soldati americani scrivevano casa descrivendo altre atrocità nelle Filippine, compreso  dare fuoco ai villaggi e  ucciderne gli occupanti. Era usata anche una forma di tortura con l’acqua per ricavare informazioni durante la campagna di otto anni contro l’indipendenza.
Quella delle Filippine è stata la prima guerra imperialista combattuta dagli Stati Uniti – non hanno mai rivendicato il possesso della Corea o del Vietnam, neanche del Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale – e il modello di “colpisci e terrorizza”, inflitto al popolo Moro si sarebbe ripetuto, come sappiamo, in Medio Oriente.
I Musulmani Moro erano una minoranza nella popolazione Cristiana Cattolica del paese che ammontava all’80%., ma ben dopo le uccisioni del generale Wood nel vulcano, i suoi discendenti militari hanno “assistito” il governo filippino nella battaglia contro gli insorti musulmani del Fronte di Liberazione Moro –e forse i lettori hanno ne hanno indovinato l’identità.
L’attuale presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, che ha usato varie volte il massacro del 1906 per condannare l’America, sta impiegando ora le squadre della morte della sua polizia per uccidere migliaia di persone nella sua “guerra alla droga”.  Trump ha detto che Duterte sta facendo un “lavoro incredibile”. E’ piuttosto importante, immagino, ricordare i fatti della storia, anche se Trump li interpreta in modo del tutto sbagliato.
Nella foto: Mark Twain
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale : The Independent
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0



Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

Venti di guerra tra Israele e Iran. Ecco la nuova politica militare di Ahmadinejad

ATTACKS, TERRORIST ATTACKS AND EVEN CASTRATION – THE HIDDEN ACTIONS OF THE ISRAELI MILITIA – ISRAEL NEWS

La carta degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est dal 1967 a oggi