Trump si rimangia la condanna dei suprematisti. Rivolta nel Gop, il Ku Klux Klan lo ringrazia


Sotto pressione il presidente aveva preso le distanze dagli estremisti di destra, poi la retromarcia: "Le violenze di Charlottesville colpa di entrambe le parti"
huffingtonpost.it
 L'ultima giravolta del presidente Usa Donald Trump, che ha paragonato suprematisti bianchi e razzisti alla sinistra liberal, ha fatto infuriare un po' tutti. Voci di protesta si sono levate dal partito repubblicano, ma anche dai vertici militari e dai suoi ormai ex consiglieri economici, mentre varie città si affrettano a rimuovere - senza troppo clamore - i monumenti ai confederati venerati da suprematisti e neonazisti. A scatenare la bufera è stata la marcia indietro del presidente americano a proposito dei fatti di sabato scorso a Charlottesville, in Virginia, dove una manifestazione contro la rimozione della statua in onore del generale della guerra di Secessione americana Robert E. Lee ha portato a scontri e alla morte di una giovane donna.
Questi i fatti. Lunedì l'inquilino della Casa Bianca aveva ceduto a 48 ore di pressioni, arrivate sia da destra che da sinistra, e aveva condannato i razzisti per nome, citando esplicitamente Ku Klux Klan, suprematisti bianchi e neonazisti, che aveva definito ripugnanti. Poi il colpo di scena: in una surreale conferenza stampa, ieri sera Trump si è rimangiato tutte le parole dette per condannare i suprematisti bianchi e i razzisti che hanno distrutto Charlottesville, attribuendo a entrambe le parti la responsabilità per le violenze avvenute in Virginia: "Che succede con la sinistra alternativa che ha attaccato quelli che voi chiamate destra alternativa? Non hanno alcuna colpa?", ha detto parlando nella hall della Trump Tower. "C'è stato da un lato un gruppo che si è comportato male e dall'altro un altro gruppo che è stato molto violento". Sabato a Charlottesville si è tenuta una marcia di suprematisti bianchi, e un 20enne bianco simpatizzante neonazista, con la sua auto, si è lanciato sulla contro-manifestazione antirazzista, uccidendo una 32enne.
Le critiche sono arrivate presto, anche dall'interno del partito repubblicano. "Dobbiamo essere chiari. Il suprematismo bianco contrasta con tutto ciò per cui questo Paese si batte. Non ci può essere alcuna ambiguità morale", ha scritto su Twitter il presidente della Camera Usa Paul Ryan.
Anche il senatore repubblicano John McCain si è rifiutato di mettere sullo stesso piano neonazisti e antifascisti come invece ha fatto Trump: "Non c'è un'equivalenza morale tra razzisti e americani che prendono posizione per sfidare odio e intolleranza. Il presidente degli Stati Uniti dovrebbe dire questo", ha affermato su Twitter. Sulla stessa linea pure un altro repubblicano, l'ex governatore repubblicano John Kasich che sfidò Trump alle primarie Gop dell'anno scorso per la Casa Bianca: "Non c'è alcuna equivalenza morale per i simpatizzanti nazisti. Non può esserci spazio in America, né nel partito repubblicano, per razzismo, anti-semitismo, odio o nazionalismo bianco. Punto".
Durissimi i due ultimi presidenti repubblicani, George H.W. Bush (padre) e George W. Bush (figlio), che in un comunicato congiunto hanno criticato il loro successore. "L'America deve sempre respingere l'intolleranza razziale, l'antisemitismo e l'odio in ogni forma", si legge nel comunicato diffuso dalla residenza estiva dei Bush a Kennebunkport, in Maine.
Ma il paragone di Trump non è piaciuto neanche all'esercito. I vertici militari americani - che raramente intervengono nelle faccende politiche - hanno denunciato il razzismo e l'intolleranza dei suprematisti bianchi a Charlottesville. Su Twitter il generale Mark Milley, capo dello staff dell'esercito americano, ha detto che "l'esercito non tollera il razzismo, l'estremismo e l'odio al suo interno". Lunedì il capo del pentagono, Jim Mattis, aveva fatto lo stesso, dicendosi "molto triste" per i fatti di Charlottesville. A prendere le distanze dalle uscite del commander in chief sono stati anche il comandante del Corpo dei Marines, il generale Robert Neller, e il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio John Richardson.
Chi invece ha accolto con favore le parole di Trump è l'estrema destra Usa. David Duke, storico dirigente del Ku Klux Klan, ha elogiato il presidente Usa ringraziandolo per avere "detto la verità" su quanto accaduto a Charlottesville e avere condannato "i terroristi di sinistra". "Grazie presidente Trump per la sua onestà e il suo coraggio di dire la verità su Charlottesville e di condannare i terroristi di sinistra del movimento 'Black Lives Matter' e gli antifascisti", ha scritto Duke su Twitter.
All'estero contro le affermazioni di Trump si è espressa con decisione la premier britannica Theresa May. "Non vedo l'equivalenza tra quelli che propugnano ideali fascisti e quelli che vi si oppongono", ha detto May. "Credo che sia importante che tutte le persone in una posizione di responsabilità condannino l'estrema destra", ha poi aggiunto la premier britannica, rispondendo alle domande dei giornalisti a Portsmouth, durante il varo della nuova portaerei HMS Queen Elizabeth. In questo modo, May si è unita alle critiche alle parole di Trump espresse da diversi esponenti politici britannici. Ma non ha accolto le nuove richieste che le sono arrivate di cancellare la prevista visita in Gran Bretagna del presidente americano che, come ha dichiarato Vince Cable, leader dei Lib Dem, "ha mostrato di non essere in grado di prendere le distanze dall'estrema destra e dai suprematisti razzisti".
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